Cosa è l’Universalismo
Franco Libero Manco
UNIVERSALISMO
Ogni essere vivente ha la stessa importanza del Tutto.
“Anche la natura anela al suo contrario e produce l’armonia partendo da esso e non dall’uguale” (Euripide)
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La visione etico-sociale dell’Universalismo fa riferimento allo schema figurativo del mosaico le cui tessere assemblate armonicamente concorrono a dar vita all’immagine d’insieme. Come ogni tessera così ogni popolo ed ogni individuo che lo compone è un elemento unico ed insostituibile nella misura in cui concorre a relazionarsi armonicamente con il Tutto, con gli altri popoli, il suo simile, gli animali ed ogni essere vivente con il quale divide la stessa casa, l’ambiente naturale. Ogni essere è parte di un solo grande organismo, in cui nessuna parte può essere esclusa, ferita o mutilata senza causare disarmonia all’insieme.
Nella valorizzazione delle differenze formali e sostanziali componenti la sfera biologica, ogni cosa si riappropria del suo valore intrinseco in virtù della sua specifica funzione ed in virtù della ricchezza della sua diversità.
La differenza formale e sostanziale delle cose consente all’Universo di esistere. La vita nasce come conseguenza armonica tra realtà opposte. Tutto nasce da un’unica sostanza e non c’è separazione nell’universo: nulla è separabile dal resto, dal suo contesto naturale. Tutte le cose sono interconnesse. Ogni cosa è necessariamente sorretta da un’altra dalla quale dipende la sua stessa esistenza. Ogni singolo essere vivente è un’entità unica ed irripetibile. Come la cellula di un organismo se isolata sarebbe destinata a morire, così i “componenti” del mosaico se estrapolati dal piano vitale perdono ogni riferimento ed ogni potenziale capacità di evoluzione. Ogni cosa ha necessariamente bisogno di relazionarsi armonicamente con il suo contesto per dar vita ad una programma di espansione sempre più vasto, occupando il proprio peculiare posto nel disegno della Vita. La vera forza del rinnovamento nasce dall’armonia delle singole componenti nella consapevolezza dell’unicità del Tutto e si esprime attraverso l’integrazione armonica ed il sincretismo delle singole culture.
Come ogni tessera del mosaico ha la sua insostituibile importanza, nel piano complessivo della vita, ogni popolo ed ogni individuo trova la sua giusta collocazione per la massima valorizzazione delle proprie risorse nella volontà di interagire armonicamente con il resto. La mancanza di una sola tessera rende il progetto incompleto, imperfetto, sofferente che coinvolge e danneggia il progresso evolutivo dell’insieme.
GLI SCOPI
Lo scopo dell’Universalismo è quello di rendere migliore la coscienza umana per rendere migliori i meccanismi, i sistemi politici, economici, scientifici, culturali, attraverso i seguenti progetti:
Sensibilizzare l’animo umano alle necessità vitali dei più deboli, degli oppressi dal meccanismo economico dei centri di potere non al servizio del bene collettivo, dei più disagiati, con particolare riguardo alla sofferenza degli animali, sistematicamente sfruttati e uccisi dall’egoismo umano. Attraverso programmi di informazione si intende favorire lo studio, la conoscenza, la consapevolezza, il senso critico costruttivo ed ogni attività che ha come scopo il bene integrale dell’uomo e del creato.
Educare l’infanzia alla pace, alla nonviolenza, alla tolleranza, all’amore universale.
Stabilire rapporti con associazioni, movimenti, leghe e persone che credono nei valori fondamentali della Vita, che si occupano di nonviolenza, di pacifismo, di solidarietà, di condivisione, di animalismo, di rispetto per la natura.
L’Universalismo, nella sua visione sferica della realtà oggettiva, si esprime non in termini settoriali ma globali. Ogni progetto, ogni programma deve essere attuato solo nell’obiettivo del vantaggio di ogni componente per il massimo bene individuale e collettivo.
L’Universalismo sostiene ogni iniziativa di cultura olistica intesa a superare ogni visione parziale e settoriale per superare ogni barriera ideologica, razziale, sociale, culturale, politica, religiosa e porre le basi di una cultura di pace, di fraterna ed universale collaborazione attraverso l’istituzione di un Parlamento mondiale e di una Milizia internazionale al fine di tutelare la sovranità dei popoli, favorire la loro autodeterminazione, la protezione dei paesi smilitarizzati e la conversione delle industrie belliche in industrie di pace.
