Fiere, holding regionale da Parma a Rimini. Bonaccini: “Strada tracciata”
Il presidente della Regione rilancia il progetto sinergico
Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, passa all’incasso sulle fiere dopo aver ottenuto il rilancio del progetto di holding, che languiva da mesi avendo i quartieri di Bologna, Rimini e Parma imboccato strade divergenti.
Ieri sera il summit in viale Aldo Moro che ha rimesso in moto il progetto, complice il passo indietro di Milano sulla possibilità di aprire una trattativa con la Fiera di Bologna. “E’ stata un’ottima riunione, adesso si tratta di approfondire le discussioni fatte ieri.
Credo che la strada ormai sia tracciata e, peraltro, non preclude nulla nel futuro verso Milano. Penso anche che, se verso Milano andiamo con una massa competitiva così robusta, saremmo ancora più forti. Il tema vero è che oggi abbiamo bisogno di rafforzare l’asse emiliano-romagnolo”, scandisce Bonaccini, a margine dell’assemblea di Confindustria Emilia a Farete.
Holding regionale fieristica: di cosa si tratta
“Ho molto apprezzato che nell’incontro con i tre sindaci e con i presidenti delle tre fiere si sia ragionato per rilanciare questo progetto di collaborazione. Sono stato sempre convinto che una collaborazione e non una competizione tra i tre poli fieristici, tra i pochi in Italia ad aver sempre retto, possa rafforzare questo sistema sull’asse della via Emilia”, spiega Bonaccini. “Ora si tratta di mettere a lavoro su strutture tecniche”, conclude.
L’integrazione regionale tra le Fiere di Rimini, Bologna e Parma rimane un’occasione da cogliere anche per il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. “Ci si basa sui piani industriali. Quelli che hanno portato la Fiera di Rimini a un Ebitda da 24 milioni di euro, a un utile di 9,5, all’integrazione con Vicenza e alla quotazione in Borsa. Noi cresciamo non in base a una operazione politica istituzionale, bensì attraverso numeri del piano industriale”. Ecco perché l’alleanza, o la holding regionale con Bologna e Parma non si fa per “scelta politica, ma perché c’è un progetto industriale. Insieme saremo i primi in Italia e i quinti in Europa”.
E, aggiunge, “Milano non c’è perché i numeri non sostengono l’operazione. Servono delle condizioni industriali, non politiche”. Dunque “o entro quattro-cinque mesi Bologna e Rimini fanno insieme questo passo o ci trastulliamo. Gli interessi legittimi dei territori sono compatibili”. Ma servono anche, aggiunge, “visione e dinamismo. Noi siamo pronti- conclude Gnassi e arrivano segnali molto buono, grande attenzione di capitali”, anche per il progetto di quotazione”. Cosi’ “si possono arricchire il territorio, l’indotto e le fiere”.
All’incontro di martedì hanno partecipato, oltre a Bonaccini, l’assessore alle Attività produttive Palma Costi, i sindaci di Bologna (Virginio Merola), Rimini (Andrea Gnassi), Parma (Federico Pizzarotti) e i presidenti delle tre società fieristiche: Giampiero Calzolari (Bologna), Lorenzo Cagnoni (Rimini) e Domenico Auricchio (Parma).
Sulla prospettiva interviene, dalle pagine di Repubblica Bologna, anche il presidente dell’expo di Bologna, Gianpiero Calzolari: “Io condivido la posizione del sindaco (Virginio Merola, ndr): un asse Bologna-Milano nelle fiere renderebbe l’Italia competitiva nel mondo e porrebbe fine a scontri fratricidi poco intelligenti. Però prendo atto che ora non ci sono le condizioni politiche per andare avanti. Siamo in salute e cresceremo tanto. Questa fiera non solo porta Bologna nel mondo, ma è raggiungibile in due ore da nord e da sud, ha un aeroporto in grande crescita, il casello autostradale dentro il quartiere e una città che ha ritrovato piacere dell’accoglienza”. 05 settembre 2018
Fonte Link: parma.repubblica.it