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Elezioni, le proposte dei candidati sindaco sulla cultura a Parma
Quali sono le proposte per la cultura a Parma fra arte e letteratura, teatro e cinema, Festival Verdi e altre rassegne.
Le risposte dei cadidati sindaco in vista delle elezioni Comunali del 12 giugno.
Marco Adorni
L’Altra Parma
La cultura non deve essere immaginata come un’occasione per incrementare turismo, aumentare i profitti o la visibilità dell’amministrazione. Certamente la cultura ha anche un risvolto economico ma la sua natura è quella di essere un bene in sé. La cultura è anzitutto educazione di una collettività. Educazione alla libertà, all’espressione di sé, all’autonomizzazione e all’attivazione. Inoltre ormai si tende a riconoscere nella cultura una forma speciale di medicina sociale che costruisce le abilità, crea benessere, forgia relazioni e diviene cruciale soprattutto per chi vive in condizioni di marginalità. Tutto ciò è proprio quello che manca alla Parma di oggi, che è prevalentemente un contenitore di eventi, sganciati tra loro. Manca un fil rouge e non solo tra gli eventi: manca il contatto tra le istituzioni e la gente comune. Abbiamo bisogno di un progetto culturale che valorizzi l’esistente, cioè quel mare magnum di piccole associazioni il cui unico limite è rappresentato dalla carenza di mezzi finanziari che spesso derivano dal fatto che sono escluse da bandi che presentano requisiti di organizzazione interna troppo elevati, confezionati ad arte per favorire le grandi realtà culturali e le esigenze di spettacolarizzazione dell’amministrazione di turno.
C’è insomma un problema strutturale: le piccole associazioni non hanno la struttura per sostenere gli eventi: occorre personale e organizzazione. Le associazioni sono fondamentali perché producono cultura. La cultura va intesa infatti come ricezione che diventa creazione. Per facilitare questa maturazione personale e collettiva, noi proponiamo la costituzione di agorà cittadine per la creatività sotto la direzione dell’Assessorato alla cultura. L’elemento fondamentale delle agorà è la loro composizione: saranno guidate da esponenti delle più di 500 associazioni del Terzo settore di Parma e del mondo del commercio, dai funzionari dell’amministrazione e dirigenti scolastici, da personalità con qualificate e comprovate competenze nel campo delle discipline umanistiche, musicali, artistiche, architettoniche e scientifiche. Le agorà dovranno diventare le officine di progetti pensati per i giovani (ma non solo), da finanziare attraverso partnership societarie pubblico-private promosse dall’Assessorato alla cultura. Crediamo che attivando questo processo partecipativo si potrebbero intercettare anche quel disagio che si trova rappresentato nelle piazze, poiché il Comune si presenterebbe loro come attore credibile in quanto capace di ascolto e di attribuzione di autonomia e responsabilità.
Soltanto quando il processo educativo e formativo viene assimilato e fatto proprio si assiste a una produzione culturale autonoma, che è poi il vero scopo di ogni trasmissione di conoscenza. Ci vuole un empowerment collettivo per uscire dall’anomia di questo deserto culturale, prodotto di scarto della città neoliberale. Quanto al Festival Verdi, esso semplicemente deve tornare in mano alla città. Basta con la sottomissione a Bologna. Il Teatro Regio deve rimanere a disposizione degli artisti e della città di Parma. Proponiamo il recupero della centralità della cooperativa Artisti del Coro di Parma che, grazie all’amministrazione uscente, è stata di fatto marginalizzata all’interno del Festival Verdi, a tutto vantaggio del coro del Teatro Comunale di Bologna che ne effettuerà addirittura l’apertura. Dal 2012, infatti, il Coro di Parma è stato via via svilito e depotenziato da scelte incomprensibili delle amministrazioni. Il numero di giornate lavorative annue è sceso a livelli drammatici, in special modo negli ultimi sei anni.
Priamo Bocchi
Fratelli d’Italia
Il Teatro Regio di Parma, che diventerà monumento nazionale, dovrà rappresentare per la città un catalizzatore di cultura e un generatore di indotto, sia concretamente economico, sia in termini di riconoscibilità ed attrattività della nostra città, in Italia e nel mondo. Per questo motivo l’assessorato alla Cultura dovrebbe avere un collegamento più diretto con esso e incidere di più nelle scelte di gestione e programmazione troppo delegata alle agenzie. Servirà ampliare l’offerta operistica, potenziare il Festival Verdi, aumentare il numero delle rappresentazioni e proporre ogni anno un nuovo allestimento di un classico verdiano all’inaugurazione della stagione Lirica. Il Teatro possiede inoltre uno dei migliori cori d’Europa e i suoi componenti dovrebbero avere la possibilità di lavorare con costanza e di essere impegnati in temi diversi dal ripetitivo repertorio che ormai caratterizza le stagioni.
