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Fumo negli occhi anche al tempo del Coronavirus, tutti zitti. Situazione insopportabile

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Mi chiedo perché il premier Conte così attento all’utilizzo delle mascherine anche all’aperto, non presti la stessa attenzione al fumo all’aperto. Di cui sappiamo tutti la nocività, il grave danno all’ambiente, la possibile trasmissione del covid 19, il fastidio per chi non è fumatore, costretto a subire una vera e propria maleducazione e danno personale. Si è costretti a subire alle fermate degli autobus; sui marciapiedi dei treni; in strada dove lasciano la loro nauseante scia e devi cambiare lato; nei tavoli dei bar/ristoranti all’aperto (dove si fumano in faccia vicendevolmente, quasi compiaciuti della loro sigaretta in comunione, una dopo l’altra, senza tregua); alle code dei negozi/esercenti in attesa del proprio turno (e ti arriva uno col sigaro toscano, rivendicando il suo diritto di farlo visto che è all’aperto); sulle spiagge, dove i fumatori ti perseguono, nonostante il cambio di posto, e i bagnini, spesso, sono tabagisti; e il comportamento salutistico quasi li infastidisce; le spiagge nere di Vulcano invase da mozziconi (tanto che scrissi al sindaco di Lipari che prendesse provvedimenti, così come per la disinfestazione della spiaggia invasa all’imbrunire di insetti). Per non parlare degli stadi (in cui il fumo ti arriva da tutti i lati; chiami gli Steward, ma appena si allontanano, riprendono o inizia un altro da dietro). Se lo fai presente a tutti questi maleducati a cui sembra sia concesso di fare quel che gli pare, corri il rischio di una lite. E quindi eviti, subisci. E ti sposti, ma a volte non è possibile, quando ti assegnano uno spazio preciso.

Recentemente ero all’aeroporto di Bologna Guglielmo Marconi, per l’arrivo di una persona. La sala di attesa è stata ubicata all’esterno sotto il porticato sul marciapiede della corsia di arrivo taxi. Qui si accumulano fumi di scarico, fumo degli individui, seduto su scomodissime panchine di lamiera su cui lasci il sacco lombare con frattura da stress per postura errata prolungata. Il ridicolo che indicano i posti per fumatori, come se il fumo rimanesse circoscritto e non fosse diretto dall’aria, in quel viavai di autobus, taxi, auto. Stessa cosa vale per i Tribunali con le sale di attesa udienze, spostate all’aperto con delineate aree fumatori. La stupidità della burocrazia non perde occasione per rivelarsi. 

Già ho parlato di questo aspetto numerose volte (ad esempio tutte le assurde pratiche coronavirus sono state scaricate sull’INPS e questa sui CAF o patronati, che per questo servizio non sono remunerati). Tornando all’aeroporto di Bologna, quanto pensano possano durare le persone in quella camera gas? Dopo circa 15 minuti di quella situazione insalubre, sono entrato e sono andato a sedermi nella sala interna, sfidando i divieti e gli improperi delle hostess e dei vigilantes. A tutti coloro che volevano fermarmi e impedirmi il passaggio che porta alla sala originaria, rispondevo loro: “Ho subito a sufficienza questa vostra assurdità, andate voi a farvi gassificare”.   
Stefano Bonaccini, ma lei ha provato a rimanere con mascherina in quella pseudo sala di attesa trasformata in camera di affumicatura umana? Presidente, non è un esempio né di civiltà, né di ospitalità Emiliana e italiana.

Se una persona vuol fumare, lo faccia a casa sua, occupandosi poi dello smaltimento dei suoi tossici mozziconi non nello scarico fognario. L’impatto dei mozziconi sull’ambiente, infatti, è devastante. Il problema dell’inquinamento da ‘cicche’ è reale e finora è stato ingiustamente trascurato. I mozziconi di sigaretta, gettati via dagli 1,5 miliardi di fumatori nel mondo, sono tanto inquinanti e pericolosi per l’ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali. C’è anche chi non si fa scrupoli a gettarli nel mare: ad esempio nel Mediterraneo, secondo i dati del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep), rappresentano ben il 40% dei rifiuti.

