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EFFETTO PARMA: L’ELDORADO DEL SINDACO PER CASO CHE HA INGANNATO GLI IDEALI DELLA CITTA’
AVETE INGANNATO GLI IDEALI DELLA CITTA’ LOCANDINA MANIFESTO PDF
Il vorticoso movimentismo di Federico Pizzarotti
E’ una bella avventura quella che sta vivendo da quattro anni il giovane sindaco Pizzarotti. Meno i parmigiani traditi e ingannati, speravano in un reale cambiamento, invece hanno vissuto anni di restaurazione. Probabilmente, tra coloro che si meravigliarono per la sua elezione, ci fu pure lui stesso, che maggiormente, forse, si meravigliò. Presentatosi con il comico genovese a fianco, e spalleggiato dal magnate digitale Mauro Del Rio (Buongiorno.it, e Winga, dove la moglie lavora), puntando al ballottaggio -questo sosteneva il suo ex amico Mauro Paolo Nuzzo, vera anima popolare di quella lista grillina, costretto poi ad abbandonare il gruppo, per vilipendio al programma elettorale. Ed ora dopo questa esperienza dichiara che non si ripresenterà alle prossime Amministrative, ma non si ritira dalla politica [LINK]. Pizzarotti dopo essere stato scelto da un ristretto numero di persone di un movimento sorto poco prima, attraverso le pratiche della Casaleggio& Associati (nucleo iniziatore del M5S), forse senza farsi troppe illusioni, con la lista grillina, alle elezioni, ebbe la fortuna di inserirsi nei macroscopici errori altrui, cioè del Partito Democratico, che scelse il candidato calato dall’alto della segreteria nazionale e dalla Regione (asse Bersani – Errani). Si ritrovò così al ballottaggio sopravanzando l’ex sindaco Ubaldi (16% al primo turno) che voleva riprendere il potere e, contro ogni previsione della vigilia, al ballottaggio vinse Pizzarotti. Chi lo votò al ballottaggio, e parlo del 60% dei parmigiani, (al primo turno prese il 19%), manco lo conosceva, ma conosceva bene il suo avversario, Bernazzoli, appartenente al vecchio “apparatchik” del Partito Comunista, addirittura sponsorizzato dagli industriali, da quei “padroni” che contestava quando era sindacalista originario di Toccalmatto, prima di diventare presidente della Provincia in sostituzione del defunto Andrea Borri, ex deputato democristiano.
Una scelta peggiore il Partito Democratico non poteva farla. Aveva forse, il candidato vincente nella manica -ma uscì perdente alle primarie (l’ex capogruppo in Comune, avv. Giorgio Pagliari). Forse pensando di aver già vinto dopo la defenestrazione di Vignali, non parve vero di poter riportare un ex comunista sullo scranno più alto del Comune dopo che gli ex democristiani entrati nel Pd avevano costituito la nuova classe dirigente del partito.
Il neo sindaco, avendo avuto la caratteristica di essere eletto primo sindaco di un capoluogo di provincia del Movimento 5 Stelle, salì subito all’onore delle cronache; i giornali lo citarono diffusamente, divenne un caso nazionale e cominciò l’avventura nel migliore dei modi, ben presto oscuratasi per la non consonanza sulle pratiche e sulle idee di Amministrazione con quelle del boss comico Beppe Grillo che conosceva bene i suoi polli e per vincere aveva imposto a tutti di non parlare in TV e non andare ai talk show. Il monologo dell’istrione genovese in Piazzale della Pace gremita, resterà nella memoria elettorale della città in cui irrideva i parmigiani sulla cui testa pesava un debito creato dalle Amministrazioni precedenti. Il resto è storia conosciuta.
