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Elezioni 2017 a Parma, l’analisi del voto secondo l’Istituto Cattaneo
Lo studio dei flussi dell’Istituto Cattaneo: sindaco uscente raccoglie voti tra Pd e M5s. Le reazioni al voto, Salvini critica gli alleati. Curiosità: solo 70 voti per ex capo della Procura Laguardia
A Parma Federico Pizzarotti piace anche agli elettori di Pd e M5s. E’ quanto conclude l’analisi dell’istituto Cattaneo di Bologna sui flussi elettorali del primo turno delle amministrative che ha decretato il ballottaggio tra il sindaco uscente e il candidato del centrosinistra sostenuto dal Pd Paolo Scarpa.
In particolare rispetto a cinque anni fa, quando fu eletto sindaco di Parma con il Movimento 5 stelle, Pizzarotti ( ricandidato con la lista civica Effetto Parma) è riuscito in queste elezioni a espandere il proprio bacino di voti “pescando” in modo trasversale da quelli degli altri schieramenti.
Dal raffronto con i flussi elettorali del 2012 emerge infatti che l’ex primo cittadino avrebbe fagocitato una fetta rilevante di voti (8,3% dell’elettorato) al bacino dell’allora candidato di centrosinistra Vincenzo Bernazzoli, ma anche da quello del candidato di centrodestra dell’epoca Elvio Ubaldi (3,1%). Ottenendo oggi persino un discreto consenso (4,8%) dai votanti che lo avevano fatto eleggere del Movimento 5 stelle, da cui Pizzarotti è uscito. Il sindaco è così passato dal 19,5% dei voti validi del 2012 al 34,8% del 2017.
Paolo Scarpa, invece, avrebbe tratto i suoi voti quasi interamente dall’elettorato dei candidati di centrosinistra e di sinistra del 2012. L’Istituto Cattaneo sottolinea inoltre un certo “grado di infedeltà” nell’elettorato del Pd: “Si nota infatti che non solo una parte rilevante di questo bacino si riversa su Pizzarotti, ma quote non trascurabili premiano la candidata del centrodestra Laura Cavandoli e candidati minori”.
Infine, una variabile determinante del primo turno del voto a Parma è stata quella dell’astensione, pari al 53% ed aumentata di quasi nove punti percentuali rispetto al 2012. A non andare a votare sarebbero stati in primo luogo i sostenitori del M5s (il 14,5% dell’elettorato passa dal partito di Grillo al non-voto) e, secondariamente, dall’elettorato di centrodestra (ben il 5,9% dell’elettorato trasmigra dal partito di Berlusconi al non-voto). In dettaglio i cittadini che alle scorse elezioni avevano scelto Pizzarotti, domenica sera si sono praticamente divisi in due tra chi ha rinnovato la fiducia al sindaco (è il 4,7% del corpo elettorale) e chi ha preferito astenersi (il 5,5% del corpo elettorale). In altre direzioni (compreso il nuovo candidato M5s Daniele Ghirarduzzi) sono andate invece solo briciole.
Il giorno arrivano le reazioni a freddo. Matteo Salvini ha rivendicato il risultato della Lega Nord, non risparmiando agli alleati una stoccata su Parma. “Spiace per Parma con la Lega al 12% e gli alleati del centrodestra al 2%”.
A Parma c’è stato il “nostro peggior risultato elettorale degli ultimi dieci anni. Evidentemente i nostri elettori si sono trovati bene e hanno continuato a votare Pizzarotti”. Ne prende atto il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio.
“Seppure ci sia rammarico per il mancato passaggio al ballottaggio della coalizione con la bravissima Laura Cavandoli, registriamo con soddisfazione l’ottimo risultato in termini di preferenze personali dei nostri candidati , in particolare di Priamo Bocchi il più votato , con 335 voti, delle 4 liste della coalizione oltre che alla tenuta della lista in termini percentuali” replica Fdi-An
“Il 20% premia il nostro impegno in campagna elettorale”. È soddisfatta Laura Cavandoli per il risultato raggiunto dal centrodestra, nonostante sia sfumato il ballottaggio. La candidata sindaco ha sottolineato come si tratti di un obbiettivo conseguito grazie al traino della Lega: “Siamo da 20 anni fuori dal Consiglio, è un grosso passo avanti”. Cavandoli ha al momento escluso accordi per il ballottaggio a favore di Pizzarotti o Scarpa: “Sono tutti e due di sinistra, con un orientamento molto lontano dal nostro. Non prendiamo posizione, aspettiamo domenica e vedremo. La mia opinione è che se i parmigiani andranno a votare, esprimeranno un voto contro e non a favore dell’uno o dell’altro”.
