Da Dylan a Ligabue, l’amore per la musica
(ansa.it) ROMA – "La musica è stata il grande dolore della mia vita. Suonavo il piano, avevo una maestra russa, ma ho smesso perché mio fratello mi prendeva in giro". Così Fernanda Pivano raccontava il suo rapporto con la musica, presenza costante e forte nella sua vita. Prima a scrivere in Italia nel 1966 un articolo su Bob Dylan, l’autrice – scomparsa oggi a 92 anni – è stata anche amica di personaggi come Chet Baker e di grandi cantautori italiani, come Fabrizio De André, la Pfm, Jovanotti, Ligabue dei quali aveva di recente raccolto le interviste nel libro Complice la musica (Rizzoli).
"Anche se solo di recente in Italia il mio nome viene riaccostato al rock per i miei incontri con Jovanotti e Fabrizio De André – spiegava la Pivano – il mio amore per questa musica é sbocciato nel 1965 quando Bob Dylan tenne il suo primo concerto all’università di Berkeley: quella sera nacque il movimento dei figli dei fiori. Era chiaro che stava cambiando il mondo". Nel 1998, avrebbe rivisto Dylan a Roma, a un incontro al quale partecipò anche Johnny Depp. "In realtà – raccontava ancora – è stato Fabrizio De André che mi ha fatto riavvicinare a questa musica e a questo mondo: lui era un artista, un anarchico, antifascista e non violento". Con lui aveva firmato ‘Non all’amore né al denaro né al cielò, ispirato all’Antologia di Spoon River nella versione della stessa scrittrice. Al suo primo incontro con De André aveva partecipato anche Nicola Piovani. "Mi hanno confessato che erano terrorizzati – raccontava la Nanda – perché De André nella ‘Canzone di Piero’ aveva scritto il verso che un nano era ‘cattivo perche’ aveva il cuore vicino al buco del culò. E vista la mia statura temevano che fossi offesa". Proprio in omaggio al cantautore genovese, l’11 gennaio scorso era stata ospite di Fabio Fazio – in quella che resterà la sua ultima apparizione in tv – per lo speciale di ‘Che tempo che fa’ su Raitre dedicato all’artista a dieci anni dalla morte. Negli ultimi anni era diventata amica anche di Jovanotti, per il quale aveva curato la prefazione del libro ‘Il grande boh’, scomodando Jack Kerouac: "Le pagine che narrano la sua vita da solo nel Sahara sotto la tenda, sono bellissime, da grande scrittore di viaggi, con qualche reminiscenza di Kerouac, ma sempre intrise dell’innocenza di Lorenzo". Era anche apparsa nel video di Ligabue ‘Almeno credo’ e aveva aiutato Morgan nella realizzazione del remake di ‘Non al denaro, non all’amore né al cielò. A testimonianza della varietà dei suoi interessi, nel 1999 aveva anche fatto parte della giuria di qualità del festival di Sanremo. Nella vita di Fernanda Pivano c’é stato anche spazio per il cinema. La Nanda, tra l’altro, aveva raccontato il legame tra scrittori come Fitzgerald e Hemingway e la settima arte. In particolare, aveva rivelato alcuni dettagli della lavorazione del film tratto da Il vecchio e il mare, segnato dal rapporto difficile tra Hemingway e Spencer Tracy. E’ stata anche protagonista di vari documentari, sull’America e sul mondo beat: fra gli altri, ‘A Farewell to Beat’ di Luca Facchini, ‘Fernanda Pivano, c’era una volta l’Americà di Marina Spada, ‘Generazioni d’amore – Le quattro Americhe di Fernanda Pivanò di Ottavio Rosati. La scrittrice è anche apparsa in alcuni cameo, come nel film Nessun dorma di Antonello Aglioti e nella pellicola indipendente ‘500!’ di Lorenzo Vignolo, Matteo Zingirian e Giovanni Robiano.