FILOSOFIA DEL L’UNIVERSALISMO
La consapevolezza della propria relatività di fronte all’unicità del Tutto deve spingere le differenti parti ad integrarsi tra loro in modo da non essere in antitesi, in preda ad una lotta sterile, che limita, disgrega, impoverisce, ma una sola realtà che si arricchisce proprio in virtù della differente bellezza di ognuna: unificando gli aspetti più costruttivi di ogni dottrina morale e culturale si potrà realizzare una sola ed universale legge di vita valida per tutti gli esseri umani.
Il compito di ogni religione, come quello di ogni dottrina o di ogni filosofia (nell’ottica dell’Universalismo) non deve essere quello di convertire gli uomini alla propria fede quanto quello di evidenziare ciò che unisce e fortifica per sconfiggere ciò che separa e disgrega, nell’integrazione armonica delle diverse espressioni vitali, allo scopo di edificare una nuova cultura sociale all’insegna dell’amore universale e possa fiorire nell’uomo l’idea di una coscienza più giusta, più sensibile, più fraterna, più vasta in grado di superare le barriere ideologiche, politiche e spirituali in cui ognuno è parte integrante di un sola grande comunità, di una sola patria.
La diversità dell’altrui credo non deve essere intesa come un nemico da combattere o convertire alla propria fede ma come una nuova fiaccola che si aggiunge alla luce della civiltà in cammino. Ogni dottrina viene considerata nel vero nella misura in cui cerca di unificare i differenti aspetti sostanziali delle cose per metterle al servizio del bene collettivo e della Vita. La nuova cultura dell’Universalismo non cerca di creare nuove verità ma mettere in sintonia le singole verità dei componenti il mosaico della Vita.
Come a scuola l’individuo studia le differenti materie per avere relativa conoscenza del tutto, così è per la cultura dell’Universalismo. E’ indispensabile che ogni “componente” il mosaico conosca le differenti tessere a cui è relazionato per sentirsi parte fondamentale dell’immagine d’insieme, che egli concorre a realizzare, e sia responsabile e artefice del proprio destino individuale e di quello collettivo.
Ogni violenza, ogni disarmonia, ogni contrasto scaturisce dall’intolleranza dell’uomo verso l’altrui diversità, perché manca la consapevolezza che è proprio in virtù di tali differenze esiste la Vita, la Terra e l’Universo. Qualunque reato, qualunque ingiustizia o violenza, dal più piccolo furto alla strage più orrenda di cui si può macchiare l’essere umano, scaturisce dall’incapacità della sua coscienza di condividere la sofferenza del prossimo.
Se i mattoni non sono tenuti insieme da un legante non possono costituire un solido muro. Se i muri non solo inglobati dal solaio non possono formare una casa: così è per tutti gli elementi della Vita. Più cellule formano un tessuto, più tessuti formano un organo, più organi formano un apparato e più apparati formano un corpo. Ogni corpo che ha vita è la sintonia di moltissime parti diverse tra loro per forma ed essenza: senza la coesione delle diversità nulla potrebbe esistere.
La diversità formale e sostanziale delle cose può portare in due direzioni: o alla lotta nella negazione del diverso o all’amore nel sincronismo dell’insieme. La prima genera discordia e caos, la seconda diventa il mezzo per compiere il loro proprio progetto evolutivo. E’ la diversità che arricchisce e crea nuove combinazioni e da vita alla bellezza dell’insieme. La gioia nasce dall’armonia tra ciò che di diverso può essere messo in relazione. Se il sincronismo delle parti genera l’amore, la fusione delle diversità genera la vita.
Anche con la persona più diversa e lontana abbiamo in comune molti aspetti della natura umana, come il desiderio di bene, la gioia, la volontà di vivere. E anche se queste realtà possono avere valori differenti per ognuno, se gli uomini guarderanno solo a ciò che unisce saranno in grado di annullare tutto ciò che ora li separa.
Uno Stato funziona quando gli individui che lo compongono, anche se di diverse tendenze ideologiche, danno il loro personale contributo nella medesima causa: quella del bene comune, dell’ordine sociale, dello sviluppo economico, del progresso civile. Anche una famiglia vive bene a condizione che i suoi componenti collaborino in reciproca intesa per uno scopo comune. Ma essendo ognuno un’entità unica ed irripetibile, la disarmonia nasce quando una realtà individuale o, collettiva cerca di prevalere sulle altre. Ma anche se l’egoismo genera contrasti e divisioni grave errore sarebbe non considerare le realtà tra loro incompatibili. Ciò che maggiormente aiuta l’uomo a maturare è la conoscenza, l’esperienza acquisita mediante un numero quanto maggiore possibile di esperienze positive.