“Un primo turno non decisivo, che prelude ad una sfida vera e aperta tra Federico Pizzarotti e Paolo Scarpa, nella quale saranno decisivi i contenuti. Un astensionismo molto alto, che conferma, aggravandola, la tendenza alla scarsa partecipazione: un astensionismo che chiama i candidati – e Paolo Scarpa, spinto dal risultato del primo turno, può essere protagonista vincente di questa sfida – a recuperare l’attenzione delle elettrici e degli elettori non presentatisi al primo turno e a risvegliare il loro senso di partecipazione, perché la riduzione dell’astensionismo sarà importantissima per il risultato finale. Ringrazio i candidati consiglieri della coalizione di Paolo Scarpa per l’impegno profuso e, “in primis” (mi sia consentito), quelli del Pd, certamente non responsabili di un voto, che non ha premiato, purtroppo, né i loro sforzi, né il Pd stesso” dichiara il senatore Giorgio Pagliari.
La deputata Patrizia Maestri rileva il “preoccupante crollo dell’affluenza, peggiore a Parma rispetto a molte delle altre città chiamate al voto. Nonostante la pluralità delle candidature presentate, quasi la metà dei parmigiani ha ritenuto di non sentirsi rappresentata. Credo che rianimare la passione civica che ha sempre segnato la nostra città, recuperando anche il ‘non fatto’ di questi anni, sarà uno degli obiettivi prioritari della prossima Amministrazione Comunale”. Ed è “anzitutto alle persone che non hanno votato sarà necessario rivolgere la nostra proposta in vista del voto di ballottaggio. Perché domenica 25 giugno si deciderà il futuro di Parma e Paolo Scarpa ha tutte le caratteristiche per esserne parte attiva”. “Il risultato di Scarpa e del centrosinistra – aggiunge – è decisamente positivo e pone le basi per quel cambiamento di cui Parma ha veramente bisogno. Solo 1500 voti ci separano da Federico Pizzarotti che, in qualità di sindaco uscente, ha potuto godere di un’esposizione non indifferente. Ma forse anche questo ha influito: ai parmigiani interessa Parma, non la carriera di questo o quel candidato”.
Giuseppe Romanini: “Il voto, benché segnato da un astensionismo che non credo abbia precedenti nella storia della nostra città e che, proprio per questa ragione, deve sollecitare una riflessione e una risposta non superficiale, conferma l’attenzione dei parmigiani alla proposta politica di Paolo Scarpa che dopo essersi affermato alle primarie indette dal centrosinistra ha saputo costruire intorno a sé una proposta politico-amministrativa credibile e convincente. Al ballottaggio di domenica 25 giugno, come sempre, si ripartirà da zero a zero. Nei prossimi quindici giorni Paolo e la squadra avranno ancora l’opportunità di far conoscere le loro idee e sono certo che i cittadini di Parma ne riconosceranno e premieranno il valore. Penso che ci siano oggi tutte le condizioni per vincere questa sfida”.
E Scarpa ci crede: “Il sindaco esce malissimo da questo primo turno: sconfitto dalla città, perché meno del 35% è un risultato pessimo. La città ci ha gi detto che ci sta aspettando. Ce la facciamo, questa volta vince davvero Parma”. Sul suo sito elettorale Scarpa puntualizza inoltre: “In tanti avevano scommesso contro di noi. In tanti, fuori Parma, desideravano utilizzare la nostra citta’ per esperimenti politici nazionali, mentre noi ci impegnavamo a testa bassa e con grande determinazione per il nostro futuro. E i parmigiani hanno evidentemente apprezzato il nostro impegno, tanto da portarci a un’incollatura tra me e il sindaco uscente (34,9% a 32,5)”. Un risultato, fa notare il civico, “che la dice lunga sul giudizio dei parmigiani verso chi li ha amministrati negli ultimi cinque anni. Dobbiamo tornare tutti a votare al ballottaggio di domenica 25 giugno”.
