Gran Bretagna, un tribunale per decidere se il veganismo è un credo religioso
La storica sentenza sarà presentata oggi a Norwich, a 160 chilometri da Londra.Il caso arriva davanti ai giudici nel giorno in cui le statistiche indicano un calo rilevante del consumo di carne e maiale in Inghilterra
di ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – Il veganismo potrebbe essere protetto dalla legge britannica, alla stregua di una religione, una predisposizione sessuale o una minoranza etnica. La questione sarà decisa per la prima volta da un tribunale, in una storica sentenza presentata stamane a Norwich, una città a 160 chilometri a nord-est di Londra.
I giudici dovranno valutare il ricorso di Jordi Casamitjana, un vegano che ha denunciato il suo datore di lavoro, la League Against Cruel Sport (Lega contro lo sport crudele), accusandolo di ingiusto licenziamento.
L’uomo sostiene di avere perso il posto per avere rivelato che la società ha investito il proprio fondo pensione in aziende coinvolte nella sperimentazione sugli animali, subendo dunque una discriminazione basata sul suo veganismo. La compagnia tuttavia afferma che il motivo del licenziamento è soltanto la condotta scorretta del dipendente e non contesta il fatto che il veganismo debba essere protetto per legge.
I magistrati del tribunale del lavoro dovranno stabilire, riferisce la Bbc, se essere vegani è una “fede filosofica” simile a un credo religioso. L’autore del ricorso si definisce infatti un “vegano etico”, che fa campagna per convincere altri a fare la sua stessa scelta. Le sue convinzioni influiscono in ogni aspetto della vita: per esempio va al lavoro a piedi anziché in autobus, per evitare che le ruote del veicolo su cui viaggia schiaccino insetti o volatili lungo il tragitto.
Quando ha messo in guardia il datore di lavoro, un’associazione per la protezione degli animali, sul fatto che investire il fondo pensione in aziende che fanno sperimentazione sugli animali era una contraddizione con lo spirito della società stessa, la League Against Cruel Sport non ha preso provvedimenti. Allora lui ha denunciato pubblicamente il fatto ed è stato licenziato.
Nel ricorso, Casamitjana afferma di essere stato discriminato sulla base del suo veganismo “etico”. Sia chi fa la dieta vegana, sia chi si professa vegano etico, mangia soltanto cibo ricavato dalle piante. Ma i vegani etici vanno oltre, provando a escludere ogni forma di sfruttamento degli animali nei propri comportamenti.
I giudici dovranno perciò stabilire se il veganismo di questo genere è equiparabile a “un credo religioso o filosofico” e come tale rientra in una delle nove categorie protette dall’Equality Act 2010, una legge sull’eguaglianza dei diritti senza differenza di sesso, religione o ogni altra caratteristica sociale. Se il ricorso verrà accolto, altri credi potrebbero chiedere protezione analoga citando la sentenza come precedente.
Il caso arriva davanti ai giudici nel giorno in cui le statistiche indicano un calo rilevante del consumo di carne e maiale nel Regno Unito; e mentre Greggs, la maggiore catena alimentare nazionale, lancia un sandwich di carne vegana sulle ali del successo ottenuto lo scorso anno dal suo sandwich alla salsiccia vegana. Inoltre in Inghilterra è in corso una campagna chiamata “Veganuary”, fusione delle parole “vegan” e “January”, per spingere la gente con l’anno nuovo, appunto a cominciare da questo mese di gennaio, ad adottare una dieta vegana. 02 gennaio 2020
Fonte Link: repubblica.it