La Filarmonica Toscanini dovrebbe essere più valorizzata così come il Conservatorio. Ben vengano le collaborazioni con altri teatri, compreso quello comunale di Bologna, ma il nostro Regio dovrà essere il capofila di ogni progetto e mantenere centralità e autonomia. Il centro storico, che contiene gran parte del patrimonio artistico e architettonico, è trascurato, sporco e pericoloso: andrebbe rianimato come polo culturale all’aperto. Bisogna incentivare una programmazione di eventi con il coinvolgimento delle Officine di produzione locali (teatri, compagnie dilettanti e Conservatorio), le associazioni del terzo settore (Famija Pramzana, Parma Lirica, Corale Verdi, ecc.) che custodiscono la nostra vera identità e sono motori di cultura popolare. A tal fine abbiamo previsto una delega all’associazionismo che, interfacciandosi con gli altri assessorati, dovrà coordinare, sostenere e interfacciarsi in modo diretto con le associazioni e i circoli, sgravandoli inoltre di adempimenti e oneri burocratici (accesso ai bandi, SIAE, ecc.).
Altre proposte: rassegne diffuse e a cielo aperto (Festival Poesia, Festival teatro dialettale, Festival Letteratura, Festival Jazz), creare sinergie e collaborazioni pubblico-privato, creazione del Museo della Fotografia locale (Parma ha una grande tradizione in questo campo e potrebbe essere il contenitore ideale per far conoscere la storia e i fotografi parmigiani di ieri e di oggi), Festival del Teatro dialettale. Il Palazzo del Governatore potrebbe diventare un luogo dedicato all’arte contemporanea. Riaprire i teatri oggi chiusi (Teatro del Vicolo, dei Dialetti, Pezzani seppure quest’ultimo di proprietà della Diocesi), individuare rassegne e spazi all’aperto e favorire la creazione di consorzi di associazioni che unite possano pensare di prenderne in gestione alcuni di essi (es:Teatro dei Dialetti “Giovannino Guareschi”). Il comune dovrebbe mettere a disposizione palchi e seggiole per realizzare iniziative delle compagnie dilettantistiche, di teatro giovanile, alternativo, delle marionette, ecc. oltre che favorire l’accesso a strutture inutilizzate (teatri parrocchiali) attraverso convenzioni con le proprietà.
Andrea Bui
Potere al Popolo – Rifondazione e Pci
Riguardo al Festival Verdi, è necessario organizzare un vero concorso pubblico per la nomina del sovrintendente, con cui scegliere un progetto che, oltre a tener conto della sostenibilità finanziaria, consideri seriamente la qualità del lavoro dei dipendenti e collaboratori della Fondazione. Mentre finora ci si è limitati a dare risalto e sostegno finanziario al Festival, a scapito della stagione lirica. La cultura, più in generale, è qualcosa di vivo che ha bisogno di cura, di tempo e di spazi, mentre la cultura dei grandi eventi, votata al mercato, è sterile: non lascia niente alla città. Per questo va sostenuta quella Parma creativa ora soffocata e senza prospettive: dobbiamo garantire le condizioni perché possano crescere e affermarsi le iniziative culturali e artistiche che qui nascono. Significa consentire finanziamenti dignitosi e spazi adeguati agli operatori del settore, favorendo progetti di lungo corso, e coinvolgendo scuole, circoli, artisti, biblioteche.