Guai ad isolarsi nel proprio soggettivismo. Il compito di ognuno deve essere quello di individuare ciò che di positivo può essere messo in comune, il punto in cui collocare le proprie capacità per il massimo bene collettivo. Follia è pensare che la propria verità, o che una sola dottrina, abbia in se tutti gli elementi necessari a formare il mosaico della Vita da non avere bisogno dell’integrazione e del contributo degli altri.
Se in un cantiere gli operai si contrastano a vicenda per dimostrare che il proprio ruolo è il più importante, certo nessuna opera sarà mai realizzata.
Ognuno serve la causa del bene a seconda le capacità e le attitudini personali. Ma come in officina, ai fini della realizzazione di un’opera, l’operaio è importante quanto il caposquadra, per il fatto che il contributo dell’uno è indispensabile quanto il contributo dell’altro, solo mettendo in sintonia le diverse capacità individuali si realizza il bene comune.
La storia del mondo è suddivisa in diverse copiose materie. Più libri studia un individuo e
maggiori possibilità ha di avvicinarsi alla realtà globale delle cose. Saggio è far proprio ciò che di edificante vi è in ogni cosa diversa dalla propria natura, senza cadere nell’errore di credere di conoscere il Tutto conoscendone solo una parte.
Non basta che l’uomo sia acceso nella giustizia o abbia spiccato il senso del dovere, che sia intelligente o che abbia l’animo buono e generoso. E’ necessario che nella sua natura siano armonizzate non solo alcune ma tutte le qualità dell’animo umano affinché egli possa essere completo per costruire la propria felicità e contribuire efficacemente al bene collettivo. Se in un uomo manca una virtù in lui manca una parte del Tutto armonico, proprio perché di tutti i mattoni ha bisogno un edificio per essere completo e rispondere al suo scopo.
Nell’ottica della cultura dell’Universalismo l’uomo non cerca l’affermazione di se stesso o delle proprie ideologie. Al di sopra di ogni fazione egli cerca la sintonia tra le parti nel rispetto dell’altrui persona e pensiero. Ma affinché ciò possa avvenire è necessario che ognuno sia individualmente portatore e testimone di armonia, di giustizia, di onestà, di altruismo, di buona volontà, di mitezza, di tolleranza, di amor proprio, di dignità umana.
E’ necessario che nella diversità le cose si armonizzino tra loro, così come armonicamente si dispongono le diverse note su di un pentagramma per dar vita ad un unico concerto, il quale non potrebbe realizzarsi senza la diversità stessa delle note. Dalla purezza di ogni singola nota dipende poi l’armonica bellezza dell’insieme. Ma come non tutti i toni delle diverse note possono essere affiancati, vi sono principi concettualmente agli antipodi che difficilmente possono essere messi in relazione. Di fronte alla convinzione dell’ateo che Dio non esiste come si può conciliare il pensiero del credente? Non sempre è necessario accettare integralmente il pensiero dell’interlocutore, anzi a volte su ciò che divide è meglio tacere nell’attesa che la coscienza maturi disponendosi al reciproco rispetto delle idee, perché non si possono raccogliere i frutti di un albero prima che questi siano maturi.
Ogni creatura è un universo a se stante a causa di molteplici fattori che contribuiscono a formare la sua natura, ma specialmente a causa della propria evoluzione spirituale. Ognuno vibra a seconda delle sue intrinseche qualità che sono il risultato delle sue esperienze di vita, oltre che dei suoi retaggi genetici. L’entità umana risulta costituita da tre componenti fondamentali: il corpo, la mente e la sfera emotiva. Se uno solo di questi componenti non si sviluppa quantitativamente e qualitativamente come gli altri due si genera nell’individuo una sorta di scompenso naturale che si manifesta poi attraverso la malattia del corpo, della mente o della coscienza.
Nessuna visione della vita è portatrice di valori assoluti, perché ogni verità va data ai popoli e alle singole persone nei tempi giusti e nelle proporzioni dovute. Ogni affermazione è nel vero nella stessa misura in cui può essere nell’errore. Il Male ed il Bene sono agli antipodi eppure non vi è alcuna interruzione lungo la loro via, così non vi è discontinuità tra il giorno e la notte anche se l’uno è luce e l’altro e tenebre.
