Home Memorial Luciana F. Gawronska LUCIANA FRASSATI GAWRONSKA,TESTIMONE DEL’900

LUCIANA FRASSATI GAWRONSKA,TESTIMONE DEL’900

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Riccardo Bodo

(ansa.it) ROMA – Con Luciana Frassati Gawronska, morta a 105 nella sua casa di Pollone, in provincia di Biella, scompare una testimone eccezionale di un intero secolo. E non per semplici ragioni anagrafiche, ma per la sua vita straordinaria. Figlia di Alfredo Frassati (il mitico fondatore della ‘Stampa’, amico di Giolitti) e della pittrice Adelaide Ametis, sorella del beato Pier Giorgio Frassati, madre del giornalista e parlamentare Jas Gawronski, era nata a Pollone, un piccolo centro del Biellese, il 18 agosto del 1902 e le vicende della vita ne hanno fatta un testimone d’eccezione del novecento. Ricordare e ripercorrere i momenti fondamentali della sua vita significa infatti rievocare gli eventi di un periodo cruciale e soprattutto gettare uno sguardo sui protagonisti della vita politica e culturale del vecchio continente che oggi popolano i libri di storia ma che invece Luciana Frassati ha potuto frequentare di persona. Luciana Frassati è nata in un ambiente sociale che univa aristocrazia, politica, cultura.

Figlia di Alfredo Frassati – l’uomo che nel 1895 fondò la ‘Stampa’ – sorella di Piergiorgio, beatificato da Giovanni Paolo II, ha sposato il diplomatico polacco Jan Gawronski viaggiando per i luoghi più caldi d’Europa, scenario della futura tragedia bellica: da Berlino a Vienna, da Roma alla Turchia, alla Polonia. Scrittrice e poetessa, è autrice di "Il destino passa per Varsavia" considerato da Renzo De Felice come un’importante testimonianza per capire lo svolgimento della crisi prebellica. Luciana Frassati Gawronska ha infatti conosciuto l’Europa ‘sull’orlo del baratrò e l’ha attraversata a contatto con i grandi dell’epoca. Intima di Alma Mahler, amica di Chaplin, di Wilhelm Furtwanger, di Arturo Toscanini, di Dolfuss, dei von Papen, di Ciano, Grandi, Giolitti e del Duce, ha fatto parte di quell’ establishment d’anteguerra che le ha permesso, nonostante la situazione, di potersi muovere liberamente tra l’Italia e la Polonia, svolgendo rischiose attività in favore di quel paese che nel 1993 ne ha riconosciuto l’impegno decorandola con la Stella dell’Ordine al merito della Repubblica. Una vita dunque unica, ma anche intensa sotto il profilo più strettamente privato, come testimonia l’ampiezza della sua famiglia: i numerosi figli (Jas, Alfredo, Wanda, Giovanna, Maria Grazia, Nella) e 13 nipoti.

Laureata in legge, ha scritto libri di memorie, raccolte di poesia e le biografie del fratello Pier Giorgio e del padre Alfredo. Nella primavera del 1925 sposa il diplomatico polacco Jan Gawronski, primo segretario dell’ambasciata polacca Roma, che alcuni anni dopo diviene ambasciatore polacco in Austria. Luciana Frassati vive così nella vecchia capitale imperiale mitteleuropea proprio negli anni più tumultuosi della prima repubblica austriaca: arriva infatti a Vienna nel 1933 (quando Hitler è appena giunto al potere in Germania) e vi resta fino al 1938 quando i nazisti prendono il potere anche in Austria e realizzano l’Anschluss. Luciana Frassati è amica del cancelliere Engelbert Dolfuss, assassinato dai nazisti; frequenta il grande pittore Oskar Kokoshka; è grande amica del maestro Wilhelm Furtwangler. D’altra parte Luciana Frassati è in quegli anni una protagonista del ‘bel mondo’ europeo: a Berlino era ospite dei Von Papen, partecipava ai convegni che il regista Max Reinhardt organizzava nel suo castello; era amica di Alma Mahler, la moglie del grande compositore; frequentava in Svizzera Eva Wagner, figlia di Cosima Liszt e Richard Wagner; tramite il marito era imparentata con i principi polacchi Radziwill. Ed una miriade di altri personaggi popola le sue memorie: persino il futuro ministro degli esteri di Hitler, Joachim von Ribbentrop, con il quale – ha detto – "forse nel 1922 ho ballato il valzer a Berlino".

Nel 1938 i Gawronski ritornano a Varsavia, proprio mentre si consumano gli ultimi convulsi mesi di "pace" e scurissime nubi si addensavano sulla Polonia: i coniugi Gawronski sono a Varsavia il primo settembre del 1939 quando il fuehrer invade la Polonia dando il via alla seconda guerra mondiale. Luciana Frassati comincia allora una sua battaglia personale a favore della Polonia occupata e contro l’occupazione tedesca. Il rango diplomatico, la buona conoscenza con Benito Mussolini, la fitta rete di relazioni che intratteneva in tutti gli ambienti che contavano in Europa le hanno permesso di non essere un testimone passivo ma di poter agire concretamente. Realizza una serie di viaggi nell’Europa occupata dalle armate tedesche, tra Varsavia, Cracovia, Berlino e Roma, per portare in salvo opere d’arte e documenti da sottrarre ai nazisti, per riportare in Polonia fondi da distribuire alla resistenza, per far uscire clandestinamente documenti e lettere sulle atrocità dell’ occupazione. Riuscì a procurarsi un centinaio di lasciapassare necessari a far espatriare intere famiglie polacche, spacciò come sua bambinaia – portandola in salvo – la moglie del generale Sikorski, uno dei capi della resistenza polacca, strappò a Mussolini un intervento per ottenere la liberazione di oltre un centinaio di professori dell’università di Cracovia.

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