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Draghi: “Con questa manovra il debito cresce

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Audizione davanti le commissioni parlamentari del governatore della Banca d’Italia. Giudizi prevalentemente negativi sulla finanziaria varata dal governo. Invito ad alzare l’età pensionabile, allarme per l’elevato tasso di povertà e critiche alle misure sull’Ici. "La vera sfida è rallentare sia la spesa che il carico fiscale per lavoratori e aziende"

(repubblica.it) ROMA – Più ombre che luci nel giudizio sulla Finanziaria fornito alle commissioni Bilancio di Camera e Senato dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Il numero uno di Bankitalia nella sua audizione ha evidenziato "progressi modesti nella riduzione della squilibrio nei conti pubblici", sottolineando che il contenimento della spesa "resta il problema centrale", mentre questa manovra finisce per far aumentare di 6,5 miliardi di euro l’indebitamento netto per il 2008. "Le recenti decisioni di politica di Bilancio – ha denunciato ancora – non frenano la dinamica della spesa", che sia "nell’anno in corso che nel 2008 cresce del 4,3 per cento". "Tali dinamiche – ha aggiunto – sono difficilmente compatibili con gli obiettivi di medio termine delineati nell’aggiornamento del Dpef".

Bene Irap e Ires. Ma, per il numero uno di Bankitalia, la legge di bilancio varata dal Consiglio dei ministri contiene anche elementi certamente positivi. Ad esempio, a suo giudizio, gli interventi su Irap e Ires, e cioè sulle imposte sulle imprese, "vanno nella giusta direzione". Apprezzamento anche per l’intervento contenuto nel dl collegato alla finanziaria che rimodula l’aliqouta applicata sui capital gain, in quanto contiene un "aspetto molto importante per rafforzare la competitività dei fondi italiani rispetto a quelli esteri perché stanno perdendo, mese dopo mese, risorse".

Troppa pressione fiscale. Tra i problemi irrisolti, invece, Draghi ha citato l’aumento della pressione fiscale generale, che per il 2008 "rimane ancora sull’elevato livello del 2007". E già nell’anno in corso, ricorda il governatore, "la pressione fiscale supererà di 2 punti percentuali quella del 2005". "Sono stati avviati interventi volti ad accrescere l’efficienza della spesa e a migliorare l’organizzazione del settore pubblico – ha sottolineato ancora il governatore – la sfida è ora di ottenere un forte rallentamento della spesa primaria corrente, ridurre il carico fiscale su lavoratori e imprese".

Quota 27%. Anche con la finanziaria 2008, ha osservato infatti Draghi, ”non scende l’elevata pressione fiscale” che si conferma al livello elevato del 27%. Allo stesso modo gli sgravi sulla casa, che alleggeriscno il prelievo sulla famiglie, sono ”in buona parte compensati dall’aggravio automatico del carico tributario dovuto al drenaggio fiscale”.

Sconto dell’Ici poco federalista. Il fatto che sia poco efficace non è stato l’unico appunto mosso da Draghi ai provvedimenti in materia di Ici. La misura della Finanziaria che prevede sconti, ha fatto notare, "non appare coerente con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia tributaria degli enti territoriali, ribadito con il disegno di legge delega dello scorso agosto". Altra note dolente, per il governatore di Bankitalia, la circostanza che "nel raffronto internazionale l’Italia presenta tassi di povertà elevati". Una situazione tale per cui "è importante individuare strumenti che diano sistematicamente sostegno alle persone in difficoltà economica".

Età pensionale da alzare. Critiche verso le scelte del governo Draghi le ha mosse anche in materia previdenziale. "In un contesto di forte invecchiamento della popolazione – ha affermato – solo l’aumento dell’età media effettiva di pensionamento consentirà di erogare pensioni adeguate". Ma, ha denunciato, l’accordo di luglio rispetto alla riforma del 2004 "rischia di allontanare ulteriormente il sistema dai principi alla base del regime contributivo".

Distribuire equamente l’evasione recuparata. Nella sua audizione Draghi ha affrontato anche il tema della lotta all’evasione fiscale, spiegando che "i progressi nel contrasto all’evasione e all’elusione consentono di distribuire il prelievo in modo meno distorsivo e più equo. Importante resta una politica sociale attentamente mirata al perseguimento di obiettivi di equità". Quanto alla possibilità di tassare le rendite, un’eventuale armonizzazione, ha ricordato, dovrebeb "distinguere tra nuove e vecchie emissioni e valutare con attenzione le implicazioni di questa scelta".
(10 ottobre 2007)

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