Ma, un giovane, ancorché simpatico (che non è), difficilmente può, anche con le migliori intenzioni, improvvisarsi sindaco, specialmente se non è mai stato addentro alla vita amministrativa e culturale della città. In particolare come quella di Marpa (anagramma di Parma). Lui stesso ha dichiarato alle TV che non aveva mai messo piede nel Teatro Regio. La prima volta fu all’inaugurazione della sua prima stagione lirica come Presidente della Fondazione (l’Italia della meritocrazia! Grazie Grillo), assieme agli ospiti e nel palco reale. Qui devo dire ebbe un colpo di pura forza della ingenuità politica primitiva, quando estromise dal Regio l’orchestra a chiamata di Pellegrini e Maghenzani, [LINK]dopo 11 anni di regno incontrastato, che in teatro avevano posto base anche con i loro uffici e guadagnavano sulla testa dei musicisti, malpagati, grazie ad una convenzione [LINK] voluta da Ubaldi, che li garantiva e consentiva loro di esercitare un vero caporalato musicale.
Operazione che a Pizzarotti riuscì in quanto non era ancora stato preso nella morsa del sistema Marpionis. E quell’orchestra era iscritta all’UPI (nel tempo divenuta una specie di P2 locale). Non credo che ora avrebbe ancora quell’ardire. La vera e forse unica cosa giusta che gli riconosco del suo mandato.
In campagna elettorale si era detto contro la tassazione alta che opprimeva i cittadini, ma diventato sindaco si è ben guardato di eliminare quelle imposte al massimo livello volute dal Commissario Ciclosi, così i parmigiani, sono tra i cittadini italiani con le tasse comunali più alte. Il discorso dell’inceneritore non merita nemmeno un commento; ha mentito fin dall’inizio sapendo di mentire. Per opporsi all’Iren, poi, che minacciava cause alla grande occorreva una persona con coraggio, autorevolezza e pronto al confronto nel quale, forte di decisivi motivi, poteva uscirne vincitore o a dettare leggi particolari all’ Utility. Ma Pizzarotti non era un uomo dalle simili caratteristiche, anzi! Divenne amico dei vertici IREN.
Aveva ereditato un debito enorme provocato da “Ubaldi cantiere” in cui Vignali alla deriva etica, con buona complicità, restò soccombente, ma Pizzarotti avrebbe potuto rinegoziarlo con le banche, ristrutturare il debito, trovare accordi in funzione di responsabilità in cui gli istituti bancari non potevano dirsi esenti; avrebbe potuto commissionare ad esperti una due diligence su tutti i conti bancari del Comune e delle Partecipate. Ma invece non fu attivata nessuna azione di responsabilità. Se avesse avuto appoggi romani avrebbe potuto fare il muso duro con le banche che non potevano permettersi di avere contro la municipalità; ma il suo partito a Roma doveva ancora ritrovarsi nei meandri in cui si era catapultato, nonostante l’esperienza di gente navigata come Grillo e Casaleggio che conoscevano molto bene i meccanismi del potere per averli vissuti personalmente. Con la Webegg (società a gestione totalmente autocratica) Gianroberto la lasciò nel 2002 con un debito di ben 16 milioni di euro e il fatturato in picchiata libera. Di questo però non se ne parlò, ma il Sai Baba genovese rinfacciava e derideva i parmigiani per il debito prodotto dalle loro precedenti Amministrazioni con un copione comico studiato per i voti; non per i parmigiani, ma per il suo interesse. A Parma, a detta di Grillo e poi di Pizzarotti, sarebbero dovuti arrivare i migliori consulenti ad affiancare il Sindaco e gli assessori. Parma, doveva tornare a splendere di luce propria dopo le devastazioni della politica, attraverso una gestione trasparente! Non si vide, però, nessuno. E di trasparente vi fu solo l’enunciato. Pensate, la partecipata Parmainfrastrutture non pubblica online i bilanci degli ultimi anni [LINK]. Compare questa scritta (Pubblicazione non obbligatoria secondo quanto specificato nel foglio 2 (ambito soggettivo), di cui all’allegato 1 “Elenco degli obblighi di pubblicazione vigenti” alla Delibera CIVIT n° 50/2013 “Linee guida per l’aggiornamento triennale per trasparenza e integrità anno 2014 – 2016”). I motivi sono altri. La Partecipata (Amministratore Unico, dott. ROBERTO DI CIOCCIO e Responsabile Anticorruzione, l’ex SPIP Matteo Antorini) ha un debito di diversi milioni nei confronti del Comune che non sta pagando con la compiacenza dell’Assessore Ferretti.
