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Corruzione, accuse Usa ad altri paesi Pronte altre rivelazioni di Wikileaks
I gestori del sito annunciano la pubblicazione di 3 milioni di documenti segreti. Il portavoce del dipartimento di Stato americano: "Danneggeranno noi e le nostre relazioni diplomatiche". Confermato il mandato d’arresto nei confronti del fondatore Julian Assange
(repubblica.it) WASHINGTON – Wikileaks colpisce ancora. Questa volta a mettere in imbarazzo gli Stati Uniti sarebbero accuse di corruzione contro diversi ministri, premier e capi di Stato stranieri alleati degli Usa, contenuti nei rapporti riservati che i diplomatici americani da tutto il mondo inviano periodicamente a Washington. Nei giorni scorsi i gestori del sito avevano annunciato la pubblicazione di tre milioni di documenti segreti, senza specificarne l’oggetto o la data in cui saranno messi in rete.
Almeno tre fonti a conoscenza del contenuto dei cablogrammi del dipartimento di Stato ritengono che il contenuto rischia di causare incidenti diplomatici tra l’amministrazione Obama e i governi di Russia, Afghanistan e molte delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Altri elementi si troverebbero nei rapporti dei diplomatici Usa da paesi europei e asiatici.
Il dipartimento di Stato americano si è preparato al nuovo scandalo e ha già condannato la tornata di rivelazioni e avvertito i governi stranieri. Il portavoce del dipartimento Philip J. Crowley, ha infatti preannunciato che "queste rivelazioni danneggeranno gli Usa e i nostri interessi" perché "creeranno tensioni nelle nostre relazioni" diplomatiche.
Il sottosegretario ha sottolineato che questi "cablogrammi diplomatici contengono per la loro stessa natura valutazioni quotidiane e oneste espresse da ogni governo nell’ambito della propria politica estera". "La pubblicazione di queste informazioni riservate da parte di Wikileaks è un tentativo irresponsabile di provocare caos e destabilizzare sicurezza globale e potenzialmente mette a rischio vite", ha aggiunto l’assistente segretario alla Difesa per gli Affari legislativi, Elizabeth King, in un messaggio elettronico inviato alle commissioni del Congresso.
Come è avvenuto per i precedenti file piratati dal sito relativi alla guerra in Iraq e in Afghanistan, alcune testate internazionali, il New York Times, il Guardian e Der Spiegel, sono state coinvolte e "stanno lavorando con Wikileaks per coordinare la pubblicazione di questi documenti del dipartimento di Stato", ha scritto ancora il sottosegretario. Alle stesse testate era stato dato accesso in anticipo ai 400mila documenti relativi all’Iraq 1 pubblicati il 22 ottobre scorso e ai 75mila sull’Afghanistan pubblicati il 25 luglio. In totale il sito fondato dal controverso Julian Assange 2 – inseguito da un mandato di cattura per stupro in Svezia – avrebbe fornito circa 3 milioni di documenti alle stesse tre testate aggiungendo alla lista anche lo spagnolo El Pais e il francese Le Monde.
La Corte d’appello di Stoccolma ha intanto confermato il mandato d’arresto nei confronti 3 del fondatore per stupro e molestie sessuali. La polizia svedese aveva emesso il mandato di cattura internazionale venerdì scorso, dopo che la Corte di primo grado aveva accolto la richiesta di arresto del procuratore Marianne Ny. Il magistrato ha spiegato di aver richiesto la cattura di Assange solo per interrogarlo. "Non siamo stati in grado di incontrarlo per svolgere gli interrogatori", ha detto il giudice. Assange respinge ogni accusa e il suo legale svedese, Bjoern Hurtig, ha annunciato che farà ricorso alla Corte Suprema. Al momento della dell’emissione del mandato di arresto, Assange si trovava a Londra ed è ora irreperibile. Ha respinto le accuse, negando di aver fatto "sesso non consensuale" con due donne.
(24 novembre 2010)