Homo Sapiens, segni in Arabia via dall’Africa 125 mila anni fa
L’uomo moderno potrebbe aver raggiunto la penisola molto prima rispetto a quanto non si pensasse finora. Uno studio internazionale su Science descrive il ritrovamento negli Emirati di strumenti in pietra che testimoniano la sua presenza in quella zona in epoca remota
ALESSIA MANFREDI
(repubblica.it) ROMA – Via dall’Africa, molto prima del previsto. La lunga marcia dell’uomo moderno dalla sua "culla" alla conquista del mondo potrebbe essere iniziata prima di 125 mila anni fa. A questo periodo risalgono infatti una serie di reperti archeologici rinvenuti nella penisola arabica da un gruppo internazionale di ricercatori. Utensili riferibili ai nostri diretti avi, che retrodatano notevolmente l’uscita dal continente africano di Homo sapiens, suggerendo che l’uomo moderno possa aver raggiunto la parte orientale della penisola arabica direttamente dal continente africano, piuttosto che lungo altre traiettorie come la valle del Nilo o il vicino Oriente. E ben prima di quanto finora ipotizzato, intorno cioè a 60mila anni fa, lungo il Mediterraneo o la costa arabica.
La prova che cambia le carte in tavola, testimoniando la presenza dell’uomo moderno nella penisola arabica in epoca così remota, è un antichissimo kit di manufatti rinvenuto dal team di scienziati guidato da Hans-Peter Uerpmann dell’università Eberhard Karts di Tubinga e da Simon Armitage di Royal Holloway, University of London in Surrey, nel sito archelogico di Jebel Faya, negli Emirati Arabi Uniti, descritto in uno studio pubblicato su Science. Asce a mano bifacciali, punte, raschiatoi e perforatori: utensili primitivi datati, attraverso la tecnica della luminescenza, fra i 125 ed i 100mila anni fa. Che permettono di gettare uno sguardo su un passato affascinante ma molto difficile da ricostruire. Si tratta di utensili relativamente arcaici, simili per livello tecnologico a quello raggiunto dai nostri progenitori nell’Africa orientale, ma ben lontani dal grado di sofisticazione emerso invece successivamente in Medio Oriente. Segno, secondo i ricercatori, che i nostri avi non avevano bisogno di grandi innovazioni tecnologiche per sostenere la loro diffusione.
"E’ una nuova tessera che si aggiunge per ricomporre un puzzle particolarmente complesso", spiega Giorgio Manzi, paleoantropologo all’Università La Sapienza di Roma, che proprio delle origini di Homo sapiens si è occupato, insieme ad Alessandro Vienna in "Uomini e Ambienti", 2009, edito da il Mulino. "Fino ad oggi si pensava ad una uscita della nostra specie dall’Africa più tarda. Questo ritrovamento aggiunge un dato nuovo a sostegno dell’ipotesi di un passaggio dal corridoio costiero meridionale già ben prima di 100 mila anni fa", continua.
Una scoperta che, secondo i ricercatori, porta a rivedere il modo in cui l’uomo moderno, evolutosi nell’Africa sub-sahariana 200mila anni fa e successivamente mossosi verso Asia ed Europa, è divenuto una specie globale. La datazione del viaggio che ha portato Homo sapiens a lasciare l’Africa è oggetto di dibattito, così come le possibili traiettorie che lo hanno portato a diffondersi nel mondo. Uerpmann e colleghi hanno trovato riscontri alla loro teoria di una migrazione remota e "diretta" verso la penisola arabica analizzando i dati climatici: prima di 100-125mila anni fa il clima era particolarmente favorevole perché lo stretto di Bab al-Mandab, che separa la penisola arabica dal Corno d’Africa, fosse di dimensioni ridotte e facilmente attraversabile. "Durante la fase di regressione marina, nel periodo della penultima glaciazione, attraversare lo stretto doveva risultare più facile e sappiamo già che Homo sapiens non era spaventato all’idea di percorrere bracci di mare. Senza contare che il basso livello dei mari potrebbe anche aver permesso un passaggio praticamente via terra", dice ancora Manzi. In quell’epoca, sottolineano gli scienziati, la penisola arabica era molto più umida rispetto ad oggi e ricoperta di vegetazione, laghi e fiumi. Un paesaggio che avrebbe permesso all’uomo moderno di arrivare nella penisola arabica e da qui, in India e poi fino in Australia.
(28 gennaio 2011)