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Lo scempio del monte Fuso
Lo scempio del monte Fuso
Giuliano Serioli e Dimitri Bonani
Regione Emilia Romagna – servizio Ambiente, viale della Fiera 8 – 40127 Bologna
Comandante Gruppo Carabinieri Forestali Parma, Via Macedonio Melloni 4 – 43121 Parma
Unione Montana Appennino Parma Est, Piazza Ferrari 5 – 43013 Langhirano
Sindaco di Neviano Degli Arduini, P.zza IV Novembre 1 – 43024 Neviano degli Arduini
Sindaco di Palanzano, Piazza Cardinal Ferrari 1 – 43025 Palanzano
Sindaco di Tizzano Val Parma, Piazza Roma 1 – 43028 Tizzano Val Parma

Si invita infine a verificare la conformità alla normativa forestale delle vie di accesso al bosco realizzate, in particolare per quanto riguarda le pavimentazioni e le larghezze (…foto…).
A detta di alcuni escursionisti che bazzicano spesso la zona, parrebbe che l’edificio che si trova a valle di essa e di recentissima costruzione (…foto…), in apparenza sarebbe stato eretto con la motivazione di un “deposito attrezzi”, mentre parrebbe eretto solo per “uso privato”, in quanto invece che di attrezzi da lavoro, esso sembra essere fornito di una serie di tavoli e panche per l’organizzazione di feste, insieme ad un forno per barbecue e tanto di illuminazione notturna per l’esterno.
Inoltre, sempre a detta di alcuni escursionisti che hanno visitato la zona durante la costruzione del fabbricato, sembrerebbe siano state predisposte anche tubazioni idrauliche ed alcuni presidi sanitari interni con relativo scarichi delle acque nere, che dai progetti non sarebbero dovute esistere. Si invita quindi a verificare la fondatezza di tali segnalazioni che ci sono state pervenute.

Da qui l’innesco di una frana lunga quasi un chilometro, danneggiando i boschi e gli essiccatoi dei proprietari sottostanti, i quali, quando hanno chiesto un risarcimento per il danno subito, si sono visti chiudere la porta in faccia e pare che come unico “ripiego” sia stato fatto il posizionamento di una rete sull’intera area allo scopo di contenere ulteriori frane, quando però il danno era già stato fatto (…foto…).
Come se questo non fosse bastato, è stato deciso di aprire una nuova area per i decolli in un’altra zona del crinale del Monte Fuso, più precisamente sopra al paese di Vezzano nella parte nord del Fuso e di Rusino a sud. Siccome a differenza dell’altro caso non si tratta di un allargamento ma di una creazione, è stata disboscata una zona molto vasta, la quale è ben visibile da Vezzano e addirittura fin dal paese di Boschetto (…foto…).
A detta degli escursionisti che hanno bazzicato la zona, pare che anche qui ci siano stati problemi di dissesto.
La carraia è stata oltremodo ampliata e resa percorribile da mezzi 4×4 e, seguendone il corso sulla sinistra, si giunge all’area disboscata. Come ben si può vedere dalle foto, la dimensione delle carraie boschive è inusitata; la scarsa qualità costruttiva ha lasciato un sostrato cedevole ed a rischio frana. Anche la metodologia di esbosco è tutta da verificare: numerosi sono i ceppi sradicati e le buche create non ricoperte.
In auto nei pressi dell’abitato di Ruzzano si sale alla chiesetta del Querceto; da qui si prende il sentiero 761sud che arriva al “Centro Turistico Monte Fuso” e quando si è a circa metà percorso, se prima si era immersi in verdi boschi, ora ci si trova in una vasta radura. Anche in questo caso, oltre ai tagli sono state aperte carraie nel bosco per favorire il transito dei mezzi pesanti. I tagli sono attualmente in corso e la consistenza dell’intervento è ben visibile in lontananza ed addirittura dal satellite (—foto—). L’apertura di nuove carraie per il transito di mezzi pesanti unito ad un disboscamento massiccio, ha dato origine per la prima volta all’instaurarsi di una frana proprio in quello che sarebbe il sentiero Cai 761sud (—foto—).
In tutti questi esboschi non si è tenuto conto del rischio di dissesto idrogeologico, cui si aggiunge anche in questo caso la costruzione di nuove larghe carraie laddove prima esisteva solo il bosco fitto (—foto—).
Sulla strada bassa che da Lagrimone va verso Scurano e più precisamente poco dopo la località “La Massagna”, sono stati fatti due grandi disboscamenti nel versante sud del monte Castellaro, in forte pendenza, arrivando addirittura a coprire un’area che va dalle pendici del monte alla sua cresta sommitale. Anche in questo caso, sono state aperte e abbandonate grandi carraie per il trasporto dei mezzi pesanti (—foto—).
Nelle vicinanze di questo, sono stati effettuati altri due nuovi e notevoli tagli boschivi (—foto—).
Altresì riteniamo che per valorizzare un ambiente come quello del Monte Fuso, sia più opportuna una politica come era in essere negli anni ’70 e ’80 in cui invece di tagliare foreste senza sosta, si facevano investimenti per rimboschire. Infatti si era creata sul monte Fuso una grande zona di “Parco” che era il fiore all’occhiello ad un passo da Parma ammirato da tutti. Non a caso arrivavano corriere anche da lontano, ad esempio da Reggio Emilia e da Modena, per ammirarne le bellezze naturali. Bellezza che oggi la si sta quasi completamente annientando.
Ci sono “imprenditori” forestieri che vengono a prendere in affitto i boschi per poi letteralmente ripulirli (come nel caso del versante est del monte Faino in cui si sono originate preoccupanti frane).
Senza contare il fatto che tutti questi permessi vengono dati senza nemmeno assicurarsi che i terreni da disboscare siano su ripidi acclivi, in zone calanchive o adiacenti a torrenti.
Le autorità che dovrebbero vigilare su tutto questo, pare lo facciano un tanto al chilo. In tal modo vengono costruite abusivamente nuove carraie ed allargate le preesistenti con tutti i rischi idrogeologici che ne conseguono. Per non parlare del fatto che ormai in quasi tutto il nostro territorio, è utilizzata mano d’opera Est Europea a basso costo ed in nero, senza alcun controllo da parte di qualsiasi autorità. martedì 1 maggio 2018
Sito web parco Monte Fuso