Nulla vi è di più errato che credere che debbano essere gli altri a convincersi delle nostre idee. In ognuno ed in ogni cosa vi è parte di verità dal momento che non vi è persona che sia totalmente giusta né che sia totalmente malvagia. Il bene ed il male sono intimamente fusi in ognuno di noi in infinite proporzioni. Nella misura in cui ognuno accetta l’altro, per quella sua pur minima parte positiva, entra in sintonia con il prossimo. Ma ognuno di noi sarà incompleto finché nel nostro animo non saranno presenti tutti gli esseri, ai quali è inseparabilmente legato nel medesimo destino.
ASPETTI CULTURALI DELL’UNIVERSALISMO
Le principali componenti etico-sociali-culturali dell’Universalismo sono:
IL SINCRETISMO
i cui principi a si ispirano alla cultura cristiana, buddista, induista e di tutte le grandi dottrine e filosofie di ogni tempo e paese che hanno contribuito allo sviluppo della civiltà umana, alla giustizia sociale, alla democrazia, alla pace, al bene comune, alla valorizzazione della Vita, al rispetto di ogni essere vivente: anello della stessa catena biologica, parte inscindibile di un solo grande organismo che vive per il medesimo scopo dell’uomo, non in funzione di questo, e come questo in grado di soffrire, di amare la vita e di avere paura della morte. Nello spirito sincretista l’Universalismo cerca di lavorare in piena armonia con tutti coloro che perseguono gli stessi obiettivi, purché dissociati da filosofie che in qualche modo giustificano il razzismo, lo specismo o qualsiasi altra ideologia che tollera la violenza fisica, psichica o morale sull’uomo come sull’animale. Promuove e sostiene ogni iniziativa intesa a mettere in sintonia filosofie, culture, dottrine, religioni, in modo da porre le basi della cultura dell’integrazione armonica e degli aspetti più costruttivi ed edificanti di ogni ricchezza settoriale.
IL BIOCENTRISMO
Il Biocentrismo pone al centro di ogni suo interesse non la specie umana ma la Vita come valore assoluto ed inprofanabile; si contrappone alla visione antropocentrica (anacronistica ed involutiva) considerata la causa della disumanizzazione della coscienza umana, come ciò che abitua l’essere umano a convivere con l’idea della violenza e del predominio del forte sul più debole, al disprezzo della diversità e dell’altrui sofferenza, alla negazione delle esigenze vitali delle creature non umane e quindi come ciò che maggiormente preclude l’evoluzione civile, orale e spirituale dell’essere umano.
La filosofia del Biocentrismo si attua attraverso l’adesione ai tre principi etico-spirituali comuni a tutte le grandi culture:”Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto.” “Non ammazzare.”e “Ama il prossimo tuo come te stesso” estesi dall’uomo ad ogni essere senziente. L’ETICA UNIVERSALE del Biocentrismo tende al superamento della barriera del diritto al rispetto, alla libertà e alla vita limitata dagli esseri umani ai membri della loro specie.
Ogni violenza ed ogni ingiustizia scaturisce dall’incapacità dell’animo umano di condividere l’altrui sofferenza. L’indifferenza verso il dolore e la morte degli animali che uccide, sfrutta ed utilizza per i suoi interessi, rende insensibile l’essere umano anche nei confronti della sofferenza e della morte dei suoi stessi simili. Nell’ottica di tale Etica Universale la cultura del Biocentrismo promuove e sostiene ogni iniziativa che ha come scopo la difesa degli animali e della natura, per il riconoscimento della sacralità della Vita in tutte le sue espressioni. Riconosce gli animali quali soggetti di diritto e si dissocia e condanna ogni attività umana improntata sullo sfruttamento degli animali e da tutto ciò che comporta restrizione alla loro libertà, sofferenza o morte.
CULTURA DELLE CAUSE E DEL SENSO CRITICO
Uno dei mezzi fondamentali attraverso cui attuare l’autodeterminazione e lo sviluppo delle potenzialità armoniche dell’essere umano è lo sviluppo del senso critico dei fatti e dei personaggi della storia, passata ed attuale. Per questo l’Universalismo promuove e sostiene ogni iniziativa intesa a superare l’attuale cultura degli effetti per sostituirla con la cultura delle cause al fine di liberare, specialmente le nuove generazioni, dagli schematismi convenzionali al sotterraneo servizio del potere. In quest’ottica l’Universalismo promuove ogni iniziativa intesa a prevenire ogni disarmonia fisica, morale o sociale, per neutralizzare le cause che la generano, al fine di rendere l’essere umano capace di autodeterminare la propria esistenza e essere artefice e responsabile del destino personale e collettivo.
