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Elezioni Molise, affluenza al 52,16%: testa a testa tra M5s e centrodestra. Il voto che influenza le trattative per il governo

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Alle urne sono andate 172mila persone: poco più di un elettore su due. I molisani, quindi, non si sono lasciati impressionare dal fatto che la loro piccola Regione rischia di influenzare le trattative per formare un esecutivo nazionale. Atteso un testa a testa tra Toma, candidato del centrodestra, e Greco del Movimento 5 stelle, che qui alle politiche aveva raggiunto il 44,8%

L’hanno ribattezzato l’Ohio d’Italia ma non è bastato per convincere i suoi cittadini ad andare alle urne. Un molisano su due, infatti, non è andato a votare per eleggere il nuovo presidente e venti consiglieri regionali. Nella piccola regione italiana l’affluenza si ferma al 52,16%. Ai seggi, chiusi alle 23, sono andate 172.791persone su 331mila aventi diritto. Tra questi 78mila sono residenti all’estero: più di uno su cinque.

Più alta della media regionale l’affluenza nelle due città capoluogo di provincia: a Campobasso ha votato il 62,69%, a Isernia il 59,67%. Nel resto della regione, però, gli elettori non si sono lasciati impressionare dal fatto che il voto possa influenzare direttamente le trattative per formare un governo a Roma. Alle regionali del 2013 l’affluenza arrivò al 61,63%, ma si votava in due giorni, mentre alle politiche del 4 marzo scorso andò a votare il 71,62% degli aventi diritto. Avevano optato soprattutto per il Movimento 5 stelle, capace di raggiungere il 44,8% dei voti. Staccati il centrodestra (29,8%) e al centrosinistra (18,1%).

Questa volta, invece, si preannuncia un testa a testa più equilibrato tra i pentastellati, che candidano il 33enne Andrea Greco, e la coalizione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, guidata da Donato Toma, 60enne presidente dell’ordine dei commercialisti. Molto lento lo spoglio: quando sono state scrutinate poche centinaia di schede il candidato del centrodestra è al 40,7% (142 voti) mentre il pentastellato è al 40,1 % (140 voti). Insegue la coalizione il centrosinistra, che presenta Carlo Veneziale, assessore del presidente uscente Paolo Frattura, eletto cinque anni fa dal Pd con il 44,7% dei voti. Veneziale è appoggiato anche da Liberi e Uguali, mentre il quarto candidato presidente è Agostino Di Giacomo di Casapound.

Come detto, però, a dare rilevanza al dato molisano è soprattutto il fatto che si tratta di una partita doppia. Il voto alle regionali, infatti, è atteso perché potrebbe incidere sugli equilibri romani in vista della formazione di un nuovo esecutivo. Non è un caso che nelle ultime settimane i vari leader hanno speso energie e parole per la piccola regione italiana. È dal Molise, per esempio, che Silvio Berlusconi ha offeso i pentastellati (“A Mediaset li prenderei a pulire i cessi” ) per poi fare marcia indietro su un possibile accordo di governo con il Pd. Il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva invece parlato di ‘un governo in 15 giorni’ se il centrodestra dovesse vincere in Molise e in Friuli-Venezia Giulia , dove si vota il 29 aprile. Anche il capo politico del M5S Luigi Di Maio ha legato il governo della Regione a quello nazionale nel comizio finale di Campobasso a sostegno di Greco. Proprio per questo motivo i più ironici hanno paragonato il Molise all’Ohio, cioè lo Stato che spesso determina il vincitore delle presidenziali Usa. 23 aprile 2018

Fonte Link: ilfattoquotidiano.it

Scrutinio da repubblica.it: http://elezioni.repubblica.it/2018/elezioni-regionali/molise?refresh_ce 

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