Movimento antispecista Lettera aperta alla ministra Cécile Kyenge e a Roberto Calderoli
Gentilissima ministra Cécile Kyenge,
è nostro vivo desiderio proporle alcune riflessioni a proposito della vicenda che l’ha vista più volte protagonista, vittima delle esternazioni razziste del senatore Calderoli e di chi lo ha purtroppo imitato.
Ogni affermazione del genere ci addolora: è un tema su cui è difficile accettare anche l’ironia.
Il razzismo ha svariate sfaccettature e una di queste è il ricorrente paragone degli umani con primati non umani (questi ultimi definiti in modo sbrigativo ‘scimmie’), o con altri animali. E’ un esempio di estremizzazione dello specismo, ossia di una discriminazione rivolta, nel caso, non all’animale non umano ma all’animale umano, considerato ‘diverso’ dal gruppo di appartenenza. Sono infatti purtroppo diffusi gli accostamenti tra persone e maiali, ovvero iene, sciacalli, serpi, vermi, avvoltoi, topi da fogna, somari, galline, oche, vacche, ecc.., al fine di denigrare il soggetto preso di mira, attribuendogli presunte caratteristiche ‘animali’, dimenticando che anche l’uomo è un animale, e forse non dei migliori. Vengono inoltre attribuite (a torto) agli altri animali caratteristiche tipicamente umane; di conseguenza, anche la loro immagine andrebbe tutelata. La creazione di un’autorità di garanzia per i diritti degli animali a livello nazionale, così come esiste a volte a livello locale (vedi Comune di Milano), sarebbe un saggio passo avanti nella lotta allo specismo (e di conseguenza al razzismo), in quanto il linguaggio è parte integrante della cultura.
Per i termini usati nei suoi confronti non sarebbe stato azzardato sognare una Sua reazione antispecista, anziché solo antirazzista, il che avrebbe certo sorpreso il senatore Calderoli (e coloro che la pensano come lui), ignari nella fattispecie di condividere addirittura il 99% del proprio DNA con i primati non umani, come tutti noi. Dichiarando apertamente un’ovvietà l’essere paragonata a un orango, e ricordando che altrettanto può dirsi di tutti gli umani (parlamentari compresi) avrebbe evitato di cadere nello specismo (padre del razzismo) e – in chi non è al corrente della suddetta affinità biologica – destato stupore, aprendo sicuramente un dibattito di cui c’è un gran bisogno. Prova ne sia che paragonare l’aspetto di un essere umano (sia pure di una ‘Ministra’) ad un animale non umano non può oggi (giustamente) essere punito ai sensi di alcuna normativa, salvo querele in merito al fine della diffamazione (ad esempio un presunto difetto caratteriale).
Pertanto (e’ singolare chiedere ad una ‘vittima’ l’aiuto per risolvere il problema che l’ha colpita, ma noi osiamo chiederglielo) se mai Le accadrà ancora di essere paragonata a un primate non umano, pur esprimendole sincera solidarietà per il tentativo di offesa arrecatole, La pregheremmo di considerare se non sia meglio una risposta indirizzata al cuore del problema (lo specismo e le sue declinazioni). Ossia, spiegare la comune affinità con i primati non umani, senza offendersi, e magari presentandosi nei ‘palazzi del potere’ con un cucciolo di quegli adorabili animali (di peluche, ovviamente, altrimenti sarebbe un maltrattamento) a titolo di ‘adozione’ simbolica, lasciando di stucco il suddetto senatore e quanti la pensano come lui, disarmati dalla Sua cultura e sincerità. Sarebbe un gesto che moltissimi loderebbero come giusto e indimenticabile e aprirebbe la strada a un cambiamento della società umana in senso aspecista, non antitetico (anzi) ai fini che Lei oggi è chiamata a perseguire in ambito governativo.
Per il Movimento Antispecista
Massimo Terrile
www.antispec.org
Per Sua informazione alleghiamo altresì la lettera inviata oggi al senatore Roberto Calderoli.
Lettera aperta al senatore Roberto Calderoli.
Egregio senatore Roberto Calderoli,
alla luce delle sue recenti esternazioni nei confronti della ministra Cécile Kyenge, paragonata a un orango, con evidente intento denigratorio, pare opportuno venirle in soccorso colmando le lacune in scienze naturali ed etica interspecifica (branca della filosofia morale) che emergono lampanti dal Suo pensiero.
Ci riferiamo alla non conoscenza della enorme vicinanza biologica (99% a livello di DNA) tra primati umani e non umani, così come all’uguaglianza di tutti gli animali umani dal lato biologico, nonché al rispetto dovuto a tutte le forme di vita, sulla base dei moderni orientamenti della filosofia morale. Peraltro, in indonesiano, ‘orang’ significa persona e ‘orangoutan’ è la ‘persona che vive nelle foreste’. Anche nella classificazione ufficiale, gli oranghi fanno parte della Famiglia Ominidae.
Non Le fa onore ignorare tali semplici ovvietà scientifiche e culturali per cui Le chiediamo, alla luce dei suddetti chiarimenti, quali siano le ragioni per le quali Lei non ritenga opportuno conformarvisi. A maggior ragione in quanto ogni volta che viene accusato di essere specista e razzista dichiara ufficialmente di non esserlo, salvo poi incorrere frequentemente in episodi che suscitano ragionevoli dubbi.
La invitiamo inoltre ad elaborare una diversa visione del mondo prendendo anche in considerazione la realtà scientifica dell’elevata affinità biologica tra primati umani (tutti) e non umani, che Lei pare voler limitare (in senso dispregiativo) esclusivamente ad alcune etnie (escludendo, ovviamente, la Sua).
Per il Movimento Antispecista
Massimo Terrile
www.antispec.org