Stradella, bolognese per caso. Nuovi documenti biografici scoperti da Davide Mingozzi
Carlo Vitali
Stradella, bolognese per caso. Nuovi documenti biografici scoperti da Davide Mingozzi
Il 25 febbraio 1682 Alessandro Stradella moriva a Genova pugnalato da un sicario rimasto ignoto. Il protocollo di seppellimento nella chiesa di Santa Maria delle Vigne lo definisce “musicus romanus” e non menziona la sua età. In alcuni documenti legali che lo riguardano, redatti fra il 1659 e il 1682, egli è variamente identificato come nativo di Nepi (cittadina nei pressi di Viterbo) oppure “de civitate Bononiae”. Nessuna di queste indicazioni è radicalmente erronea perché il grande musicista, romano di formazione, era figlio di un benestante cittadino di Nepi, dove la famiglia tornò stabilmente ad abitare nel 1644. Anche la sua “bolognesità” è ora testimoniata dall’atto di battesimo che il dottor Davide Mingozzi, dottorando di ricerca presso l’ateneo felsineo, ha scoperto nel locale Archivio arcivescovile. Come d’uso a quell’epoca, a Bologna vigeva lo jus soli, per cui Alessandro avrebbe potuto richiedere il riconoscimento della cittadinanza bolognese con tutti i diritti e i doveri ad essa connessi.ù
Ma la novità più interessante riguarda la data di nascita, in precedenza fissata dalle ricerche di Carolyn Gianturco al 3 aprile 1639 sulla base di un atto battesimale conservato nell’archivio della cattedrale di Nepi e riguardante uno Stefano Stradella figlio di Marcantonio e di Vittoria Bartoli. La studiosa americana ipotizzava un errore di trascrizione del nome; sembra ora certo che questo Stefano, probabile erede nel nome di un fratello premorto, non sia il musicista, che invece nacque a Bologna il 3 luglio 1643 e vi fu battezzato il 1° agosto coi nomi di Antonio Alessandro Boncompagno. Quest’ultimo è un omaggio al padrino Ugo Boncompagni (1614-1676), bisnipote di papa Gregorio XIII nonché duca di Sora, marchese di Vignola e senatore di Bologna. Nella sua qualità di governatore di Vignola durante la Guerra di Castro, Marcantonio Stradella aveva nel Boncompagni un suo diretto superiore, il quale accettò l’incarico facendosi rappresentare per procura al fonte battesimale.
Alla già troppo breve esistenza del Cigno Assassinato si devono dunque sottrarre un po’ più di quattro anni; resta un mistero come nel corso di nemmeno 39 anni di vita e circa 15 di attività documentata come compositore egli abbia potuto produrre una tale messe di capolavori nei generi più diversi: opera, oratorio, cantata, musica sacra e strumentale.
Il dottor Mingozzi ha anticipato i risultati della sua ricerca in una conferenza tenutasi l’8 settembre a Nepi nel quadro del Festival Stradella; maggiori dettagli saranno resi noti da un articolo di prossima pubblicazione nella rivista semestrale “Il Saggiatore musicale”.
Carlo Vitali
Versione in inglese
Alessandro Stradella, a Bolognese by chance, died younger than hitherto believed
by Carlo Vitali
On 25 February 1682, the outstanding Baroque composer Alessandro Stradella died in Genoa, Italy, stabbed by an unknown assassin. While the burial protocol, preserved at the Genoese church of Santa Maria delle Vigne, defines him as “musicus romanus” [Roman musician] and does not mention his age, in some legal documents, written between 1659 and 1682, he is variously identified as a native of Nepi (a little town near Viterbo) or “de civitate Bononiae” [from the city of Bologna]. None of those labels is indeed erroneous, because Stradella, apparently trained in Rome, was the son of a well-to-do citizen of nearby Nepi, where the family settled down permanently in 1644. Also his “bolognesità” is now witnessed by the baptismal act that Davide Mingozzi, a postgraduate student at the University of Bologna, discovered in the local archives at the cathedral of San Pietro. As customary at the time, Alessandro was thus entitled to request recognition of his full Bolognese citizenship with all the rights and duties connected to it.
Yet the most interesting novelty regards the date of his birth, previously set by Prof. Em. Carolyn Gianturco (University of Pisa, Italy) on April 3, 1639, according to a baptismal register from the cathedral of Nepi — which however concerns a Stefano Stradella, son of Marcantonio and Vittoria Bartoli. Although the American scholar argued that “Stefano” resulted from a wrong transcription, it seems now certain that this particular Stefano, second of that name among the Stradella brothers, was not the musician, who instead was born in Bologna on 3 July 1643 and baptized on August 1st as Antonio Alessandro Boncompagno. The third, quite unusual, name is a tribute to his godfather Ugo Boncompagni (1614-1676), the great grandson of Pope Gregory XIII as well as Duke of Sora, Marquis of Vignola by Modena and Senator of Bologna. In his capacity as governor of Vignola during the Castro War, Marcantonio Stradella offered that spiritual assignment to his employer Boncompagni, who performed it by proxy.
From the already too brief existence of the Assassinated Swan one must therefore detract four years and five months; it remains a mystery how in the course of scarcely 39 years of life, and about 15 years of documented activity as a composer, he was able to produce such an output of masterpieces in the most diverse genres: opera, oratorio, cantata, sacred and instrumental music. Mr. Mingozzi announced his findings in a lecture held on September 8 in Nepi within the context of the Stradella Baroque Festival; further details will be made known through a forthcoming article in the scholarly magazine “Il Saggiatore musicale”.