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Audrey, l’ultima amante di Kennedy

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Un libro rivela: JFK e la Hepburn erano amanti

Maurizio Molinari

(La Stampa, 19-4-08) C’era anche la bruna Audrey Hepburn fra le fiamme di John F. Kennedy. A rivelarlo è Ted Sorensen, uno dei più fidati collaboratori del presidente assassinato a Dallas nel 1963, che ha consegnato alle pagine del libro «Counselor» (Consigliere) un ritratto di Kennedy che uscirà nelle librerie a inizio maggio.

Sorensen scoprì la relazione fra il presidente e l’attrice protagonista nel 1961 di «Colazione da Tiffany’s» quasi per caso. Kennedy era stato eletto da poco alla Casa Bianca e si trovò a dover pronunciare un discorso in tempi imprevisti, si presentò così da Sorensen per chiedergli «un favore»: gli chiese di contattare una sua «giovane amica» che di lì a poco l’avrebbe cercato per un previsto appuntamento. In realtà fu l’attrice, che allora aveva 32 anni, a farsi viva, cercando con insistenza il presidente a discorso oramai iniziato. Sorensen le parlò, spiegandole che Kennedy era occupato e non avrebbe potuto rispettare l’appuntamento preso.

Da quella conversazione il consigliere trasse l’impressione che fra i due vi fosse una storia sentimentale e successive apparizioni della Hepburn confermarono l’intuizione sull’esistenza di qualcosa di più di un’amicizia. La testimonianza di Sorensen, anticipata dal «New York Daily News», conferma la passione di Kennedy per le star di Hollywood ed è tanto più significativa quanto il libro tende a smontare molte delle relazioni che sono state attribuite al presidente. La Hepburn fu invece una di quelle giovani donne con le quali davvero il presidente «amava indugiare», come scrive Sorensen affermando di «aver conosciuto di persona quelle poche con cui presumo che sia andato davvero a letto». Fra queste c’è anche Judith Campbell Exner, che assomigliava a Elizabeth Taylor e sommava la relazione presidenziale a quelle con capi della mafia come Sam Giancana e John Roselli, contribuendo a creare un intreccio di rapporti assai ambigui. Proprio come avvenuto con la Hepburn, Sorensen racconta di aver incrociato di persona la Exner «mentre usciva dall’albergo» di John F. Kennedy dopo essere stata da lui.

Il presidente si rese conto che Sorensen era oramai al corrente dell’esistenza della Hepburn e di altre amanti e dunque in vista di intraprendere un viaggio aereo verso Parigi, nel 1961, tentò di aprire con lui un discorso sulle «ragazze». «Poiché avevo da poco divorziato, Kennedy mi chiese se avrei portato con me una ragazza – scrive l’autore – e quando gli risposi con un secco no, lui mi disse "certo, fai bene, sarebbe come portare una mucca in un Paese di mucche"». Cosa avvenne nei giorni seguenti a Parigi Sorensen lo tiene per sé mentre il libro promette novità sul legame con Marilyn Monroe. L’immagine che esce dal volume è comunque quella di un «presidente torturato dalla propria coscienza» per il fatto di «indugiare con se stesso» nella moltiplicazione delle amanti mentre continuava ad «amare la moglie Jackie», confessandole spesso i suoi segreti. Il risultato di questo difficile rapporto matrimoniale fu che Jackie generò un forte senso di apprensione nei confronti del marito, preoccupandosi in maniera quasi maniacale di qualsiasi cosa lo potesse minacciare: condivideva con lui la paura che un giorno Lyndon Johnson sarebbe potuto diventare presidente e temeva che Sorensen potesse vantare troppi meriti nella redazione dei discorsi più importanti di Kennedy. Sorensen tentò invano di tranquillizzarla ma Jackie si calmò solo quando il super consigliere accettò di distruggere l’unica copia scritta a mano del discorso pronunciato da Kennedy a Washington nel giorno dell’inaugurazione presidenziale.

Ironia della sorte vuole che le rivelazioni su Jfk e Audrey Hepburn rischiano ora di oscurare il contenuto nelle pagine di «Counselor» a cui Sorensen ha lavorato di più: la similitudine fra il messaggio del «cambiamento» che distinse John e Robert Kennedy con quello di cui oggi è portatore il candidato Barack Obama.

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