La filosofia dell’Universalismo si pone in antitesi all’idea dell’alimentazione carnivora, responsabile della maggior parte della malattie umane e come ciò che inclina l’uomo all’aggressione e alla violenza, all’idea dello sfruttamento e della sottomissione del più debole, a danno non solo degli animali e dell’ambiente ma della sua stessa salute fisica, mentale e della sua coscienza morale, oltre che degli equilibri eco-biologici, dell’economia mondiale, della miseria e della fame nel mondo.
L’Universalismo sostiene inoltre l’impellente necessità di una nuova cultura scolastica, non più nozionistica ma causale, integrale e sincretista al fine di favorire lo sviluppo di una NUOVA COSCIENZA UMANA che ripudia il contrasto, la violenza, la prevaricazione, l’imposizione, il predominio, la guerra . Una cultura che favorisca invece lo sviluppo di una mentalità di pace, di tolleranza, di disponibilità verso l’altro, di critica e formativa sul piano etico, umanistico e della sfera sentimentale ed emotiva dell’essere umano, della fraterna collaborazione, del dovere, dell’amore e del rispetto verso tutto ciò che vive.
L’Universalismo vuole porre al centro di ogni attività didattica lo sviluppo delle virtù dell’animo umano attraverso l’inserimento nei programmi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado dell’etica universale del Biocentrismo. Ma il compito fondamentale per lo sviluppo della nuova coscienza umana spetta allo Stato il quale ha il preciso dovere di educare i componenti della sua “famiglia” alle regole civili e morali che vuole siano rispettate, altrimenti non ha il diritto di esigere dai cittadini valori che egli non ha trasmesso. Lo Stato, per mezzo della scuola, ha l’imprescindibile compito di curare la formazione della COSCIENZA MORALE dell’individuo. Lo sviluppo dei valori morali deve essere il fulcro intorno a cui far ruotare ogni altra disciplina scolastica.
La nuova civiltà umana più che di gente capace sul piano tecnico-scientifico è di gente buona, giusta, onesta e sensibile che ha bisogno per migliorare la sua condizione sociale e salvarsi da ogni possibile letale disarmonia. Prima di cercare di risolvere qualunque problema generato dall’uomo è necessario intervenire sull’uomo che genera il problema rendendo la sua coscienza più umana e più giusta, dal momento che è la coscienza degli uomini a fare la storia la qual coscienza sempre si esprime a seconda del grado evolutivo spirituale di ognuno. Se per assurdo oggi tutti gli esseri umani avessero una splendida villa ed un cospicuo conto in banca la situazione individuale e collettiva non cambierebbe di un’inezia se l’animo umano restasse egoista e predatore.
I centri di potere politico, economico e religioso vogliono che gli esseri umani siano malati nel corpo e nello spirito, perché solo in questo modo è possibile giustificare e perpetuare la loro esistenza: finché gli esseri umani saranno malati nel corpo perché vivono e si alimentano male avranno bisogno dell’apparato medico-scientifico-chimico-farmaceutico e finché sarà malato nello spirito avrà bisogno dei dottori dell’anima, degli eserciti e dei tutori dell’ordine sociale. Insomma lo Stato, attraverso la scuola, prima di ogni impegno deve risolvere l’uomo che genera i problemi piuttosto che cercare di risolvere i problemi generati dall’uomo.
Nella visione della NONVIOLENZA UNIVERSALE dell’Universalismo, essere vegetariani è condizione necessaria ed imprescindibile, per il seguente ordine di motivi.
ASPETTO ETICO
E’ fondamentalmente ingiusto e crudele uccidere (o far uccidere) un animale, per il piacere di mangiare il suo corpo martoriato, capace come l’uomo di amare la vita, di percepire il dolore e l’angoscia della morte, specialmente in un contesto sociale di benessere economico. L’indifferenza verso il dolore e la morte di una creatura, strutturalmente fatta come l’uomo, oltre a soffocare nell’animo umano il sentimento di compassione, inclina inevitabilmente alla durezza di cuore, all’insensibilità verso le altrui sofferenza, al disprezzo della diversità e alla violenza verso gli uomini.
Le guerre vi saranno finché vi sarà gente disposta ad uccidere ed è capace di uccidere chi non è in grado di condividere il dolore della sua vittima Una società che convive con il massacro giornaliero di milioni di animali innocenti, rinchiusi nei campi di sterminio dei mattatoi, non può che generare violenza ed ingiustizia anche tra gli esseri umani. Le vibrazioni di terrore che scaturiscono durante la macellazione gravano sulla coscienza collettiva come una tremenda nèmesi karmica di cui si pagano le conseguenze, nell’onda di ritorno, attraverso le malattie, la violenza e la guerra fratricida.
