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Coronavirus, a Parma 570 casi e otto decessi

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Coronavirus in Emilia Romagna

L’ospedale Piccole Figlie pronto ad accogliere pazienti Covid. Venturi: “Sarà una settimana difficile, la supereremo”

Coronavirus, i casi positivi a Parma arrivano a 570 (52 in più rispetto a venerdì). Otto i decessi registrati a Parma.

Sono i dati diffusi sabato nell’aggiornamento sul Coronavirus da parte del commissario ad acta per l’Emergenza Sergio Venturi.

Che a proposito dell’incremento a Parma ha parlato di un “dato che tranquilizza” a fronte del più 88 che si era configurato 24 ore fa.

Le Piccole Figlie sono pronte a ospitare pazienti Covid. E il 18 marzo si terranno i primi esami di laurea per gli infermieri, misura che era stata chiesta con forza ieri dalla Regione per avere più personale sanitario in corsia.

Sono due notizie positive date da Venturi nel corso dell’aggiornamento. “Sarà una settimana dura ma c’è la consapevolezza che dobbiamo superarla”.

Pronti anche altri 150 letti al Maggiore all’occorrenza.
In Emilia-Romagna sono complessivamente 2.644 i casi di positività al Coronavirus, 381 in più rispetto all’aggiornamento di venerdì. Passano da 8.787 a 10.043 i campioni refertati.

Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali. Complessivamente, sono 1.055 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 152 (24 in più in 24 ore).

E salgono a 54 (erano 51) le guarigioni, 51 delle quali riguardano persone clinicamente guarite, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e tre dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 201 a 241: 40, quindi, quelli nuovi, che riguardano 22 uomini e 18 donne. Per 10 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 24 residenti in provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Bologna, 2 in quella di Ferrara e 1 del lodigiano.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 853 (143 in più rispetto a venerdì), Parma 570 (52 in più), Rimini 398 (35 in più), Modena 306 (55 in più), Reggio Emilia 153 (15 in più), Bologna 195, di cui 63 del circondario imolese (complessivamente 40 in più, di cui 16 a Imola e 24 a Bologna), Ravenna 78 (23 in più), Forlì-Cesena  62 (di cui 38 a Forlì, 8 in più rispetto a ieri, e 24 a Cesena, 5 in più rispetto a ieri),  Ferrara 29 (5 in più).

“Oggi abbiamo un aumento di persone positive al virus di circa il 16%, di cui quasi la metà con sintomi lievi e in isolamento a casa. Un dato che ci aspettavamo e in linea con le previsioni. Per quanto riguarda il dato per provincia, anche qui siamo in linea in tutti i territori con Piacenza che registra un numero di positivi maggiore, un dato che si spiega col fatto che da oggi è autonoma nella refertazione dei test – non deve più inviare i tamponi a Bologna o Pavia – e quindi sta ‘smaltendo’ una situazione pregressa. In sostanza, oggi abbiamo l’esito di numerosi test svolti nei giorni scorsi” commenta Venturi.

“Anche se siamo abituati a enfatizzare i numeri negativi, non dobbiamo però dimenticare quelli positivi, come ad esempio l’alto numero delle persone che sono in isolamento a casa senza bisogno di ricorrere al ricovero in ospedale e il numero di guariti, che sappiamo essere molti di più dei 54 comunicati dalle Aziende, ovviamente più attente al numero di positivi e a quello dei decessi che continuiamo a registrare, oggi 40 in più”.

“Sono fiducioso – conclude – che ce la faremo, tenendo duro e sapendo che nei prossimi giorni di potranno esserci degli incrementi ma poi vedremo la luce. Va bene come ci stiamo comportando. Lo vedo dalle strade deserte, lo sento nelle dichiarazioni delle persone, e nei flash mob che ci fanno battere le mani tutti insieme e ci fanno sentire vicini. Con un’ultima raccomandazione: stare insieme ai propri affetti vuol dire stare vicini, ma sempre a più di un metro di distanza, per salvaguardare i nostri cari e far sì che nessuno di loro si ammali per colpa nostra”. 14 marzo 2020

Fonte Link: parma.repubblica.it

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