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Parma, Paolo Scarpa lascia il Consiglio Comunale. 

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Paolo Scarpa ex candidato Sindaco di Parma
Paolo Scarpa ex candidato Sindaco di Parma

L’ex candidato sindaco di Parma Protagonista si è dimesso. Nella lettera un atto di accusa verso l’attuale Amministrazione. Al suo posto atteso l’ingresso di Caterina Bonetti del Pd. 

A circa 18 mesi dalle elezioni, l’ex candidato sindaco e consigliere comunale di Parma Protagonista, Paolo Scarpa, ha deciso di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale di minoranza.
La comunicazione è stata data ufficialmente questa mattina agli uffici del Comune.
Si tratta del secondo cambiamento all’interno del gruppo consiliare. Da quattro, gli esponenti erano scesi a tre con l’uscita di Roberta Roberti che da tempo è confluita nel gruppo misto.

Al posto di Scarpa dovrebbe entrare in Consiglio – si attende l’ufficialità – Caterina Bonetti del Pd (che salirebbe così salire a quattro consiglieri comunali).

Restano ovviamente in carica Bruno Agnetti e Pier Paolo Eramo.

Vacante, e quindi da assegnare, l’incarico – ricoperto da Scarpa – di presidente della commissione Garanzia e controllo sulle partecipate.

“Ringrazio – scrive Scarpa – i cittadini e chi mi ha accompagnato in questo periodo intenso, i colleghi del mio Gruppo consigliare, a cui confermo la mia collaborazione e profonda amicizia, la presidenza del Consiglio, i consiglieri tutti, e, ultimi, ma certo non di minore importanza, i dipendenti tecnici e amministrativi del Comune con cui mi sono relazionato in questi mesi, che si sono sempre distinti per cortesia e disponibilità.

Dopo un periodo lungo dedicato prioritariamente all’impegno civile, la mia professione e il tempo pieno che essa richiede rendono inconciliabile l’attività di consigliere. A ciò si aggiunge che lo scenario politico cittadino è profondamente cambiato dal giorno della mia candidatura a sindaco e ne devo prendere atto con serenità.

I miei valori rimangono intatti, come rimane intatta la convinzione che a Parma vi sia necessità di una alternativa di governo libera e democratica.

Esiste – aggiunge rivolto all’attuale maggioranza che governa la città – infatti una grande distanza tra la narrazione pubblica della città e la sua concreta essenza, una distanza che molti cittadini vivono sulla propria pelle e che vede ancora irrisolti problemi latenti, si chiamino coesione sociale, diritti degli ultimi, disorientamento giovanile, diffusione delle dipendenze da droga, sistema socio-sanitario locale, sino alla questione aperta dei poli strategici (ospedale, fiere, aeroporto, grandi centri commerciali, solo per citarne alcuni). Parma ha una propria identità, ma a volte sembra dimenticarsene, trascinata da un racconto autocelebrativo, che allontana le soluzioni, invece che agevolarle.

Non è solo la politica ad averne responsabilità, il sistema Parma è assai più complesso, è una rete articolata che parte dai centri di interesse che sulla politica hanno esercitato influenze non sempre positive. Quando riesce a fare sistema, Parma dimostra di avere consapevolezza delle sue potenzialità e le mette a frutto, ma in troppe occasioni questo non accade.

La Parma migliore rimane per me la città delle barricate del ’22, la città delle rivoluzioni sociali di Tommasini negli anni settanta, la città dell’equilibrio culturale e urbanistico della fine del ’900, la città che ha avuto l’ambizione di darsi una dimensione culturale europea e che ha saputo dimostrare cultura civile e solidarietà diffusa.

Ma la storia di questi ultimi decenni parla anche di ascese improvvise e altrettanto improvvise cadute, dal caso Parmalat in poi, subito soffocate dalla rimozione collettiva. Si pensi a quello che è avvenuto negli ultimi due anni nella sanità e che ha toccato la massima istituzione culturale della città, l’università. Senza ovviamente entrare nel merito delle singole questioni, delicatissime, mi chiedo: una riflessione critica su quanto è avvenuto, la città la fa, o cosa aspetta ? I troppi non-detti creano una ruggine che nasconde tutto e questo non va bene.

Sono convinto che Parma dovrà, prima o poi, porsi il problema di un cambiamento radicale di governance, ma, freddamente, oggi la vedo una prospettiva molto lontana.

Da parte mia, anche fuori dai banchi del Consiglio, continuerò a impegnarmi per i principi in cui credo, la democrazia (sia pure oggi così in crisi), la tolleranza, i diritti di tutti, la centralità della persona umana e un’idea di città che sappia farsi comunità. Forse un’utopia, visto il livello del dibattito generale, ma non smetto di ritenere che sia possibile”. 
Il passo indietro di Scarpa riapre ferite mai ricucite nel Pd: “Leggo – riporta l’ex senatore Giorgio Pagliari – delle dimissioni di Paolo Scarpa dal Consiglio comunale di Parma e dell’attacco del suo ex alleato Nicola Dall’Olio, che – come è noto – si ritirò volontariamente dalle primarie per evitare ad ogni costo la vittoria di Dario Costi. La grande operazione politica che portò a consegnarsi a un candidato dichiaratamente lontano dal Pd e con lui a un’alleanza dai contorni politicamente ambigui, ha prodotto i suoi desolanti, prevedibili, effetti. Il triste è che rischia di pagarne ulteriormente dazio il Pd locale, che di quella operazione fu (e resta) la prima vittima. Chi a suo tempo sperava legittimamente o meno il contrario, non potrà che prenderne atto. Con tutto ciò, si deve (imparare dal passato e) guardare al futuro, augurando il più sincero buon lavoro a Caterina Bonetti”.

Fonte Link: parma.repubblica.it

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