Pizzarotti aveva imbastito con difficoltà la squadra di Giunta anch’essa improvvisata, indegni tutti di una città medaglia d’oro alla Resistenza. Per ultimo una assessora torinese alla cultura Maria Laura Ferraris, senza esperienza, lavori saltuari, se non quella di deputy venue manager dei Giochi Olimpici di Torino del 2006, venditrice di cioccolato artigianale, di porte, Project Manager Guida Sicura per Volkswagen Group; Laurea in Conservazione dei beni culturali Università di Parma nei corsi di Arturo Carlo Quintavalle e la di lui moglie Gloria Bianchino. Chi l’aveva catapultata e imposta? Non certo fu per il suo curriculum. E infatti produsse una “gestione dell’assessorato alla Cultura oltre che per la pochezza della proposta e della progettualità, la Ferraris si è distinta per l’assoluta arbitrarietà nel dare patrocini e contributi, in funzione delle simpatie e degli sbalzi di umore personali, e per un uso quanto meno lunatico dei bandi”. Da ricordare lo smantellamento del sistema bibliotecario e del centro audiovisivi Lino Ventura (Chiedere a Andrea Mora di “leggere tra le ruspe”). [LINK]
Significativo il macabro Natale dell’epoca Pizzarotti [LINK]con la stalla degli animali vivi in piazza e a fianco la degustazione delle loro carni. Un vero animalista convinto si dichiarava in campagna elettorale, ma detto sottovoce, solo per i voti. Io non gli ho mai creduto, come non ho mai creduto a Grillo. La strategia di Grillo è quella di chi agisce per interposta persona. Si nutre di malcontento per i tuoi interessi. Grillo non è solo un comico, e non è solo, come lui e qualcuno vorrebbe far credere. Il popolo disperato si affida sempre a uno capace di fare il capopopolo, con le promesse del cambiamento, gli annunci slogan, perché ha perso le speranze in se stesso. E sappiamo tutti come va a finire con i capipopolo. E i capipopolo sono sempre la conseguenza di un sistema che degenera, incapace di rinnovarsi negli uomini e nelle idee. Un sistema che ha perso la spinta rigenerativa, incapace di mantenere la speranza nella gente. E se il sistema genera depressione e disperazione, basta poco a qualcuno con mezzi e abile nella manipolazione di massa a trasformare zombie in adepti e sostenitori. Cosa fu la radio in mano a Hitler! Ma non è Grillo né i Grillini il futuro. Questi stanno preparando il terreno a un nuovo ordine mondiale della finanza, come indicava Casaleggio nel suo video “Gaia”. d’altra parte chi ha adottato per prima il sistema digitale come modo operativo della propria realtà, per il governo dei flussi e delle transazioni? Sono loro oggi che detengono il potere economico, finaziario e tecnologico… [LINK]senza il peso della sofferente industria manifatturiera che paga la transizione al digitale e all’ultrafinanziarizzazione di ogni attività.
Il sindaco iniziò a muoversi con disinvoltura tra i palazzi del potere e a farsi ben volere, come il cane dal padrone. Non avendo forse avuto molte esperienze di viaggi all’estero, ha cominciato a viaggiare spaziando dal Giappone agli Stati Uniti, alla Cina e altrove, a carico delle aziende locali che iniziarono ad usarlo come piazzista istituzionale, ruolo non previsto, ma opera semmai della Camera di Commercio.
