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Federico Pizzarotti in Chanche Giardiniere al Regio di Mauro Meli

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Chance Giardiniere rivive in Parma con Federico Pizzarotti, neo sindaco eletto del M5S, la sua storia.
Se nel film “Oltre il giardino” la fiction mostrava la possibile realtà, qui in terra di Verdi la reallife diviene fiction… o melodramma.
Il Peter Sellers locale sembra calato in un ruolo su misura. Il Puffi team di Chance Giardiniere fa fatica a formarsi. Lui ostenta sicurezza con il suo sorriso uguale per tutti, stringe mani ovunque… un mese ripetitivo in cui non succede niente nella città arsa dal caldo.
Fra un po’ chiederemo notizie al curatore fallimentare, Gino Capelli, assoldato a Assessore, che piano operativo intende perseguire con il bilancio comunale e le partecipate, gli incarichi in atto…

Sul Regio? Presidente della Fondazione è il Sindaco. Che fa? Tutto tace apparentemente, mentre Meli sembra si dia per confermato. Del bando a sovrintendente non se ne parla più, pensando il Sindaco sia competenza non sua ma dell’Assessore alla cultura (che non c’è ancora), ma così non è. Dichiarazione spontanea di Pizzarotti a una mia domanda in conferenza stampa.
Guardate cosa rilascia poi a Giuliano Molossi il nostro Chance Giardiniere: (Gazzetta di Parma 17/06/2012) E’ vero che il Maestro Meli si è offerto di restare un anno senza percepire alcun compenso? Non lo ha detto a me direttamente ma l’ho sentito dire anch’io. Ne parleremo. Diciamo che è una proposta interessante e che potrei valutarla. Siamo molto sensibili a ragionamenti di quel tipo. Devo incontrare anche altre persone che hanno ruoli di primo piano nel teatro. Devo tener conto che c’è un Festival che è già stato impostato, che abbiamo poco tempo. Anche in questo caso voglio pensare al bene della città”. Ecco il niente totale!!… di colui, l’ipsiota (diplomato IPSIA), che non sa di cosa sta parlando. Non sono d’altra parte citabili i laureati che hanno preceduto Pizzarotti, né in competenza, né in etica della cosa pubblica.
Immagino sia un ragionamento collegiale discusso e approvato in assemblea, come di solito avviene, che qualifica il grillismo parmigiano.
Andiamo a leggere che scriveva nel programma elettorale. Se decidesse infatti di rinnovare Meli vuol dire che non mantiene quello che ha promesso agli elettori: “La “reggenza” degli ultimi quindici anni, poco trasparente e molto dispendiosa, va sostituita con la passione e la competenza di chi ha dimostrato capacità e vocazioni adeguate per un teatro pubblico, e con un lavoro volto alla cura della qualità e alla formazione”. (programma elettorale del Mov. 5 stelle, pag. 57).
Silvia Avanzini SLC CGIL (dal Nuovo di Parma 15/06/2012): “Le voci su un’ eventuale proroga di Meli al vertice del Regio si rincorrono: la scadenza del suo contratto è così vicina che pare difficile trovare una sua alternativa. Ebbene: sarebbe uno schiaffo ai lavoratori che la rimozione della dirigenza l’hanno votata in Assemblea”.
 Meli, però, vuol anche dire anche Festival Verdi. Quel Festival Verdi che loro definivano in questo modo: “Centrifugato in una gestione spericolata e priva di visione prospettica, questo evento va reinterpretato”. (programma elettorale del Mov. 5 stelle, pag. 58).
Pizzarotti proseguiva nelle sue esternazioni il 20/06 sulla Gazzetta di Parma: “C’è il bando predisposto dal Commissario Ciclosi, non è stata nominata la Commissione.
No, la Commissione non è stata nominata e neanche ho visionato ancora i curricula che sono arrivati direttamente in Teatro e non in Comune. Ma ho intenzione di farlo. Il bando stesso poi prevede che il sindaco ne possa tener conto o meno, e introduce alcuni elementi innovativi in tema di trasparenza di bilancio. Intanto ho già incontrato il maestro Meli…”
Non c’è bisogno di commentare credo. Pur nell’ipotesi che Meli non venga confermato, perché rilasciare da nuovo Presidente della Fondazione Teatro Regio queste dichiarazioni nelle interviste? Sembra quasi non abbia ben capito che ci sta a fare lì dov’è. E questo è gravissimo. Già molti parmigiani che l’hanno votato iniziano a essere perplessi sulla scelta… di questo vuoto pneumatico, che saltella come nella gommaland, sponsorizzato al ballottaggio anche dall’ex sindaco Ubaldi (“Pizzarotti? Perché no!”).
Nei Grillini si sono ritrovati il prete scomodo, don Scaccaglia che dal pulpito proclamava l’amicizia con Bertinotti e la fede in R.C; Civiltà parmigiana di Ubaldi; il PDL di Villani e Buzzi; Tonino Rosi, fratello di Marco (Parmacotto); da i “NoTermo” a Casa Pound. La protesta dei conformisti. Un Ensemble politico da Repubblica delle banane o da Fichi d’India. Una trama gattopardesca (video). Tancredi: “bisigna cambiare tutto per non cambiare nulla”. (video)

