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Elezioni 2017 a Parma, la lista del Prc a sostegno di Manno
“Saremo in contrapposizione alle destre ma anche alternativi al centrosinistra di Scarpa e alla proposta politica di Pizzarotti”
Amadei Mario, Azzolini Remo, Bastoni Giovanni, Bocchia Mauro, Catelli Adolfo, Cordani Guglielmo, Cutaia Lodovico, Durante Chiara, Ferrari Alessandro, Ferrari Franco, Gabbi Orietta, Garulli Valter, Munck Karin, Partesotti Simone, Piro Pietro Paolo, Pracella Giuseppe, Proietto Angela, Spocchi Rossana, Stella Elena, Terzoni Renzo, Varatta Antonio, Varesi Paola, Zanza Amalia, Amadei Giuliano.
Questi i candidati di Rifondazione comunista in Consiglio comunale in vista del voto dell’11 giugno. Rifondazione sarà in coalizione con il Pci a sostegno della candidatura a sindaco di Ettore Manno “non solo in contrapposizione alle destre ma anche in alternativa al centrosinistra di Scarpa e alla proposta politica di Pizzarotti”.
“Anche a Parma si devono mettere finalmente al centro delle scelte amministrative gli interessi dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli, dare risposte concrete ai bisogni delle classi popolari colpite da politiche di austerità, garantire i diritti costituzionali al lavoro, alla casa, alla salute e all’assistenza, all’accoglienza e al libero accesso ai beni comuni”.
Prc ritiene che il Comune debba “provare a costruire risposte per il rilancio dell’occupazione a livello locale, rispettare i diritti del lavoratori nei servizi di sua diretta competenza e superare il criterio del massimo ribasso nell’affidamento degli appalti; riaffermare con forza il diritto di tutti alla casa, ad una sistemazione dignitosa e a vivere in una città solidale e accogliente”.
Frale altre proteste quella di “favorire pratiche di solidarietà, mutualismo e autorganizzazione popolare; affrontare le crescenti situazioni di povertà e arginare l’attacco allo stato sociale, ripristinando il ruolo del pubblico contro privatizzazioni ed esternalizzazioni; difendere i beni comuni, partendo dalla ripubblicizzazione del servizio idrico in attuazione del voto referendario e sperimentare nuove forme di partecipazione e democrazia diretta che garantiscano a comitati, associazioni, cittadine e cittadini, di intervenire nelle principali decisioni che riguardano città e quartieri, a partire dal bilancio. Ripensare adeguati strumenti di decentramento, anche alla luce della fallimentare e insufficiente soluzione dei Ccv”.
Ribadito lo “stop al consumo di suolo e all’aggressione del territorio, al proliferare di grandi centri commerciali, alla desertificazione della vita sociale, specie nelle periferie; porre fine alla svendita del patrimonio pubblico e alla speculazione edilizia, specie su alcuni luoghi simbolo della città (come l’Ospedale Vecchio) rilanciando una progettazione partecipata; pianificare una valorizzazione diffusa della città, con particolare attenzione alla vivibilità dei quartieri popolari, alle esigenze di disabili, bambini e anziani, con investimenti in adeguate politiche di accoglienza e integrazione, servizi, trasporto pubblico, rilancio del commercio di vicinato, verde pubblico”.
Quindi “fare di Parma una città ecosostenibile, all’avanguardia nella difesa dei beni comuni e dell’ambiente, puntando su agricoltura biologica, su efficienza e risparmio energetico, su riciclo e riuso, su un piano di mobilità sostenibile (disincentivando l’uso dell’auto a vantaggio di un potenziamento dei mezzi pubblici, pedonalizzazione e mobilità dolce) anche per affrontare strutturalmente il problema dell’inquinamento atmosferico” e “ripensare la vita culturale della città come progetto partecipato, dal basso, che stimoli autorecupero e autorganizzazione, coinvolga soggetti attivi e valorizzi le realtà culturali emergenti, garantendo una libera fruizione di spazi pubblici, favorendo accessibilità a tutti e diffusione capillare dell’offerta
culturale, potenziando il servizio biblioteche e mettendo i cittadini, specie i giovani, nelle condizioni di poter coltivare al meglio le proprie passioni nel campo dell’arte, della musica, del teatro, del cinema, dello sport ecc.”
Infine “far rivivere la memoria antifascista di Parma valorizzando il lavoro di centri studi attivi in città e negando agibilità politica a quelle formazioni che al fascismo fanno esplicito riferimento”. 05 maggio 2017
Fonte Link parma.repubblica.it