L’adesione all’etica del vegetarismo, nella volontà di non causare dolore, e morte genera nell’essere umano una mentalità di pace, di giustizia, di solidarietà, una profonda sensazione di serenità, di calma interiore, di disponibilità al dialogo. Educando l’infanzia al rispetto e all’amore verso ogni essere vivente, alla valorizzazione delle multiformi espressioni della vita, alla percezione della bellezza del particolare e alla condivisione delle altrui necessità vitali, le future generazioni avranno una coscienza civile, morale e spirituale capace di ripudiare ogni violenza ed ogni ingiustizia sull’uomo, sull’animale e sulla natura e la possibilità di realizzare un mondo migliore.
ASPETTO RELIGIOSO
Nella visone religiosa in cui il fine ultimo è quello della realizzazione del Regno di Dio sulla terra, la pacifica ed armoniosa convivenza tra l’uomo e gli altri esseri viventi è condizione imprescindibile dal momento che nel Paradiso non potrebbe trovare giustificazione il sistematico massacro di milioni dei nostri fratelli di viaggio per soddisfare gli appetiti, la vanità e l’egoismo degli uomini.
Un Dio giusto e misericordioso non può gradire e non condannare la sofferenza e la morte delle sue creature. Infatti nella Bibbia in Genesi 1,29 Dio da all’uomo il chiaro comando ad essere vegetariani: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali do la verde erba dei campi.” A sostegno di quanto detto si riportano gli stralci dalla Bibbia inerenti il rispetto dovuto agli animali. “Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente. (Ger. 32,27).” “La sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa…Non esiste superiorità dell’uomo rispetto agli animali perché tutto è vanità.”(Quoelet 3,19) “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE. Allora il Signore Iddio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all’uomo per vedere come le avrebbe chiamate.” (Gen. 2:18,19). “Egli ha in mano l’ANIMA di ogni vivente ed il soffio di ogni carne umana.” (Sap. II: 23,26). “Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l’erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono.” (Ger.12,4).
Ed infine va ricordato che Gesù istituì l’Eucaristia con il pane ed il vino, non con il pane e la carne e che nei Vangeli apocrifi Gesù invita al rispetto e alla misericordia verso gli animali condannando duramente ogni violenza nei loro confronti: “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati.” (Vangelo Esseno della Pace). E ancora: “Siate rispettosi e compassionevoli verso tutte le creature. Sono venuto per porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira divina non si allontanerà da voi.” Inoltre Gesù rimprovera aspramente i pescatori: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi cibi? Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime.” A conferma di quanto suddetto S. Girolamo scrive: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare la carne. Tale licenza infatti è un’interpolazione della chiesa in un periodo di basso profilo spirituale, ma in principio non fu così.” E Porfirio aggiunge: “Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni.” E S. Ambrogio conferma: “La carne fa cadere anche le aquile che volano.”
Tutte le grandi religioni considerano determinante, ai fini dell’elevazione spirituale e della salvezza dell’anima, il rispetto per gli animali e l’astinenza dalla carne. Se lo scopo della vita è quello di raggiungere le più alte dimensioni spirituali il sentimento di carità e di condivisione che abbraccia non solo l’uomo ma ogni essere vivente è, sotto l’aspetto spirituale, più elevato di qualunque sentimento limitato alla sola specie umana.
ASPETTO SOCIALE
La progressiva conquista della democrazia si è attuata nel corso dei millenni in virtù dell’estensione dei diritti inizialmente prerogativa dei potenti. Estendere il diritto al rispetto, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente significa superare l’anacronistica ed involutiva cultura antropocentrica e superare la lunga fase storica della violenza non solo tra gli esseri umani ma tra questi ed il resto del creato. Infatti la violenza contro gli animali è il tirocinio per ogni crudeltà anche nei confronti dell’uomo. Finché gli uomini sfrutteranno ed uccideranno gli animali essi non cesseranno neppure di sfruttarsi ed uccidersi tra loro. Solo il rispetto della diversità, la valorizzazione della sacralità della Vita, l’amore per tutte le cose può far maturare nell’uomo quella nuova coscienza umana che gli consentirà di realizzazione un mondo migliore.
