RIFLETTENDO sul 4 marzo dell’Anno del Signore 2018.
Giuseppe De Filippo
Riflettendo su quanto di impolitico è avvenuto nell’ultimo ventennio nella nostra Repubblica, verrebbe da chiedersi se sia o meno il caso di augurare agli abitanti della regione geografica italiana che la grazia santificante del Signore agisca su di loro, soprattutto dopo il voto del 4 marzo dell’Anno del Signore 2018.
Se l’impolitico e il finanziario regnano all’interno della Repubblica e rappresentano il potere consolidato, l’irremovibile establishment, solo una forza uguale e contraria potrebbe destabilizzarli, e liberare la Repubblica dal loro asservimento. Ma, dove reperire tale forza? Il voto del 4 marzo dell’Anno del Signore 2018 l’ha rinvenuta?
Nell’incertezza, crediamo siano opportuni a tale scopo la grazia dello Spirito Santo e un grande cuore umano, gli unici che garantirebbero una “rivoluzione pacifica” contro i Poteri, la cui natura è per antonomasia di genere occulto.
Un proverbio cinese recita: “Prima di fare la rivoluzione, riforma il tuo cuore.” Ma, non tutti gli abitanti della regione geografica italiana sono propensi a riformare il loro cuore, politico, sebbene possessori di grandi cuori generosi, creativi e anche fin troppo pacifici.
Un signore alto e robusto, nato il 29 maggio1917 ed assassinato il 22 novembre 1963, affermava: “Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche rendono le rivoluzioni violente inevitabili”.
Un altro signore, anch’egli alto e robusto e in più barbuto, anzi molto barbuto, affermava: “Le rivoluzioni non le fanno né individui né società segrete. Nascono in certa misura automaticamente; le producono la forza delle cose, la corrente degli eventi e dei fatti. Si vanno preparando a lungo nelle profondità dell’oscura coscienza delle masse; poi esplodono improvvisamente, non di rado per cause in apparenza insignificanti.”
Riflettendo: il primo signore, John Fitzgerald Kennedy, e il secondo, Michail Aleksandrovič Bakunin, l’uno e l’altro senza stelle e leghe, potrebbero, anche da trapassati, insegnarci molto.