- Parmaonline
- Parmademocratica
- Pilotta (Parma città)
- Argomenti
- Sorgenti (politica)
- Dossier
- STT, SPIP, STU PASUBIO
Approvati i piani industriali dello Stu Pasubio di Parma
Andrea Del Bue
Durante il consiglio-fiume di martedì in Municipio, terminato oltre la mezzanotte, sono state approvate a tarda serata, con numeri risicati, le delibere relative ai piani industriali delle società partecipate del Comune; Ade, Stt, Parmainfrastrutture (di cui abbiamo dato conto ieri), Stu Pasubio, It.City, Infomobility, Parma gestione entrate e Engioi. Su Stu Pasubio si sono concentrate le critiche più forti della minoranza. L’ad della società Maurizio Carboni ha parlato di «sfida possibile e importante». Massimo Iotti del Pd Stu Pasubio rappresenta «la più grande follia dell’aministrazione».
Il piano industriale di Engioi è stato presentato dal consigliere di amministrazione Fabrizio Pezzuto: «Questa società non ha indebitamento bancario, gode di una struttura snella e spese ridotte». Ma sempre Iotti non ci sta: «Engioi ha senso di esistere? A me sembra – lancia una provocazione – che serva solo per evitare gare d’appalto». Con lui, Maria Teresa Guarnieri, di Altra Politica-Altri Valori: «Parliamo di una società che aumenta i costi del Comune, perché ha un consiglio d’amministrazione da pagare. Inoltre, Engioi è stata travolta dalla recente vicenda giudiziaria; il suo presidente (Ernesto Balisciano, arrestato per la vicenda Green Money, ndr) è stato sollevato dall’incarico?».
«I costi per amministratori e sindaci – è la replica di Pezzuto – è di 25 mila euro all’anno: mi sembra davvero pochissimo. Per quanto riguarda il presidente, preciso che si è dimesso dall’incarico. Aggiungo che Engioi, per quanto ne sappiamo, non c’entra nulla con l’inchiesta e non è mai nominata negli atti». Altra partecipata, altra polemica: è la volta di Infomobility. A presentare il piano industriale è Arcangelo Merella, amministratore delegato, che punta sulla conferma degli 8.600 euro di utile registrati nel 2010. «Pochino – sentenzia Iotti -. In ogni caso, siete una delle poche società partecipate senza debito, quindi vi consiglio di scappare – è il messaggio sarcastico del consigliere -, perché primo o poi scaricheranno debiti anche sui di voi». Infine, It.City. In ballo c’è la nuova sede di via Saffi (attualmente gli uffici della società sono all’interno della sede di Iren), acquistata dal Comune contraendo un mutuo da 1 milione e 600 mila euro: «Stiamo ultimando i lavori di ristrutturazione», spiega il presidente di It.City, Stefano Rusca. E ancora Iotti: «Perché avete pagato la nuova sede? Il Comune non poteva regalarvela?». 07/07/2011