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Sei degli undici arrestati del 24 giugno 2011, tra cui Moruzzi e Iacovini, hanno patteggiato pene inferiori ai due anni sospese con la condizionale
di MARIA CHIARA PERRI
A poco più di cinque anni dagli “arresti di San Giovanni” del 24 giugno 2011, il giorno che cambiò il corso politico della città di Parma, sei indagati tra ex dirigenti di Comune e partecipate ed imprenditori accusati di essersi sistematicamente intascati soldi pubblici hanno chiuso la loro posizione con un patteggiamento.
Il gip Nicola Sinisi nel pomeriggio di giovedì ha detto sì agli accordi raggiunti dalle difese con il pm Paola Dal Monte, con pene simili a quelli precedentemente rigettati dal giudice Gabriele Nigro perché ritenuti non congrui . Tutti i sei imputati hanno patteggiato pene sotto i due anni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale. Nessuno tornerà in carcere, quindi, e non scatteranno misure alternative perché la pena è comunque sospesa.
Emanuele Moruzzi, ex dirigente del Servizio Ambiente del Comune e amico di lunga data di Pietro Vignali, ha patteggiato un anno 11 mesi 20 giorni di reclusione. Carlo Iacovini, ex numero uno di Infomobility e capo dello staff del sindaco, un anno e 9 mesi. Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gestori della cooperativa Sws considerata il collettore attraverso cui venivano drenate le risorse pubbliche destinate ad appalti fittizi o gonfiati, hanno patteggiato rispettivamente un anno e mezzo e un anno 6 mesi e 20 giorni. Ernesto Balisciano, ex direttore della partecipata Engioi, un anno 6 mesi 10 giorni di reclusione. Un anno e mezzo all’imprenditore del verde Gianluca Facini.
Gli accordi sulle pene ratificati oggi sono stati leggermente “ritoccati” al rialzo rispetto a quelli rigettati dal giudice Nigro, ma sono comunque calcolati sulla base delle pene edittali diminuite di un terzo per il rito. L’alternativa sarebbe stata quello di dover affrontare un lungo processo dibattimentale, con la spada di Damocle della prescrizione.
Tutti gli imputati dovevano rispondere, a vario titolo, di varie imputazioni di peculato in concorso. Alcuni reati ricompresi in questi patteggiamenti riguardavano l’inchiesta Public Money, di fatto un prosieguo di Green Money, che ha svelato il pieno coinvolgimento dell’ex sindaco in queste malversazioni.
Gli imputati dovranno anche pagare le spese legali alle parti civili costituite, Comune di Parma e Ireti, 3mila euro ciascuna. Facini e Andreaus sono stati prosciolti da accuse di reati tributari per intervenuta prescrizione. Alcuni degli imputati, come Moruzzi e Balisciano, hanno anche già risarcito il danno alle parti civili come ha fatto l’ex sindaco Pietro Vignali. (20 Ottobre 2016)
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