Michela Canova
Parma Democratica
Siamo per una politica della cultura diametralmente opposta a quella che abbiamo visto con Parma 2020-21, la quale è stata tutta incentrata sulla comunicazione, su eventi effimeri, sul mancato lascito a tutti i livelli sia di ricaduta sociale che di qualità artistica e, mi lasci dire, priva di rendicontazione economica di un budget milionario. La nostra visione per i prossimi anni prevede un tavolo partecipato della cultura dal titolo Progetto Parma Cultura di previsione sulla programmazione culturale e la spesa biennale, con tematiche ed obiettivi di produzione condivisi tra le istituzioni culturali della città e in collaborazione con le associazioni e soprattutto le scuole dove impiantare veri e propri laboratori di produzione culturale; la progettazione di un Festival Internazionale Parma città delle Arti a tema annuale, distribuito su due fasi, primaverile ed autunnale, oltre ad un progetto di ridefinizione artistica del Festival Verdi e di posizionamento internazionale del Regio; la messa a disposizione di spazi municipali per progetti proposti dalle associazioni culturali e di produzione artistica di base (teatro, musica, danza, cinema, arti visive, scrittura ecc. ecc.) nel Teatro dei Dialetti e non solo; il progetto di produzione biennale di una grande mostra di portata internazionale, in collaborazione con l’Università di Parma ed altri centri di ricerca scientifica, all’interno della crociera dell’Ospedale Vecchio quale struttura produttiva permanente dei grandi eventi d’arte, dando così anche sbocco professionale ai migliori nostri laureati in materia; la ridestinazione del complesso di San Paolo a centro di ospitalità per accademie internazionali (università straniere che vogliono avere una base italiana), associazioni culturali, centro della fotografia, museo della città come ampliamento della Pinacoteca Stuard. Un concerto di azioni concrete di forte incidenza sociale, innanzitutto giovanile, combinato al rafforzamento delle produzioni istituzionali di portata internazionale.
Dario Costi
Ora. Un progetto di Comunità – Civiltà parmigiana e Generazione Parma con Azione di Carlo Calenda
Produrre cultura e non solo consumarla: ovvero valorizzare la grande tradizione museale, teatrale e culturale. Nell’ex monastero di San Paolo prevedere il riordino del sistema di musei civici, l’istituzione di un Museo della città, quello universitario e infine di promozione della cultura del cibo. Musica: riportare in città le maestranze allontanate nell’ultimo decennio, e nominare un Direttore musicale di esperienza internazionale istituendo un’orchestra del Teatro Regio, difendendo al contempo il coro. Affiancare all’opera un programma sinfonico, istituire un’orchestra “primavera” under 30 usufruendo dei fondi europei destinati e creare punti di coordinamento per tutti i musicisti di vario genere di Parma (sono quasi 300). Cultura popolare: completare il Teatro dei dialetti, affidandolo a un consorzio per la gestione rendendolo fruibile anche a compagnie dialettali e amatoriali, e riattivare il Torrione visconteo.
Luca Galardi
Movimento 3V
L’arte in tutte le sue forme educa l’uomo alla “Bellezza” oggettiva e spirituale, perciò arricchente. Non da meno essa può diventare strumento di aggregazione e di presa di coscienza delle persone, se è in grado di veicolare contenuti forti che si ispirano a valori non “negoziabili” e irrinunciabili per l’essere umano nelle varie fasi dell’età evolutiva. Tutte le espressioni artistiche partono dal basso, ovvero dal popolo e producono un cambiamento che evolve nelle coscienze fino a diventare vere e proprie “onde” in grado di cambiare il senso comune della realtà.
Proprio per questo l’arte, in tutte le sue forme non può prosperare in una società incentrata sul “distanziamento sociale”. Essa vive di empatia e pertanto chiede partecipazione totale a chi ne vuole gustare appieno l’inebriante sapore. Distanziamento sociale, mascherine e discriminazione uccidono l’arte nella sua spiritualità. Se ami l’arte odi ciò che la soffoca. L’arte vive del dualismo fra chi la produce e chi la riceve. Quest’ultimi devono essere incentivati a cercarne in tutti i vicoli di Parma. Questo darà stimolo e risorse a chi ne produce. Uno dei punti salienti del nostro programma riguarda la realizzazione di centri polifunzionali di quartiere nei quali, oltre ai servizi base per i cittadini, è previsto anche uno spazio culturale che offra corsi di teatro, musica, pittura e prosa. L’intento, infatti, è quello di stimolare le nuove generazioni ad esprimere la propria arte. Il patrimonio artistico e culturale Parmigiano deve essere anche protetto, purtroppo.
A questo proposito, è necessario ricordare i recenti e deplorevoli atti di vandalismo compiuti a danno del Duomo e del Battistero di Parma. Si tratta di episodi gravissimi che non possono essere tollerati. La nuova amministrazione dovrà anche spendersi per tutelare il patrimonio culturale cittadino. È nostra intenzione promuovere anche l’arte contemporanea nelle sue varie forme, organizzando mostre ed eventi per sostenere i giovani artisti offrendo a Parma l’opportunità di aprirsi al “nuovo”. Vorrei, in fine, porre in rilievo il valore e l’efficacia dell’arte cinematografica per la sua capacità di trasmettere un mondo valoriale e per essere un grandissimo veicolo educativo specialmente in ambito scolastico.
