OPV, Britton: «Ricorro all’autorità giudiziaria»
Il direttore artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto licenziato a sorpresa dal vicepresidente
PADOVA. «E adesso, povera orchestra» viene da dire attingendo dal titolo del romanzo di Hans Fallada (“E adesso pover uomo”).
Adesso, dopo il licenziamento del direttore artistico Clive Britton deciso dal vicepresidente Trolese senza consultare il consiglio di amministrazione e quindi mettendo in atto un’iniziativa giuridicamente piuttosto opaca, l’Orchestra di Padova e del Veneto è allo sbando, senza nocchiero rischia di infrangersi contro gli scogli, Palinuro è già affogato. Il 27 aprile scorso Britton-Palinuro presenta la stagione concertistica 2015-2016 che riceve unanime apprezzamento e l’appoggio finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio. Si punta al rilancio anche internazionale di un organismo asfittico, polveroso, bisognoso di innovazione. Tra l’altro ricorre il cinquantennio dalla nascita di Opv. Il pianista inglese Britton coinvolge artisti celebri come Radu Lupu, Reinhard Goebel, Vladimir Ashkenazy.
«La stagione è stata costruita» dice Britton «su tre principi fondamentali: lo sviluppo tecnico/artistico dell’organico; l’approfondimento degli aspetti esecutivi ed interpretativi del repertorio; la realizzazione di un lavoro costruttivo tra l’orchestra ed un eventuale direttore stabile per il futuro (attualmente l’orchestra non ha un direttore).
A tale scopo sono stati scelti tre direttori con speciali capacità ed esperienza nell’arte di formare orchestre. Jeffrey Tate, storico direttore del English Chamber Orchestra, ha accettato di collaborare con l’Orchestra di Padova e del Veneto per ben quattro produzioni nell’arco della prossima stagione. Tate con Gerard Korsten e Paul Goodwin sarà responsabile di 11 produzioni, permettendo un lavoro consequenziale e approfondito. Scopo del progetto è proiettare l’orchestra padovana in un viaggio di sviluppo qualitativo a livello internazionale. L’orchestra è un organismo vivente che ha bisogno di essere curato e nutrito». Ma questi impegni, questi appuntamenti con la grande musica sono ancora validi in mancanza di un direttore artistico firmatario del progetto? Certamente no, e l’impasse non è di facile soluzione perché Trolese ha ghigliottinato Britton senza dare alcuna indicazione su un possibile sostituto (in realtà non avrebbe potuto fare nessuna delle due cose). Il tutto è avvenuto in una sorta di congiura del silenzio, tutti zitti, in primis il sindaco Bitonci che presiede l’Orchestra. «Non mi hanno lasciato alternative» dice Britton «non mi resta che ricorrere all’autorità giudiziaria. Ci sono rilevanti danni all’immagine e altri danni collaterali.
Svanisce anche la collaborazione con l’Università e sussiste il rischio che il Ministero tagli il suo contributo (un milione e 200 mila euro l’anno scorso)». Insomma più che un rilancio si profila la possibilità di una figura da chiodi a livello internazionale.
Aldo Comello