Anche con gli imprenditori, ha trovato subito un feeling da consapevole subordinato (come suo stile da operatore a chiamata). Lo misero presto alla prova e si capirono subito vicendevolmente, dopo un comprensibile inizio di diffidenza, nelle loro assise fu applaudito, tant’è che trovata la giusta sintonia, anche la Gazzetta, che inizialmente indicava con frequenza i mali della città, implicitamente accusando l’Amministrazione d’inerzia, ha smorzato i toni e gli dimostra simpatia dedicandogli pagine intere.
Se ne è andato in Cina con la Dulevo e prossimamente tornerà in America per un evento collegato all’alimentazione di ristoranti italiani newyorkesi, per un sicuro accreditamento di immagine.
Però la città sta avendo un degrado che non ha mai conosciuto; il centro langue, la città è sporca, i parchi sono irriconoscibili, senza alcuna manutenzione, i prati sono divenuti campi incolti e la raccolta differenziata, dovuta soprattutto alle buone pratiche assunte da tempo dai cittadini, non certo per il metodo imposto da IREN, che non trova positivo riscontro degli utenti, dato che le discariche a cielo aperto sono in aumento ed i sacchi lasciati nelle strade non sono una rarità. Roberto Ghiretti ha raccolto oltre 6500 firme [LINK] contro questa soluzione, scegliendone un’altra. La carenza di collaboratori validi la si vede anche nei parchi ove si può toccare con mano l’incuria. Faccio un esempio. Piazzale della Pace (area verde monumentale del complesso storico della Pilotta è stata devastata dall’incuria e da un vergognoso uso fieristico, che ne banalizza e ne deturpa il valore originario, per una attività commerciale devastante e banale [LINK]. L’abbandono dei bagni ipogei, un gioiello storico, a fianco del Teatro Regio [LINK]. Il progettista Mario Botta in visita a Parma è rimasto inorridito di fronte allo scempio: “Sono tramortito di come è stato ridotto l’insieme monumentale straordinario della Pilotta con il suo fascino del non finito…Pensare che portavo questo esempio di Parma nel mondo. Ho provato malessere visitando oggi Parma”. Non si possono lasciare queste sedimentazioni storiche che costituiscono il vero valore delle città, abbandonate e tristemente occupate da installazioni che deturpano il luogo. Si deve essere coscienti di cosa si fa e dove lo si fa”.
Il piano zero della Pilotta è stato più volte ripreso fotograficamente nel suo squallore e richiesta una specifica progettualità d’insieme per una adeguata funzionalità.
L’abbandono del parco Pellegrini con annesso il Teatro delle Culture Popolari [LINK].
Nel parco Eridania si possono notare tracce di passaggi d’auto, anche profondi nei prati, specialmente vicino agli stradelli. Dopo lunghe proteste sono stati messi a dimora dei pilastrini che delimitavano lo spazio vicino alla nuova sala ipogea prima circondato da orrendi blocchi di cemento. Tuttavia, installati i pilastrini, gli orrendi blocchi sono rimasti a terra, indice di totale assenza e incuria di quel parco. E’ pur vero che quell’edificio è al momento oggetto di ristrutturazione ad opera della Fondazione Toscanini per divenire il loro “Centro di produzione Musicale”. Ma l’incuria non dipende dall’impresa che sta eseguendo i lavori e ha delimitato con propria recinzione tutto il cantiere. Le vasche d’acqua a fianco dell’Auditorium Paganini sono in condizioni pietose. E così pure i camminamenti. Dal parcheggio all’ingresso del Paganini il camminamento che tutti le sere deve fare il pubblico è completamente al buio…
Sempre sull’argomento andando nel limitrofo parco Falcone e Borsellino si possono osservare tronchi tagliati (che non sono una installazione alla Pistoletto) di un grosso albero abbattuto (che doveva solo essere potato a regola d’arte, ma si è preferito abbatterlo) e i tronchi sono lì giacenti in mezzo al prato da un paio d’anni o più. Lo stesso parco pare sia il paradiso degli spacciatori. Infatti in ogni ora del giorno si vedono neri in crocchio seduti sulle panchine o isolati in bici, sempre a parlare nella loro lingua col telefonino per i loro traffici. Dove sono i servizi sociali e la Polizia Municipale? Perché li si lasciano abbandonati a loro stessi?
