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Il potere del gossip Carla Bruni e Nicolas Sarkozy

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Patrizia Molteni

(focus-magazine.info) Le donne e il potere, si sa, non sono mai andate d’accordo tanto che fino a poco tempo fa era inconcepibile che un premier o un ministro fossero del gentil sesso. Eppure in alcuni luoghi ed in particolare nella Francia dell’Antico Regime, le donne si sono arrogate il potere e hanno cambiato la Storia della Francia. A cominiciare dalla fiorentina Caterina de’ Medici che per trent’anni riesce a mantenere intatta l’autorità reale, nonostante – o forse grazie – alla prematura vedovanza da Enrico e alla fragile salute dei suoi figli che continuano a morire, uno dopo l’altro, lasciandole la reggenza. La prima di una lunga serie di unioni sconvenienti tra un rampollo di sangue reale e una figlia di banchieri, con una dote allettante ma priva della più piccola goccia di sangue blu.

A seguire, Maria de’ Medici, un’altra che con il sangue reale non aveva niente a che spartire ma nipote del Papa Clemente VIII che l’aveva portata personalemente – e con una coreografia pontificale – in Francia, per andare in moglie a Enrico IV. La povera ragazza fu sfortunata sia col marito, che le appioppò pubblicamente corna reali, che con i figli che non sopportavano la sua autorità.
Oltre alle regine ci furono, nello stesso periodo, le cosiddette "regine di cuori", amanti o confidenti che svolgevano un ruolo di consigliere politiche e sociali del sovrano di turno. Ci aveva provato Maria Mancini, una delle tante nipoti di Mazzarino, innamorata – per davvero o per interesse nessuno lo sa – di Luigi XVI ma probabilmente il titolo di "regina di cuori" per eccellenza va a Mme de Pompadour, di cui si diceva "che nessun uomo non avrebbe voluto averla come amante".
In epoca moderna i presidenti francesi hanno continuato la tradizione di "amicizia" verso le donne italiane. Dalida ha ricevuto biglietti infiammati da De Gaule, Chirac e Mitterand, che pare gradisse particolarmente la sua compagnia. Chirac è molto amico di Claudia Cardinale anche se entrambi smentiscono le voci che ci sia qualcosina in più. E ora (come non parlarne in una rivista che ha per sottotitolo "L’Italie en France"?) Sarkozy è convolato a nozze con Carla Bruni.
Una cosa è certa: l’interesse dei capi di stato francesi verso le donne italiane si sta spostando. Da mere portatrici di dote e di alleanze politiche, sono diventate il lasciapassare per il mondo paillettato dello showbusinnes, non a caso parliamo di cantanti ed attrici. E non ha caso, sempre per citare un esempio recente, la prima apparizione ufficiale della futura coppia presidenziale è stata ad Eurodisney, in quel mondo stracarico di finzione che avrebbe fatto venire la bava alla bocca agli organizzatori delle parate pontificali.

La filosofia dell’effimero

  Figlia di un industriale torinese, venuto in Francia negli anni ’70 per paura del terrorismo, Carla Bruni non ha niente da invidiare a Nicolas che è, sì, figlio di un aristocratico, ma ungherese, e soprattutto non ha frequentato la prestigiosa scuola dell’ENA (che da generazioni produce l’élite politica dell’esagono). Sul fronte sentimentale invece nessuno, neanche Sarkozy, può competere con una collezione di amanti e compagni talmente vasta da includere, in relativamente pochi anni di attività, cantanti, attori, politici, filosofi e vip di ogni genere. Una predisposizione naturale che, unita alle caratteristiche fisiche che tutti conosciamo in dettaglio (a meno di essere ciechi o di vivere senza televisione e giornali), la fanno assomigliare più a una Madame Pompadour che alle grandi donne fiorentine che l’hanno preceduta. Con un’altra differenza. Il percorso delle donne di potere, amanti o regine, cominciava orizzontalemente ma proseguiva e finiva, grazie alle loro doti intellettuali, in verticale. Riuscirà la povera Carla a seguire lo stesso percorso? Niente di meno certo se si considera che anche lei fa parte di una strategia che il Presidente sta portando avanti da anni.
Appena eletto e contrariamente ai suoi precedessori che mantenevano uno stretto riserbo sulla loro vita privata, Sarkozy ha festeggiato pubblicamente e mediaticamente, gettando badilate di lusso in faccia a quei poveracci che l’avevano votato nella speranza di migliorare la loro sorte: la cena nel più esclusivo ristorante di Parigi, la notte dei risultati, la vacanza a bordo di uno yacht lungo tanto quanto il conto in banca dell’amico che gliel’aveva prestato, il divorzio da Cécilia.
Per le riviste people è una manna dal cielo: sembra di essere tornati alla monarchia quando i giornali si vendevano a centinaia di migliaia di copie solo perché riportavano tutti i gossip della famiglia reale. Persino Berlusconi, che si mangia ancora il cappello per non aver pensato lui alla top model ha detto: "Sono io il modello di Sarkozy" (bum!).
Ma attenzione: non è che il brutto anatroccolo Sarkò stia cercando di rifarsi da una vita di umiliazioni e di sofferenze (immaginate solo a scuola…). Lo sta facendo apposta. Tutto studiato nei minimi dettagli, anche quel suo essere onnipresente, dal ballo dei pompieri alla campagna elettorale di un paesino sperduto nella campagna francese, questa sua immagine di uomo sportivo che va a correre la mattina e continua a correre tutto il giorno, sempre in viaggio, sempre in movimento … Un’immagine che il politologo Ilvo Diamanti ha definito "la filosofia dell’effimero" e che gli serve a sollevare polveroni di fumo per evitare le polveriere del malcontento.
Caso strano, il divorzio da Cécilia è stato reso pubblico la prima mattina dello sciopero che quest’autunno ha bloccato la Francia per settimane intere quando i sindacati si aspettavano di attirare l’attenzione pubblica sul problema delle pensioni e dei lavoratori atipici. Caso strano mentre i francesi gli rimproverano un’accoglienza un po’ troppo calorosa a Gheddafi, lui va in prima pagina con Carla Bruni. La Francia è in crisi, come il resto d’Europa. Si avvicinano le elezioni municipali. Eppure l’opinione pubblica è stata settimane a preoccuparsi della cafonata di regalare lo stesso anello a Carla e Cécilia e dello stato civile del Presidente ("E’ sposato?" – "Non è sposato?") finché, per la quiete di tutti, non ha reso noto l’avvenuto matrimonio, il 2 febbraio scorso. Tutto rigorosamente studiato. Non per niente il Canard enchaîné, nota testata satirica, ha titolato: "Sarkozy aveva promesso la luna: avremo solo la luna di miele".
E’ chiaro allora che Carla Bruni è solo un ingranaggio di questo terribile meccanismo del potere. E se non si è ancora accorta che il suo promesso non è certo un adone, speriamo che si accorga almeno di questo.

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