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Dall’Olio: “Ecco le inadempienze di Pizzarotti” durante l’Alluvione di Parma
Il capogruppo Pd: “La zona a rischio esondazione era già individuata nei piani di emergenza”. Il sindaco replica con una dettagliata ricostruzione dei fatti e attacca il consigliere: “Si dovrebbe vergognare”
Il giorno dopo il confronto in Consiglio comunale, il capogruppo del Pd Nicola Dall’Olio rilancia le critiche al sindaco Federico Pizzarotti che “con la sua solita eleganza, ha definito chiacchiere da bar le critiche e i rilievi circostanziati sulla gestione dell’allarme alluvione fatti in Consiglio comunale dall’opposizione. Purtroppo per la città e per Pizzarotti, uso a denigrare chiunque osi criticarlo, qui non si tratta di chiacchiere, ma di fatti”.
IL DOCUMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE CON L’ALLERTA
Scrive Dall’Olio che alle ore 14 del 13 ottobre l’Agenzia regionale della Protezione Civile dirama ai sindaci dei Comuni attraversati dal torrente Baganza e torrente Parma un’allerta per l’attivazione della fase di preallarme. Le disposizioni regionali prevedono che il sindaco, ricevuta la comunicazione, “disponga le opportune misure di prevenzione e di salvaguardia della pubblica incolumità”.
A Parma, osserva l’esponente del Pd, “diversamente dagli altri Comuni allertati, non succede niente. Il sindaco, che non ha provveduto a delegare un assessore per la Protezione civile ed è quindi unico responsabile, non attiva le procedure previste per queste situazioni: non informa la popolazione interessata dal rischio esondazione; non manda la polizia municipale a presidiare ponti e strade; non prende quelle misure ordinarie di prevenzione che erano state adottate in occasione della piena del Baganza del 2000”.
Sollecitato a rispondere su questo, aggiunge Dall’Olio, Pizzarotti “si difende dicendo che nel 2014 le allerte non possono arrivare via fax o posta elettronica certificata, perché si perdono nel flusso continuo di comunicazioni che riceve il Comune”. Una giustificazione che per il capogruppo “ha dell’incredibile e che dimostra quanto la gestione della protezione civile sia stata colpevolmente sottovalutata per non dire ignorata da questa amministrazione”.
Significa infatti che “dentro il Comune non viene garantito un presidio adeguato alle comunicazioni di allerta tanto più che tali comunicazioni, evidentemente a insaputa del sindaco, arrivano anche via sms, sempre che siano stati forniti numeri attivi e presidiati”.
Se nell’esercizio delle sue deleghe il “sindaco si fosse minimamente interessato alle questioni della protezione civile avrebbe scoperto che la gestione dell’emergenza non si improvvisa, ma va pianificata e organizzata con un lavoro continuativo, quello che è mancato in questi due anni e mezzo. Avrebbe anche scoperto che nel piano di emergenza per gli eventi alluvionali, l’area che è stata inondata corrisponde esattamente all’area urbana indicata a rischio di esondazione dalle specifiche cartografie”.
Una normale procedura di prevenzione – conclude Dall’Olio- ” doveva portare, una volta ricevuto il pre-allarme, a presidiare immediatamente la zona a rischio, ad avvertire la popolazione residente e i centri sensibili come l’ospedale, le scuole, le strutture socio-sanitarie e ad approntare misure di messa in sicurezza delle persone, tutte cose che Comuni più piccoli, ma meglio amministrati, hanno fatto quello stesso giorno”.
“La verità è che da bar qui c’è solo la superficialità e l’improvvisazione con cui Pizzarotti ha trattato e continua a trattare ambiti di competenza comunale di importanza fondamentale per la sicurezza dei cittadini”.
LA REPLICA DEL SINDACO – La risposta di Pizzarotti al consigliere Pd arriva in serata attraverso una nota stampa del Comune. “A differenza del consigliere Dall’Olio – scrive il sindaco -, non è mio costume entrare nella polemica a mezzo stampa, perché preferisco i luoghi istituzionali come il Consiglio Comunale. Preferisco sempre far parlare i fatti, e solo quelli, che purtroppo stanno lì a dimostrare come in quel maledetto lunedì è stato fatto il possibile, da parte di tutti, per salvare Parma dall’inondazione del Torrente Baganza”.
“I fatti – precisa Pizzarotti – sono che:
1) La prima comunicazione dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile (n. 147/2014) è arrivata alla sede della Protezione Civile Comunale a Parma alle ore 14.57, anche se in testa al documento sta scritto “Inizio di validità: ore 14” (e questo Dal’Olio non lo scrive);
2) Il suddetto documento – riferito alla “attivazione fase di preallarme” – comportava come effetti attesi: “possibili danni alle opere idrauliche, di difesa e di attraversamento, e alle attività antropiche in prossimità dell’alveo”, quindi, come tale, non prevedeva un allarme generalizzato alla popolazione per un evento che peraltro si è manifestato in tutta la sua violenza anche in città circa un’ora dopo.
Questo livello di allerta prevede di “attivare ogni possibile azione per il monitoraggio della situazione in atto e per preparare eventuali interventi urgenti”, oltre che di “segnalare l’evoluzione dell’evento e le connesse indicazioni per la salvaguardia della pubblica incolumità”. Gli addetti ai lavori stavano appunto mettendo in atto le operazioni di sorveglianza e monitoraggio del territorio, con la chiusura del Ponte pedonale della Navetta, quando l’evento era già in atto.
3) Solo alle ore 16,59, quindi quando già le acque del torrente Baganza avevano invaso la città, è giunta la comunicazione di “allerta” da parte della Agenzia regionale di Protezione Civile, prevista “a partire dalle ore 16” (n. 148/2014). Si tratta dell’attivazione della fase di allarme in base alla quale “sono previsti allagamenti di aree golenali con interessamento di abitazioni o attività”.
Ovviamente, a quel punto, tutte le forze erano in campo. In queste condizioni era assolutamente impossibile, e certamente anche controproducente, attivare un allarme generalizzato fuori tempo massimo, senza neppure conoscere l’evoluzione dello straripamento. Si poteva soltanto di attivare le risorse disponibili per affrontare l’emergenza conclamata. Ed è ciò che è stato fatto”.
“Concludo – aggiunge il sindaco – ricordando che gli apprezzamenti espressi dal Consigliere Dall’Olio sono a dir poco vergognosi verso le strutture operative del Comune e degli altri enti, che hanno operato insieme e senza risparmi di forze per affrontare una situazione che Parma non aveva mai conosciuto da un secolo a questa parte. E ad una settimana di distanza possiamo dire che ci sono riusciti.
Le parole di Dall’Olio diventano chiacchiera da bar quando si dice che da parte dell’Amministrazione c’è stato un completo disinteresse sul dramma, o che si gioca sui social network, mentre sono stati essenziali per informare passo dopo passo la cittadinanza colpita, visto il black out delle altre linee di comunicazione.
Ma diventa chiacchiera da bar anche perché, anziché discuterne in Consiglio Comunale nella seduta monotematica già in programma, luogo naturale di discussione, il Consigliere Dall’Olio lo fa tramite comunicato stampa, che non ha nessuna ufficialità e rappresenta unicamente il tentativo di fare polemica su una disgrazia a mezzo stampa. Per questo si dovrebbe vergognare”.