Michele Guerra
Uniti Vince Parma – Pd-Effetto Parma-Italia Viva-Partito Socialista-Articolo Uno-Onda-Coraggiosa e Sinistra Italiana
Parma ha un sistema culturale molto solido e diversificato, riconosciuto per le sue produzioni a livello nazionale e internazionale e senza il quale non si sarebbero raggiunti i risultati importanti di questi anni. Bisogna rafforzare le politiche di coordinamento e sostegno al sistema teatrale, musicale e cinematografico cittadino e favorire una relazione sempre più solida tra le nostre istituzioni e associazioni così da promuovere anche una contaminazione tra il pubblico che segue le varie realtà e i vari programmi. Il sistema museale cittadino è un altro ambito su cui occorre fare rete, soprattutto da quando il Comune è finalmente rientrato in possesso della Camera di San Paolo, che va riconnessa alla Pinacoteca Stuard.
Il Castello dei Burattini troverà in Oltretorrente, nel complesso riqualificato dell’Ospedale Vecchio, lo spazio museale adatto a valorizzarne ulteriormente il patrimonio e le attività archivistiche e editoriali, proprio accanto alla Grande Crociera che racconterà la storia della nostra città nel percorso architettonico e multimediale pensato da Studio Azzurro nel pieno rispetto della magnificenza di quello spazio. Porteremo in città, in accordo con la Fondazione Bertolucci di Roma e secondo quello che era un desiderio di Bernardo Bertolucci e di sua moglie Clare Peploe, gli archivi Bertolucci, per costituire un centro studi, in un luogo di pregio della città, dedicato alla famiglia e che veda la collaborazione dell’Università di Parma.
Riteniamo importantissimo istituire un progetto di cultura diffusa nei quartieri, con le associazioni e le realtà che già operano nei quartieri, ma anche attraverso l’azione coordinata con associazioni che da anni perseguono questi obiettivi e accompagnano le città in percorsi vasti di partecipazione culturale. Dovremo per questo identificare nuovi spazi nei quartieri, riqualificando il patrimonio pubblico inutilizzato e lavorando con scuole e centri giovani per una sempre maggiore capillarità delle attività culturali. Promuoveremo anche il progetto I like Parma – Quartieri, sul modello vincente che è stato I like Parma negli ultimi quattro anni. Dobbiamo avere calendari annuali che mostrino come lungo tutto l’anno la cultura di Parma sia viva e produttiva, con effetti di programmazione rilevanti anche per il turismo culturale. Da questa prospettiva, ci piacerebbe creare i presupposti per riportare su Parma un Festival dedicato al Teatro universitario europeo. Attiveremo uno sportello in grado di aiutare le realtà culturali del territorio ad accedere a bandi nazionali e europei e incentiveremo, con apposite risorse, la creatività e la nuova autorialità giovanile. Proseguiremo sul grande progetto del volontariato culturale, che ha dato esiti straordinari e intergenerazionali e continueremo a rafforzare le politiche collegate alla promozione della lettura, secondo gli obiettivi fissati dal Patto della lettura.
Da questa prospettiva, già per il prossimo autunno è pronto un importante progetto sulla letteratura, tema centrale per la nostra città e al centro di lavori di scavo e di studio prodotti negli ultimi due anni. Porteremo a termine i cantieri del Wopa in San Leonardo e ci impegneremo per creare le condizioni di nascita di un centro socio-culturale nell’ex vetreria Bormioli accanto al costituendo Museo del Vetro. Allo stesso modo, favoriremo la costituzione di un Museo del Profumo, che celebri una delle maggiori tradizioni industriali e culturali della città a seguito delle preziose mostre organizzate durante Parma Capitale Italiana della Cultura. Consolideremo la partnership pubblico-privata del Comitato Parma 2020, per stabilizzare un modello di sostegno alla cultura che il Nucleo di valutazione della Presidenza del Con ha scelto come modello di investimento e spesa in ambito culturale. Ugualmente insisteremo sul rafforzamento di progetti integrati come quello della “Cultura come cura”, assieme al mondo della sanità, e quello relativo alle “Imprese Creative Driven”..
