Onofrio Cutaia al Maggio Fiorentino

Pietro Acquafredda
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Con la nomina di Cutaia il teatro fiorentino avrà un sovrintendente che è come fosse anche commissario. CurriculumPDF
Nardella, come del resto il suo predecessore Renzi al Comune di Firenze, ha la diabolica capacità ed anche vocazione a creare e distruggere tutto ciò che gli capiota a tiro.
Per parlare del Maggio Fiorentino, l’ha già fatto con Chiarot, che avrebbe messo in ordine i conti del Maggio.
Indicato come ‘salvatore’ e come tale salutato anche dal teatro, prima che terminasse il suo incarico, Nardella l’ha spinto alle dimissioni, solo pronunciando il nome del suo amico Salvo Nastasi, minacciando al teatro la sua venuta. Solo il nome di Nastasi è bastato per far dimettere in un batter d’occhio sia Chiarot che Fabio Luisi, direttore dell’Orchestra. Si accorge dopo di averla fatta grossa e pensando ai vincoli della gestione commissariale’, fa marcia indietro, e, facendosi consigliare da Nastasi, affida il teatro ad Alexander Pereira, in uscita anzitempo dalla Scala.
Pereira fa quello che da sempre ha fatto a Zurigo come a Milano e a Salisburgo prima. Scivola sulla banana di spese non congrue, addebitate la teatro. Alcune decine di migliaia di Euro, una miseria per creare un altro terremoto causato da consiglieri comunali di Fratelli d’Italia.
Poi, purtroppo, si viene a scoprire che Pereira – e lo scopre per finta anche Nardella, che doveva esser stato a conoscenza da sempre – ha fatto un uso improprio dei fondi ministeriali ‘extra’, destinati a ridurre il buco milionario del teatro, pagando con una parte di quelli gli stipendi.
Nardella non sapeva che Pereira aveva attinto a quei fondi per gli stipendi? Nardella è presidente del teatro e può non sapere nulla di una simile operazione effettuata per mancanza di soldi nelle casse per pagare gli stipendi?
Ora si è profilata, la stessa situazione al tempo di Cristiano Chiarot, e cioè l’arrivo di un commissario che nessuno vuole. Neanche Nardella, presumiamo.
E ora come allora, fa il nome di un nuovo sovrintendente. Onofrio ( detto Ninni) Cutaia, che viene dal teatro di prosa ma che ha passato molti anni al Ministero, cui spetta il diritto di formalizzare la sua nomina, e dove ha occupato un incarico che era stato prima, per molti anni e molti ministri, di Nastasi, e cioè Direttore generale ‘per lo spettacolo dal vivo’.
Insomma questa volta, più delle precedenti, Nardella oltre il danno, ha ‘preso con una fava due piccioni’: si è messo in teatro un sovrintendente che, a causa dei suoi lunghi trascorsi ministeriali, è come fosse commissario.
E per la prima volta a Firenze nasce la nuova figura di un sovrintendente e commissario nello stesso tempo. Adesso si dovrà pensare anche alla nomina di un direttore artistico.
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Un pasticcio ‘analogo’ accadde, Cutaia protagonista , nel 2014, quando il dirigente ministeriale – le cui competenze nella gestione dei teatri (ex direttore ETI) nessuno ha mai messo in dubbio come anche la capacità progettuale, lo avevano portato alla direzione del Teatro di Roma ( Argentina, India ed altri della Capitale e cintura), dalla quale lo stesso ministero che lo aveva nominato, dopo soli due mesi, ne chiese le dimissioni, accorgendosi della presenza di un ‘conflitto di interessi’: dirigente ministeriale e direttore di teatro.
Ora Cutaia dirigente ministeriale, ai massimi livelli non è più, e quindi non incorrerà nello stesso anatema ministeriale. Ma possiamo essere certi che il suo nome sarà stato il ministro, e forse anche Nastasi a suggerirlo a Nardella ed al CdI del Maggio Fiorentino. Ancora e sempre Nastasi.
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(da Il Manifesto, di Franco Capitta, 2014)
…Ebbene, un alto funzionario dei Beni Culturali (uno di quella cerchia di cui il premier Renzi continua a rivendicare il ridimensionamento) si è dichiarato contrario alla ratifica della nomina, perché Cutaia ha un ruolo importante al ministero, e potrebbe tornarvi dopo il lavoro svolto a Roma, e quindi non è una figura «neutrale» rispetto a un teatro finanziato dallo stato. Perfino se si volesse licenziare, il malcapitato dovrebbe attendere due anni per aspirare a un teatro: così prescrive la legge Severino. A meno di non ricorrere alla possibilità, in una situazione particolarmente delicata e di necessità, e davanti alla chiara fama dell’interessato, che l’ente locale e quello centrale non firmino un protocollo d’intesa. Dev’essere sembrato troppo tutto questo al convalescente Franceschini, che ha chiuso l’argomento con un definitivo «non si può fare», comunicato dal gabinetto del ministro a quello del competente sindaco Marino…
lunedì 6 marzo 2023
Fonte Link: pietroacquafredda.blogspot.com