ASPETTO ANTROPOLOGICO
L’anatomia comparata, l’istintologia, l’immunologia, la neurofisiologia, confermano che l’essere umano è un animale non onnivoro, né tantomeno carnivoro, ma fruttariano come i primati al cui ordine appartiene i quali hanno un apparato masticatorio e digerente simile al nostro è assai diverso da quello degli animali carnivori. Ogni organismo vivente è programmato dalla natura per cibarsi con un determinato e specifico alimento. La sostituzione di tale “carburante” con un altro non adatto produce gli stessi effetti al motore di un’automobile a benzina che si pretende far funzionare a gasolio. Significativo è anche il fatto che la vita media di ogni specie animale è circa 7 volte il periodo del suo sviluppo fisico. Quindi l’essere umano dovrebbe vivere 130/140 anni: età raggiunta solo dalle popolazioni a regime vegetariano.
I nostri progenitori, dopo circa 4 milioni di anni di regime vegetariano, a causa delle mutazioni climatiche dovute alla glaciazione nel Pleistocene, le foreste si trasformarono in savane e si adattarono a vivere di sciacallaggio inserendo nella loro dieta anche la carne nella percentuale del 20-30%, restando quindi, anche in quel periodo, sostanzialmente, vegetariani. Ma a causa della presenza della carne nella dieta dell’uomo preistorico la lunghezza della vita media si accorciò quasi del 50% per tornare a risalire 100 mila anni fa circa con la scoperta dell’agricoltura. Da allora ad oggi l’alimento carneo è stato visto come uno status symbol possibile solo alle persone facoltose, per questo si riscontra nella gente comune una fame ancestrale di carne. Con il boom economico del 1960 tutti hanno avuto la possibilità di mangiare quantitativi enormi di carne. Nel giro di 50 anni c’è stato un aumento del consumo procapite del 130%. La conseguenza è stata un’esplosione di malattie croniche e degenerative mai registrate prima nella popolazione. Infatti ai primi del 900 solo una persona su 30 moriva di cancro, oggi ne muore una ogni 2,5 persone, anche se ciò è anche dovuto all’inquinamento in generale e ai prodotti chimici usati in agricoltura. Ma circa il 60% di tutte le malattie sono di derivazione alimentare.
ASPETTO SALUTISTICO
Gli istituti di ricerca più accreditati del mondo affermano che l’alimentazione carnea favorisce l’insorgere di numerose patologie, comprese quelle degenerative e tumorali e che per contro una dieta vegetariana, ricca di frutta e verdura, contribuisce ad immunizzare l’organismo umano alla maggior parte delle malattie. Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90% e del 97% delle occlusioni coronariche. Le statistiche dimostrano che le popolazioni sono tanto più flagellate da malattie cardiocircolatorie e tumorali (e non solo) quanto più fanno uso di grassi animali.
I popoli che si nutrono quasi esclusivamente di carne, come gli Esquimesi, hanno vita media di appena 30 anni, oltre il più basso quoziente intellettivo. Per contro le popolazioni a regime vegetariano, come gli Hunzakus, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda e dello Yucatan, vivono fino a 130/140 anni e fino a 90 anni sono in grado di procreare. Da considerare che in natura gli animali più miti, più forti, più prolifici e più longevi sono erbivori o vegetariani, come il cavallo, il rinoceronte, il toro, l’elefante ecc. Il gorilla 3 volte più grosso dell’uomo è 30 volte più forte. Gli umani vegetariani risultano essere 2-3 volte più resistenti alle fatiche e 5 volte più rapidi nel recupero delle energie rispetto a coloro che mangiano la carne. Infatti la lunga schiera di primatisti mondiali in ogni disciplina sportiva conferma la superiorità della dieta vegetariana rispetto a quella onnivora.
ASPETTO ECONOMICO
L’alimento carneo risulta essere il più antieconomico esistente in natura, per il fatto che per produrre un kg di carne sono necessari dai 5 ai 20 kg di cereali., frumento, mais e soia. Se tali alimenti fossero consumati direttamente dagli esseri umani si potrebbe sfamare una popolazione mondiale almeno 5 volte superiore all’attuale, mentre il 40% di tutti i cereali prodotti nel mondo servono ad ingrassare gli animali d’allevamento. Per produrre un kg di frumento sono sufficienti 190 litri di acqua, per avere un kg di carne è necessario un quantitativo di acqua 100 volte superiore.Una mucca consuma derrate alimentari quanto 12 persone. Ben 7 persone potrebbero nutrirsi con l’equivalente di quello che mangia un americano carnivoro. Il quantitativo di cereali necessari a produrre un hamburger sono sufficienti a sfamare 40 bambini per un giorno.