“Scarpa ha ottenuto un risultato molto importante e straordinario, soprattuto considerando che fino a qualche settimana fa nessuno avrebbe previsto una situazione che ci vede oggi a soli due punti dal sindaco uscente. La rimonta è in corso e può essere completata fra due settimane cogliendo il messaggio di cambiamento che i cittadini di Parma hanno chiesto con il loro voto” osserva il segretario regionale dem Paolo Calvano.
Pizzarotti incalza: “Sappiamo dove dobbiamo migliorare: una differenziata più flessibile e attenta a ogni esigenza, una maggiore sicurezza per alcune aree fino a pochi mesi fa limitata dagli evidenti vincoli di assunzioni e poteri imposti dal Governo” e comincia anche a pungere l’avversario. “Dall’altra parte – prosegue – retorica buonista e progetti che sono tutto e il contrario di tutto, visto che il ‘come’ realizzarli non viene detto. I fondi? Non si sa. Come governare tenendo insieme Vignali Bis e sinistra? Nemmeno. Dovranno chiarirlo, perché la nostra Parma è già chiarissima, i nuovi interventi pronti e presentati, la copertura economica garantita”. Pizzarotti, per parte sua, garantisce: “Già all’indomani del ballottaggio la nostra Parma continuerà il suo cammino, ed è l’unica cosa che mi sta a cuore”.
Tra le curiosità del voto una riguarda l’ex capo della Procura di Parma, Gerardo Laguardia, candidato alle elezioni nella lista Parma Protagonista a sostegno di Scarpa e titolare delle inchieste che hanno travolto la precedente Giunta del sindaco Pietro Vignali; Laguardia ha ottenuto solo 70 preferenze, piazzandosi al 23esimo posto su 32 candidati. La performance non brillante viene sottolineata anche dal senatore ex Pdl Filippo Berselli, che si scontrò duramente con il magistrato. “I parmigiani – afferma Berselli – hanno dimostrato di non avere l’anello al naso ed hanno sonoramente bocciato la velleitaria e presuntuosa candidatura di Laguardia al consiglio Comunale”. Ma non solo: “La sua presenza in lista ha trascinato il Pd ad una vera a propria debacle, spalancando così le porte alla riconferma a sindaco di Federico Pizzarotti”. Secondo Berselli, infatti il sindaco uscente “al ballottaggio sarà sicuramente votato da tutti gli elettori del centrodestra, che non vorranno di certo un Pd come sindaco”.
Il risultato elettorale viene commentato anche da Luigi Alfieri, il primo a manifestare la sua intenzione di candidarsi a sindaco, che ha mancato l’obiettivo del 3% e non sarà quindi in Consiglio comunale. “Il risultato elettorale che abbiamo conseguito in questa tornata elettorale e’ al di sotto delle nostre aspettative. Il nostro sogno, condensato in un programma innovativo, non è stato condiviso come pensavamo”, dice Alfieri. Che ne spiega il motivo osservando come “la polarizzazione sui tre candidati piu’ visibili (sindaco uscente, centrosinistra e centrodestra) ci ha penalizzati”. Inoltre “il 45% di astensioni ci spaventa”. Il candidato ringrazia elettori e collaboratori e fa sapere: “Ora ci riuniremo per decidere il nostro percorso per il futuro”.
“Il lavoro fatto non solo in campagna elettorale ma nell’arco degli ultimi cinque anni sta pagando, dato che nell’indecifrabilità del quadro politico cittadino portiamo a casa un risultato che forse in pochi si aspettavano alla vigilia di queste elezioni” dice Emanuele Bacchieri, candidato sindaco per CasaPound Italia che alla chiusura dello spoglio raggiunge l’1,8% dei voti.
“Abbiamo decuplicato i consensi – spiega – rispetto alle politiche di cinque anni fa, segno che nel frattempo siamo riusciti a radicarci portando avanti le nostre battaglie a difesa degli italiani, contro criminalità e degrado, con una presenza costante a fianco dei parmigiani. Le 1350 preferenze raccolte sono voti per CasaPound a tutti gli effetti e non si spostano”.
Il Partito Comunista con Laura Bergamini si “impegna a trasformare questo risultato positivo per noi in azioni di rafforzamento del Partito e di lotta sociale. In piena coerenza col nostro progetto e programma dichiariamo che nessuna poltrona elettorale vale e varrà alleanze con formazioni che esprimono in un modo o nell’altro le incarnazioni di politiche antipopolari. La nostra campagna elettorale finisce ed immediatamente riparte da qui”. 12 giugno 2017
Fonte Link parma.repubblica.it