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Parma 2020 la mostra sul cibo che fa riflettere


Parma 2020 inaugura ufficialmente parlando di ambiente e consumo alimentare. Luca Barilla: “Il valore fondante che dobbiamo recuperare è quello di ‘volerci bene’, verso le persone e il pianeta”
di ARIANNA BELLOLI
Taglio del nastro sabato 11 gennaio per la mostra Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile promossa dalla Fondazione Barilla e realizzata con la collaborazione di National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (SDSN Med), Madegus, Civicamente, il contributo di un comitato scientifico multidisciplinare, la curatela di Codice Edizioni e con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Parma. Il progetto è inserito in un protocollo d’intesa col MIUR.
Presenti all’inaugurazione il sindaco Federico Pizzarotti, l’imprenditore Luca Barilla, il professor Riccardo Valentini, membro IPCC e premio Nobel per la Pace nel 2007, Anna Ruggerini, Direttore Operativo di Fondazione Barilla e Marco Cattaneo, Direttore di National Geographic Italia.
La mostra è un percorso multidisciplinare e interattivo, in grado di sensibilizzare verso una rivoluzione orientata allo sviluppo sostenibile, che parta dal cibo. Il percorso esperienziale sarà disponibile fino al 13 aprile negli spazi della Galleria San Ludovico e i Portici del Grano. L’obiettivo è quello di far comprendere il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta, a cominciare da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto. Al centro del percorso c’è la corretta educazione alimentare che, come dichiara Anna Ruggerini, “porta non solo benefici alla salute umana, ma anche all’ambiente”. La produzione di cibo è infatti l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (fino al 37%).
Il Sindacaco Pizzarotti ha ringraziato tutti i partecipanti e gli organizzatori, ricordando che prende il via “un anno che deve essere veramente entusiasmante. Tutti devono sentirsi protagonisti di Parma 2020. Ringrazio Barilla che da sempre è protagonista con noi con tante iniziative e noi vogliamo essere protagonisti con lei per collaborare allo sviluppo della nostra città”.
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“Questa mostra ha lo scopo di condurci per mano lungo un percorso molto interessante e delicato, a volte drammatico, che è quello del cibo – afferma l’imprenditore Luca Barilla -. Un fatto critico per il futuro del nostro pianeta. Noi dobbiamo curare il cibo e la sua generazione per il futuro come non abbiamo mai fatto in passato. Tutti nella vita devono sentire uno scopo, quello della nostra azienda è stato quello di creare benessere per le persone e le comunità. Hanno cominciato i nostri nonni, ha proseguito nostro padre e continuiamo noi fratelli. Durante questo percorso abbiamo fatto anche degli errori ma sempre con l’obiettivo di diventare un’impresa migliore, fatta di persone migliori. Barilla ha voluto sempre essere al fianco della comunità ed essere esempio di buona educazione. Dieci anni fa è nata Fondazione Barilla perché abbiamo capito che non può esserci futuro senza sostenibilità. Il valore fondante che dobbiamo recupera è quello di ‘volerci bene’, verso le persone e il pianeta”.
“Fondazione Barilla ci ha dato l’opportunità di portare una parte della nostra produzione fotografica – dichiara Marco Cattaneo – e anche di raccontare il mondo come lo vede Nathional Geographic. Questa mostra è molto di più delle fotografie perché c’è veramente da mettere le mani dentro e capire come arrivare a un mondo e un consumo di cibo più sostenibile. Abbiamo raccontato come la nostra comunità, sia a livello globale che locale, dipendono e dipenderanno sempre dalla nostra capacità di ridurre l’impatto su questo pianeta. Per produrre il cibo per 7 miliardi di persone occupiamo il 40% delle terre emerse con le nostre coltivazioni e pascoli. Nel 2050 sono previste 10 miliardi di persone sulla Terra, per questo diventa fondamentale capire come dare da mangiare a tutti evitando i paradossi di oggi, come gli sprechi. Oggi perdiamo, buttiamo, 1/3 del cibo che viene prodotto”.
“Curando la nostra terra e adottando un’agricoltura sostenibile – spiega Anna Ruggerini – le generazioni presenti e future saranno in grado di nutrire una popolazione in crescita e di mitigare i cambiamenti climatici. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari”.
“C’è un’emergenza che è sotto gli occhi di tutti – conclude il professor Riccardo Valentini – il nostro modello di vita non è più sostenibile. Migliaia di ragazzi chiedono a noi adulti, ai politici e a chiunque ne abbia la capacità, di fare qualcosa di concreto. C’è un rischio concreto di estinzione di specie animali e vegetali, al tempo stesso le emissioni di gas serra sono quasi raddoppiate rispetto al 1980 portando a un aumento della temperatura di circa 0.8°C rispetto all’inizio del secolo. I cambiamenti climatici, che colpiscono i nostri raccolti, che provocano incendi, inondazioni o anche altre catastrofi ambientali, sono causati in buona parte dal modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo. Ogni anno sfruttiamo l’equivalente di 1,7 pianeti per vivere. Dobbiamo invertire questa tendenza, dare vita ad una vera e propria rivoluzione alimentare partendo dalle scuole, dai docenti e dai ragazzi”. 11 gennaio 2020
Fonte Link: parma.repubblica.it