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La tregua di Putin è rumorosa in Ucraina e contestata in Russia
Gli alleati di Kyiv reagiscono compatti e le minacce del Cremlino intimoriscono sempre meno. Il presidente russo pretende ancora di dettare le regole della guerra e le condizioni della pace, ma non ha capito in che direzione sta andando il mondo
L’idea di una tregua unilaterale per la celebrazione del Natale ortodosso non è piaciuta agli ucraini e non è piaciuta neppure ai falchissimi che svolazzano attorno al Cremlino, uomini che contestano la gestione del conflitto e vorrebbero una strategia ancora più brutale, senza pause. Il cessate il fuoco ordinato da Putin ha avuto diverse interruzioni, anche da parte di Mosca. Kyrylo Tymoshenko, vicecapo dell’ufficio del presidente ucraino, ha scritto su Telegram che la città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk, aveva subìto un attacco, mentre a Kurakhove, un ospedale e alcuni condomìni erano stati colpiti dai soldati russi. La Russia ha risposto che ha dovuto difendersi dai continui attacchi di Kyiv, per nulla disposti a concedere ai soldati del Cremlino trentasei ore di riposo dai combattimenti. Margarita Simonyan, direttrice dell’emittente finanziata dal Cremlino Rt, si è affrettata ad accusare gli ucraini per non aver voluto accettare la tregua e alla stessa stregua hanno reagito molti commentatori della televisione russa, pronti ad accusare gli ucraini non soltanto di violenza ma anche di bassa levatura morale. La reazione era stata prevista, ma gli ucraini sono sicuri che Mosca si stia preparando per una nuova ondata di aggressioni e d’accordo con gli americani hanno ritenuto di non potersi fidare della “tregua di Natale”. Se Kyiv e i suoi alleati riescono a prevedere spesso le mosse di Mosca non è soltanto per ragioni di intelligence, ma perché hanno imparato a conoscere il Cremlino e le sue reazioni. Chi non ha ancora imparato a conoscere il suo nemico è Vladimir Putin, che si ostina a non voler capire neppure in che direzione sta andando un mondo in cui la Russia è sempre più marginalizzata. 07 GEN 2023
Fonte: ilfoglio.it