Il nodo Orchestra? L’Orchestra Teatro Regio di Parma srl è divenuta cosa amministrativo-giudiziaria. E’in liquidazione (liquidatore Enrico Maghenzani). Pare vanti un credito dalla Fondazione Teatro Regio di circa 650.000 euro, ed è stata costituita un’altra società: “La nuova Orchestra Teatro Regio di Parma srl” con medesimo rappresentante legale, Sergio Pellegrini, stessa sede (uffici del Teatro Regio). Viene da chiedersi da chi sono stati autorizzati (se lo sono stati!) a utilizzare nuovamente il nome Teatro Regio. Mi ricorda cosa fece Baratta uscito dalla Toscanini, quando diede vita alla Symphonica Toscanini… finì in tribunale e perse la causa. Ovviamente, la convenzione del 2003, siglata con l’associazione Opera Ensemble, poi girata alla società srl, ora non dovrebbe più esser valida!… o hanno stipulato un contratto d’affitto di ramo d’azienda? La cosa diventerebbe ridicola!

A sentire Maghenzani pare sia stata costituita la nuova società musicale per le necessità di operare all’estero in particolare a Bilbao. Non riesco bene a capire Maghenzani? Che bisogno c’è di un’altra società?… Ma se per caso, forse, i problemi fossero economici, e quindi la liquidazione è una condizione prefallimentare, visto che il credito è stato maturato quando nel CDA della Fondazione Teatro Regio sedeva anche Fondazione Cariparma, non dovrebbero esserci grossi problemi a cedere il credito a Cariparma. O invece vi è una congruità del credito da valutare? Staremo a vedere. Certamente non è stata presa in considerazione l’obbligatorietà della messa in gara di simili prestazioni d’opera secondo il Codice dei contratti pubblici.

Sull’Orchestra un infuriato Pellegrini scrive contro l’Avanzini (Gazzetta di Parma 17/06/2012): ” Qual è il problema? Sarà forse il fatto che in 12 anni di attività il livello qualitativo, riconosciuto internazionalmente, dell’Orchestra ha raggiunto vertici inimmaginabili? …la colpa gravissima di aver rinnovato l’assetto societario passando dalla dicitura «Orchestra del Teatro Regio di Parma» a «Nuova Orchestra del Teatro Regio di Parma»: crimine orribile, anche se scelta più che legittima e condivisa da tutti i soci in assemblea.
E’ allettante sentirsi rappresentati da un sindacato che non ha capito che esistono anche i lavoratori precari? E’ comprensibile che un sindacato faccia il tifo più spudorato per una Istituzione (la Toscanini) che è già occupata a tempo indeterminato nella Regione e ostracizzi in tutti i modi l’attività dei tanti giovani che riescono a lavorare, pur fra mille problemi, con la nostra orchestra (che, fra l’altro, aspetta ancora 650.000 euro dalla Fondazione Teatro Regio per tutta l’attività già svolta nelle Stagioni lirica e concertistica)?