Uno studio di Enea e Ausl di Bologna mette in evidenza il potenziale inquinante delle cicche di sigaretta ‘abbandonate’ sul territorio italiano. La valutazione si basa sul numero di fumatori (13 milioni), il numero medio di sigarette fumate da ciascuno (15 sigarette al giorno), i quantitativi di alcuni agenti chimici presenti in ogni cicca e il numero complessivo di mozziconi gettati via ogni anno (72 miliardi di cicche/anno). Tenuto conto del potere filtrante dell’acetato di cellulosa (di cui è composto il filtro), la ricerca valuta che il carico nocivo immesso nell’ambiente è pari a 324 tonnellate di nicotina; 1872 milioni di Bq (Becquerel, l’unità di misura delle sostanze radioattive) di polonio-210; 1800 tonnellate di composti organici volatili; 21,6 tonnellate di gas tossici; 1440 tonnellate di catrame e condensato; 12240 tonnellate di acetato di cellulosa.), «La cicca è un rifiuto tossico e non differenziato — spiega il professor Giacomo Mangiaracina presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione —  Tutti e 4 mila i veleni contenuti nella sigaretta, si ritrovano in forma concentratissima anche nel mozzicone». Come hanno ribadito gli esperti nel 1°Convegno «Mozziconi di sigaretta: Impatto sull’ambiente e sulla salute» tenutosi all’ospedale Niguarda di Milano, si tratta di nicotina, benzene, ammoniaca, polonio 210, metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici; sostanze che possono avere effetti gravi sia per l’uomo (dalla semplice intossicazione, ai tumori) sia per l’ambiente. «Alcuni esperimenti hanno provato che una cicca in un litro d’acqua uccide le dafnie, piccoli organismi marini — aggiunge Mangiaracina —. L’altro aspetto è che l’acetato di cellulosa del filtro si disgrega in microplastiche per cui dopo 5 anni non le vediamo più ma continuano ad esistere, entrano nella catena alimentare e ce la ritroviamo nel pesce che mangiamo».

Mi sembra quanto mai necessario imporre questo divieto di fumo all’aperto, senza costringere gli altri a subire questo comportamento nefasto in particolare in questo periodo di restrizioni coronavirus (non lamentatevi poi dell’aumento dei casi positivi). Ma Giuseppe Conte su questo non dice nulla. (eppure esiste un disegno di legge (ddl) sulla Green economy poi trasformato in  legge 28 dicembre 2015 n. 221, pubblicata in GU il 18 gennaio 2016). Conte è Presidente del Consiglio o di qualche multinazionale del tabacco? Nemmeno i componenti delle diverse commissioni scientifiche nominate, nessuno ha proferito parola contro il fumo nei diversi dibattiti televisivi o sui giornali). Eppure uccidono circa 7 milioni di persone all’anno. La vista di persone con la mascherina abbassata, la sigaretta in bocca e in mano un calice di vino o una bottiglia di birra, mi lascia sconcertato quell’insieme di tossicità concentrata in così poco spazio. Tutti silenti i nostri politici, i sindaci (ad eccezione di Giuseppe Sala- Milano; e Salvatore Albano – Porto Cesareo); i Presidenti delle Regioni (Vincenzo De Luca, Michele Emiliano, Nello Musumeci) perché non dite e non fate nulla contro il fumo all’aperto? Anche voi servi dell’industria del tabacco? Senza fumo all’aperto, potremo finalmente aspettare un treno sui marciapiedi delle stazioni o un bus sotto le pensiline o stare seduti a un tavolo all’aperto senza che qualcuno ci faccia respirare il suo nauseabondo fumo di sigaretta o ancor peggio di sigaro? La smetteremo di pagare appositi netturbini con le pinze per raccogliere i mozziconi tra i sanpietrini, tra i ciottolati o nei parchi. Particolarmente difficili da rimuovere perché tendono a infilarsi nelle fessure, negli angoli più stretti dei marciapiedi e nei perimetri e nei pressi delle caditoie. E rimangono lì per mesi, finché non eseguono una profonda sanificazione.

Sappiamo tutti che è un problema politico oltre che di educazione individuale. Il vero dramma è che questi drogati del fumo, sono così presi dal loro edonistico piacere, che non se ne rendono nemmeno conto del danno prodotto a loro stessi, all’ambiente, e del disagio per gli altri. Senza discernimento, conformandosi all’ignoranza, alla stupidità e tracotanza, continueranno purtroppo a fumare. Qualcuno, erroneamente, pensa che essere liberi significa poter fare quello che si vuole in ogni occasione, incondizionatamente. Ma non è così. La propria libertà finisce dove inizia quella degli altri.
San Paolo, lettera ai Romani: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare per poter discernere ciò che è buono e perfetto”. (Parma,25/08/2020; aggiornato il 30/08/2020)
ARTICOLO PDF pubblicato sul La Voce di Parma
 
Luigi Boschi

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