Giampaolo Lavagetto
Per Parma 2032
La nostra idea di cultura parte dal rilancio dell’identità parmigiana nei quartieri, come vero motore di integrazione anche per le culture straniere. A scuola si riscoprirà il dialetto perché la memoria delle radici non vada perduta, insieme ai personaggi e alla cultura del territorio, interfacciata alle culture del mondo. Per quello che riguarda la Fondazione Teatro Regio dovrà mantenere la sua collocazione artistica locale, senza venir meno ai risultati prestigiosi di questi anni. Ogni anno proporreremo l’organizzazione della Festa d Cultura con proposte fatte dai cittadini, per una città culturale viva inclusiva e partecipata.
Tra le nostre proposte, a livello turistico, la creazione di una Città della Musica che sia tale tutti i giorni e non solo nel mese dedicato al Festival Verdi, che va mantenuto e potenziato. Importante valorizzare i Festival locali come il Barezzi e Traiettorie e le iniziative organizzate da La Casa della Musica. Valorizzazione anche del Consrrvatorio Boito, invidiato da tutto il mondo, dando spazio all’Orchestra Giovanile della Via Emilia e ripristinando la storica collaborazione con il Teatro Regio. Nel nostro programma anche una maggiore attenzione al Festival della Musica Universitaria che, dal 2013, viene organizzato in Piazza Garibaldi per permettere alle band di farsi conoscere e, al tempo stesso, una maggior offerta di festival di musica sacra in contesti di interesse artistico come il Duomo e le bellissime Chiese della Città.
Un problema da risolvere immediatamente è quello dell’abbandono del teatri, tra cui il Teatro dialettale e il Teatro del Vicolo, oggi allo sfacelo totale: strutture che potrebbero diventare centri di addensamenti culturali. In tutto ciò sarà fondamentale la collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e tutti gli enti preposti, in un dialogo costante che permetterà una maggiore offerta e una partecipazione più consapevole e attiva del cittadino.
Enrico Ottolini
Europa Verde-Possibile
La politica culturale del Comune di Parma di questi anni è parsa priva di un progetto organico e autonomo. Si sono susseguiti eventi e manifestazioni estemporanee, spesso promossi e decisi al di fuori dell’assessorato. Anche Parma Capitale della Cultura, ancorché fortemente condizionata dalla pandemia, non ha lasciato niente di significativo e permanente in dote alla città. Di fatto, sotto molti aspetti, si è trattato di un’occasione persa. Il Comune, attraverso il coinvolgimento delle scuole, dell’Università, dei teatri e delle realtà associative, deve poi farsi promotore della diffusione delle tante culture di base che sono il fondamento del benessere e della convivenza democratica e civile: la cultura della pace e della legalità, la cultura della scienza e della sostenibilità ambientale, la cultura dei diritti.
A livello di azioni concrete tre esempi: occorre partire da una sinergia con il polo museale della Pilotta che deve divenire la porta del turismo culturale in città. Va tutelata l’autonomia artistica e gestionale del Teatro Regio e rilanciata la produzione e co-produzione di spettacoli tutelando le professionalità già presenti come ad esempio l’omonimo Coro. Il circuito dei teatri, ricchezza di Parma, deve essere sostenuto, garantendo un coordinamento delle programmazioni e cercando di stimolare sinergie tra le stesse e va promosso un Festival Internazionale di Teatro; Una biblioteca per quartiere: occorre consolidare ed estendere l’attuale rete di biblioteche comunali prevedendo una in ogni quartiere a partire dal San Leonardo; per le biblioteche centrali maggiormente frequentate dagli studenti va prolungato l’orario di apertura serale; bisogna poi tornare ad investire sull’archivio comunale, da troppi anni trascurato, trovando una collocazione più idonea, rafforzando il personale specializzato e portando a compimento la digitalizzazione degli inventari.
Cultura diffusa: in coerenza con i propri obiettivi in tema di ambiente, di salute, di sociale, di sicurezza il Comune, attraverso le scuole e facendo rete con il ricco tessuto associativo, deve promuovere una cultura e un senso civico diffuso come fondamento di benessere, di convivenza e di coesione sociale. Vanno inoltre promossi e sostenuti concerti musicali, rassegne e spettacoli nelle piazze dei quartieri.