Chi era uso a sostare nel parco, in special modo anziane signore, evitano ora quei luoghi occupati dagli extracomunitari, spazi che aumentano in continuazione. [LINK]
Il parco dovrebbe essere monitorato di continuo invece sembra di essere in una terra di nessuno.
Come ho detto all’inizio, un sindaco non s’improvvisa, ma un sindaco improvvisato non giova alla città che abbisogna di professionalità e di cura e controlli costanti. Visione amministrativa e rapporto diretto con la gente. Autorevolezza nei rapporti tra poteri. Per non parlare dei borghi storici dove spesso l’odore di piscio è asfissiante in particolare in estate. I viali dei parchi non vengono bagnati e il pulviscolo impregna i polmoni.
Vi è stata una totale inadeguatezza e superficialità colposa, arrivando pure alla disinformazione e depistaggio nella prevenzione e nella gestione emergenze: a) alluvione Baganza; b) Legionella.
Fra circa sei mesi si andrà a votare e pare che la maggior preoccupazione del sindaco Pizzarotti sia quella di restare in sella, una preoccupazione totalizzante, alla città ci penserà chi viene dopo, magari, lui stesso. Forse ai boss della città non dispiacerebbe, secondo il vecchio adagio latino “Quieta non movere e mota quietare” (Non agitare ciò che è calmo, ma calma piuttosto ciò che è agitato), che rimanesse lo status quo, la città, che molti cittadini vorrebbero diversa, stando agli articoli-questionario che ogni sabato la Gazzetta pubblica, a loro va bene così e in questa situazione va pure bene Pizzarotti che è divenuto l’espressione del loro sistema. Non la pensano così i dirigenti all’interno del Comune dove si è creato un clima di inimicizie, tensioni e schermaglie giudiziarie. Pare vi sia il vuoto tra i dirigenti il Sindaco e la Giunta dovuto principalmente a una gestione organizzativa da incompetente e arbitraria. Nonostante i recenti costosi nuovi arrivi: l’inesperto DG Marco Giorgi (mai svolto oprima questo tipo di incarico) [LINK] e l’ombrettato Marco Cassi [LINK]. Entrambi in quota PD.
Ma molti parmigiani si sono sentiti traditi e non sono d’accordo sulle posizioni sia della Gazzetta che dell’UPI, vedendo il sindaco così supino ai desiderata dei centri di potere, e alle prossime elezioni è possibile che lo dimostrino col voto. Intanto Pizzarotti si gode questo scampolo che gli rimane dell’Eldorado ove si è trovato per caso, ma dove ci sta così bene e gira in aereo per il pianeta con la massima disinvoltura. Ma questo non è amministrare una città. Cosa augurargli? Prendiamo a prestito da quella miniera che è il poeta latino Orazio un suo auspicio dedicato ad un amico: Ludisti satis, bibisti satis edisti atque, tempus adire tibi est” (ti sei divertito, hai mangiato e bevuto abbastanza, è ora che te ne vada).
Che se ne vada soprattutto perché ha ingannato gli ideali della città che lo aveva votato, tradendo le promesse, in molti speravano, ingenuamente, in un radicale cambiamento nella politica amministrativa locale, mentre si è assistito a una vera e propria restaurazione. E soprattutto di questo si dovrà tener conto alle prossime amministrative del maggio 2017. Il Grillino rampante a Parma è finito! (Parma, 17/11/2016 – aggiornato il 21/11/2016)
Luigi Boschi
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Caro Luigi,
ottima analisi. Ciao.
Andrea