Un terreno adibito a pascolo dà una tonnellata di carne, ma se adibito a coltivazione di legumi è in grado di produrre 20 tonnellate. Lo stesso principio vale per la coltivazione della frutta e della verdura. Se tutti gli umani adottassero una dieta carnivora le riserve petrolifere mondiali sarebbero di 13 anni, mentre se tutti gli umani adottassero una dieta vegetariana la durata sarebbe di 260 anni.
ASPETTO AMBIENTALE
A causa delle deiezioni contaminate da enormi quantità di medicinali somministrati agli animali, i terreni destinati all’allevamento restano improduttivi per moltissimi anni. La principale causa di distruzione delle foreste pluviali è il consumo di carne in USA (un hamburger costa 5 mq di foresta amazzonica). I paesi maggiormente colpiti dalla desertificazione sono quelli in cui si allevano bovini a scopo alimentare. La quantità di alberi salvati ogni anno da un individuo vegetariano è quella che si sviluppa spontaneamente su una superficie di 4.000 mq.
I 7 PUNTI FONDAMENTALI DELL’UNIVERSALISMO PER IL RINNOVAMENTO DELLA COSCIENZA UMANA, BASE DI UN MONDO MIGLIORE
1) Educare l’infanzia alle virtù morali attraverso l’esempio e l’impegno personale, la famiglia, la scuola, lo Stato (amore, onestà, giustizia, rettitudine, tolleranza, altruismo, dignità umana, fraterna collaborazione).
2) Sensibilizzazione dell’animo umano (bontà, compassione, condivisione delle altrui necessità vitali).
3) Valorizzazione, rispetto e tutela della sacralità della Vita in tutte le sue espressioni e delle differenze formali e sostanziali componenti la Creazione.
4) Etica del Biocentrismo e nonviolenza universale (pacifismo, rifiuto di ogni forma di violenza sull’uomo, sull’animale, sulla natura).
5) Sincretismo delle grandi culture (religioni, filosofie, dottrine sociali; superamento delle barriere ideologiche e delle antinomie; unicità delle cose).
6) Vegetarismo (come scelta di amore e di rispetto per la Vita, come mezzo per conservare la salute, salvaguardare la natura ed eliminare la fame nel mondo).
7) Cultura delle cause (senso critico costruttivo dei fatti e dei personaggi della storia; autodeterminazione, responsabilità personale verso il destino collettivo).
APPLICAZIONE
Ricerca del bene, del bello, del giusto.
Amore per la pace, l’armonia.
Preparazione, conoscenza, meditazione, preghiera
Credo nei grandi ideali, ricerca di Dio,
Lettura dei testi sacri e delle grandi religioni
studio del pensiero dei grandi filosofi, dei maestri spirituali,
saggezza, sensibilità del cuore
Essere di esempio
Dare il proprio contributo nella realizzazione di un mondo migliore
Immedesimazione, compassione
Responsabilità personale verso il destino collettivo
Superamento dei limiti personali
Dominio delle passioni, dei desideri
Ricerca della vera libertà dell’essere
Il valore del rinuncia, del sacrificio, del dolore
Cambiare l’uomo per cambiare il mondo.
Il determinate supporto dello Stato, scuola, famiglia.
Le 4 componenti fondamentali dell’uomo: corpo. mente, coscienza, spirito.
Tossiemia. Malattia amica.
L’importanza della corretta alimentazione
Il danno da cibi cotti
Ginnastica
Respirazione
Digiuno
Sonno
Autoguarigione
I 7 problemi correlati al consumo di carne
Coscienza Vegetariana: anello mancante per un mondo senza più malattie, violenza, dolore
I tre principi fondamentali
Cultura delle cause e del senso critico
Sincretismo delle grandi dottrine
Antropocentrismo e biocentrismo: due realtà agli antipodi
Valorizzazione delle diversità
Interconnessione delle cose
Televisione e mass media
Parlamento mondiale
Dualismo nel Cosmo
Non si può essere animalisti se non si è vegetariani
E’ il cuore dell’uomo a fare la storia.
L’uomo e il mappamondo
Incoerenza umana
Imparare a rispettare il piccolo è la soluzione di ogni problema.
L’indifferenza verso il dolore altrui il vero cancro dell’animo umano.
Libertà delle maldicenza, permalosità, impulso, istinto ecc.
Origini della violenza umana
L’anima come prerogativa umana?
Extraterrestri, umani, animali
Scopo dell’esistenza umana