La difficile, ed errata, gestione dei migranti.
CLAUDIO CERASA
L’approccio duro c’è e gli errori anche. Ma finora sull’immigrazione Meloni ha scelto una strada europeista. Le acrobazie del governo e quel mistero da illuminare: come rendere componibile ciò che invece appare incompatibile
Il punto in fondo è tutto lì ed è tutto in un gioco di parole: come si rende componibile ciò che appare incompatibile? La faticosissima gestione del dossier sull’immigrazione, in Italia, può essere studiata concentrandosi su tre dettagli importanti relativi all’azione del governo. Il primo dettaglio riguarda una questione di metodo e in particolare l’approccio scelto da Giorgia Meloni per tentare di risolvere i problemi generati da una crescente spinta dei flussi migratori. Il metodo di Meloni, nonostante le sbavature, nonostante i risultati che tardano ad arrivare, nonostante le contraddizioni con le proprie idee del passato, è un metodo che meriterebbe di essere definito per quello che è: positivo. Positivo perché Meloni, finora, ha scelto di non cedere troppo alla demagogia sovranista. Ha scelto di non offrire eccessivamente il fianco alla retorica nazionalista. E ha scelto in fondo di considerare l’Europa non come un ostacolo alla risoluzione dei problemi ma come un alleato essenziale per poter ottenere qualche risultato. “La presenza dell’Europa ai confini più esposti all’immigrazione illegale di massa sottolinea che quelli di Lampedusa non sono solo confini italiani ma anche europei”, ha detto ieri il premier in Consiglio dei ministri. Il giorno prima, a Lampedusa, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, aveva ribadito un concetto simile: “L’immigrazione irregolare è una sfida per l’Europa e quindi necessita di una risposta europea”. 19 SET 2023
Fonte: ilfoglio.it
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