Roberta Roberti
Parma città pubblica
Crediamo in una cultura su misura, diffusa e partecipata, sostenibile e accessibile a tutti, che coinvolga tutti i quartieri, le scuole e l’università. Parma va ripensata come città delle conoscenze, della solidarietà, del benessere, città verde dei parchi, dei giardini, delle aree verdi curate e sorvegliate, città universitaria e città della musica. Comprendiamo l’importanza degli eventi culturali come attrazione turistica per la nostra città, ma deve diventare prioritario l’obiettivo di fare cultura per la città e i suoi cittadini. Diciamo basta alla pratica dell’evento fine a sé stesso, della quantità che nasconde la scarsa qualità, della disomogeneità e disorganizzazione generale.
Abbiamo bisogno di un’area da dedicare ai concerti e sostenere la musica dal vivo. Dobbiamo creare spazi gratuiti ed autogestiti per i giovani in ogni quartiere. Serve creare momenti di socialità e cultura per la terza età, istituendo per esempio giornate della cucina popolare e riunendo a tavola gli anziani soli. Superiamo il concetto di movida e creiamo una sana cultura del cibo e del bere, intesi come parte di un’identità culturale e non come sballo e consumo, sostenendo le attività commerciali e artigianali che si occupano di eccellenze enogastronomiche. Vogliamo realizzare un luogo per La Città dei Bambini a cui aggiungere un Festival di respiro internazionale sulla cultura dell’infanzia; dare attenzione al tempo libero e alla socialità partendo dalle Case di Comunità e coinvolgendo biblioteche, musei, cinema e teatri. Sosteniamo la creazione presso il Museo del Vetro nell’area ex Bormioli di una Biblioteca tecnico-scientifica e sarebbe interessante anche la creazione di un museo virtuale del design alimentare che colleghi tutti i musei del cibo del territorio. Sosteniamo economicamente, preferibilmente nelle periferie, quelle sale cinematografiche mono schermo che proiettando cinema di qualità e impediscono l’omologazione al modello culturale del ‘multiplex’.
Il Teatro Regio deve essere luogo di vita, non solo di spettacolo, custode di memoria e tradizione aperto alla città. Siamo contrari ad utilizzarne gli spazi per operazioni di dubbia qualità volte al puro business e al marketing. La notizia del ridimensionamento col taglio del 30% del Fus è grave, significherà penalizzare le nostre produzioni e le nostre masse artistiche e tecniche, che invece vanno sostenute e valorizzate. Il Regio non può essere cannibalizzato dal Teatro Comunale di Bologna. Vanno bene le coproduzioni con altre realtà artistiche, in dialogo con gli altri teatri in regione per diffondere i progetti fuori dai confini locali, ma devono essere garantite la reciprocità e la salvaguardia dei nostri musicisti, cantanti e tecnici. Proponiamo che il Festival Verdi sia progettato da un Comitato tecnico scientifico che stili il programma con l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.
Valuteremo di spostarlo a maggio-giugno. Parma vanta poi un sistema teatrale unico, articolato e di grande qualità. È necessario che l’Amministrazione possa ridisegnare e aggiornare gli obiettivi delle attività e il ruolo delle realtà teatrali nella città e nella comunità. Quello che è successo al Teatro delle Briciole, eccellenza della nostra città per le giovani generazioni, per come si è sviluppato e concluso, è un’ombra che dovrà essere chiarita e portata alla luce, lo dobbiamo a tutti i cittadini.
Pietro Vignali
Forza Italia – Lega – liste civiche
È necessario rilanciare i grandi format culturali cancellati o sottodimensionati nei dieci anni di Pizzarotti: Festival della Poesia, Festival della creatività giovanile, Parma estate e Settembre italiano. Lo stesso Festival Verdi è stato indebolito, trascurando realtà artistiche preziose come il Coro e l’Orchestra del Teatro Regio. È fondamentale valorizzare i teatri cittadini che sono stati dimenticati e penalizzati e dare vita a nuovi contenitori e eventi culturali diffusi nei quartieri. Il completamento e l’apertura del Teatro dei Dialetti che la città attende da 10 anni non è più rimandabile.
Gaetano Vilnò
Noi siamo davvero
Ritengo che sia funzionale ,oltre che interessante, creare eventi a Parma che possano coniugare la Cultura (arte, letteratura, teatro,cinema, Festival Verdi e altre rassegne) con eventi enogastronomici che identificano il nostro territorio. Questa visione completa dell’evento ha a tutti gli effetti un’attrattiva maggiore in quanto risponde ai diversi interessi del pubblico fruitore, a livello locale, nazionale ed internazionale. 25 MAGGIO 2022
Fonte Link: parma.repubblica.it