Pellegrini, le ragioni sociali non si cambiano senza una precisa motivazione. Per quanto riguarda i musicisti della sua orchestra, la verità è che molti hanno già uno stipendio garantito da altre Istituzioni in cui insegnano o suonano in modo stabile, altri sono spesso impiegati dalla Toscanini (da lei tanto vituperata) come aggiunti. Quindi in vera precarietà rimarrebbe solo lei Pellegrini… ma sappiamo tutti che il suo clarinetto è apprezzato da tantissimi direttori d’orchestra, mentre il suo socio Maghenzani è già impegnato nella sua recente attività di gallerista. Forse ciò che viene perso sono i cospicui proventi di organizzatori musicali le cui vicende sono note e descritte in questo blog in più occasioni.
E se proprio una critica si può fare all’Avanzini della CGIL è quella di non essere intervenuta prima sulle modalità dei trattamenti che subivano i musicisti, in particolare sul versante previdenziale.  Quasi un lasciar correre… ne conviene? 
 
Sarebbe comunque opportuno che la trasparenza proclamata dai Grillini divenisse vera e non solo enunciata. Sul Teatro Regio e sulle orchestre c’è il più totale silenzio. E’ certo che bisognerebbe avere un po’ di conoscenza storica su quanto è successo in questi anni. Lei Pizzarotti abitava a Parma e non penso che i suoi amici Vagnozzi e Nuzzo l’abbiano tenuta all’oscuro dell’affaire musicale che si consumava in città. Lei non può non sapere.

Per quanto riguarda l’Orchestra, il M5S in campagna elettorale diceva: “Vanno affrontate le problematiche in essere dell’orchestra del Teatro Regio, una società privata residente da 11 anni, e l’orchestra regionale Arturo Toscanini”. (programma elettorale del Mov. 5 stelle, pag. 57).
Il niente, sempre per non saper né leggere né scrivere.

Il vizio originario se non si dissolve resta. Così come i conflitti irrisolti spesso si tramutano in malattie. 
E’ comunque certo che pure questa iniziativa dell’orchestra a chiamata, voluta da Ubaldi, è in liquidazione! Come “Parma capitale della musica”!… Come l’”Ubaldi Village”, in attesa di smantellamento, quella baraccopoli da anni insediata in piazzale della Pace per il restyling della Ghiaia multispace.

C’è già materiale direi per l’opposizione per fare interrogazioni fin da subito e chiedere che le decisioni strategiche del Regio vengano discusse in Consiglio Comunale e non solo nel CDA della Fondazione. Chi saranno poi i nuovi consiglieri del CDA su nomina del Sindaco? E’ pretendere troppo Chance?
Ma come non c’è ancora l’Assessore e mi chiedete già i consiglieri del Regio? Lasciateci lavorare!! Vogliamo fare le cose per bene noi!
Sempre con il contagocce, Chance, come avete fatto con la Giunta! Una telenovela per depistare l’attenzione.
Una comunicazione istituzionale di cui, in vari momenti, avete dato dimostrazione del vuoto pneumatico. E non è un problema né di portavoce (figura ridicola, sarebbe meglio un responsabile comunicazione), né di ufficio stampa che svolge il proprio lavoro, ma di chi ne indica le strategie e i contenuti, quindi tua Chance. 
Etienne de la Boétie: ”Anche i buoi gemono sotto il peso del giogo, E gli uccelli in gabbia si lamentano”. (Parma, 20/06/2012)

Luigi Boschi

PS: nella serata il Sindaco Pizzarotti ha reso noto il nome del nuovo Assessore alla cultura: Laura Maria Ferraris

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