11/9: SETTIMO ANNIVERSARIO STRAGE, L’AMERICA RICORDA
Luciano Clerico
(ansa.it) WASHINGTON – A sette anni dall’attentato dell’11 settembre, cambia la strategia nella caccia a Osama Bin Laden. Il letale Predator drone, l’aereo spia americano impiegato nelle missioni più delicate, nell’ultimo mese ha intensificato i suoi voli tra le montagne di Afghanistan e Pakistan. Lo riporta oggi il Washington Post, citando militari americani di alto rango, i quali hanno riferito che rispetto al passato il Predator ha più che triplicato le sue missioni. Nel 2007 ne aveva fatte tre. Ora è già a quota undici attacchi, quattro dei quali solo nell’ultimo mese, e tutti mirati su obiettivi che si ritiene diano rifugio ai luogotenenti di Bin Laden.
A sette anni di distanza dall’11 settembre 2001, il capo di Al Qaida continua ad essere l’uomo più ricercato al mondo. Ma – per stessa ammissione di Washington – in sette anni l’unica volta in cui gli Stati Uniti sono riusciti a risalire a lui è stato nel dicembre 2001, quando ebbero conferma che Bin Laden si trovava a Tora Bora, regione afghana al confine col Pakistan. Da allora più nulla. I servizi di intelligence ritengono che Bin Laden, se ancora in vita, continui a nascondersi sulle montagne al confine tra Pakistan e Afghanistan. Per questo motivo hanno deciso di cambiare la loro strategia di caccia: hanno intensificato tra le montagne afghane i voli del letale Predator drone. Secondo il Washington Post, che riporta una serie di interviste con alcuni ufficiali americani impegnati sul campo, la caccia a Bin Laden non ha avuto successo per l’impossibilità di sviluppare una rete di informazioni nelle più isolate regioni tribali del Pakistan, dove si ritiene che sia nascosto il capo di Al Qaida. Gli uomini della Cia e quelli delle forze speciali non hanno l’autorizzazione ad operare liberamente in Pakistan. Per questo motivo la caccia a Bin Laden avviene per lo più per via aerea.
I Predators, muniti come sono di telecamere capaci di trasmettere in diretta via satellite, solo nell’ultimo mese hanno portato a termine ben quattro missioni, lanciando i loro missili Hellfires contro quattro obiettivi diversi. Gli 007 americani riferiscono che almeno due capi di Al Qaida sono stati uccisi. Su ognuno di loro pende una taglia da cinque milioni di dollari. Tuttavia, per quanto i suoi cacciatori aumentino gli sforzi, Bin Laden per il mondo intero continua a restare un fantasma. Mentre l’America si appresta a celebrare il settimo anniversario dei ‘suoi’ attentati, ed a ricordare per al settima volta in sette anni i ‘suoi’ quasi tremila morti. Già ieri è stata officiata una prima cerimonia religiosa alla chiesa di St. Peter’s, quella che sorge nei pressi di Ground Zero. Oggi, cerimonia ufficiale a Ground Zero alla presenza dei due candidati in corsa per la Casa Bianca, Barack Obama e John McCain. Sia a Washington, sia a New York, a mezzogiorno, un minuto di campane a lutto, e un minuto di silenzio a Wall Street. ([email protected]).
FRATTINI, PIU’ CONSAPEVOLI TERRORISMO MINACCIA N.1 – A sette anni dall’11/9 è cresciuta la consapevolezza di Stati, Governi ed opinioni pubbliche che "il terrorismo resta ancora la minaccia numero uno per le nostre democrazie a la nostra convivenza". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini – ai microfoni di Radio 24 ore – commenta la data dell’11 settembre 2001, diventata il simbolo di tutti gli attentati. Da allora ad oggi, ha osservato il ministro si sono ottenuti "grandi risultati" a livello internazionale a partire dallo "smantellamento di cellule e reti del terrore". Fatto che, ha rilevato Frattini, " dimostra una capacità di penetrazione del terrorismo cui forse sette anni fa non si aveva consapevolezza". Al giornalista che gli faceva notare che tra pochi mesi il presidente Bush lascerà la Casa Bianca mentre Osama bin Laden é ancora libero, Frattini ha risposto: "certamente fa molta impressione, ma se Osama bin Laden è ancora lì molti capi del terrorismo internazionale sono stati arrestati e colpiti, molte cellule smantellate. Quello che il presidente Bush ha fatto durante il doppio mandato – ha sottolineato il ministro – è stata una grande strategia di lotta al terrorismo a cui l’Italia ha sempre convintamente partecipato".