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Comitato Tardini Sostenibile: dibattito sul nuovo stadio e sulla concessione per 90 anni dell’area pubblica “Tardini”.

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LA SETTIMANA DI FUOCO MEDIATICO DI MR. KRAUSE E DI MR. BOSI 

Parma, 21 dicembre 2021

Nell’ultima settimana diversi avvenimenti hanno movimentato il dibattito sul nuovo stadio e sulla concessione per 90 anni dell’area pubblica “Tardini”. Si è distinta soprattutto la sovraesposizione mediatica del vicesindaco Bosi, concentrato sul tentativo di convincere l’opinione pubblica dell’assoluta necessità e dell’urgenza improrogabile di attrezzarsi con nuovo stadio mondiale e, a seguire, anche sulla stampa nazionale, l’intervento del presidente del Parma Calcio, impegnato a trovare ogni possibile scorciatoia per ottenere la dichiarazione di pubblico interesse del suo investimento.

“Parma merita uno stadio moderno, attrattivo e sostenibile” sostiene Bosi, proclamando urbi et orbi l’interesse pubblico di questo investimento privato ancor prima che venga riconosciuto tale.

Le carenze attuali dello stadio Tardini, che possiede i requisiti UEFA, invece, possono essere risolte semplicemente con un’adeguata ristrutturazione dell’esistente, che non presenta alcuna criticità strutturale e può sostenere qualsiasi tipo di ammodernamento e miglioria.

Quello stadio “moderno” – e vocato, nel progetto, alla funzione commerciale e all’entertainment – situato in un’area residenziale a ridosso del centro storico, non solo non è il meglio per Parma, ma potrebbe essere la peggiore trasformazione urbana degli ultimi vent’anni. Le cui conseguenze devastanti si abbatterebbero sulla nostra città e sulla qualità della vita dei suoi abitanti, come ormai viene riconosciuto da una larga parte della cittadinanza, riunita anche in associazioni e comitati, così come dal numero crescente di professionisti (urbanisti, architetti e paesaggisti), accademici ed esponenti della politica locale.

L’argomento principe che Bosi utilizza per giustificare l’interesse pubblico dello stadio di Krause è la “apertura alla cittadinanza e alle famiglie”, che, nelle previsioni del progetto, dovrebbero affollarne tutti i giorni gli spazi: quello residuale in esterno (un claustrofobico corridoio perimetrale senza verde e dunque privo di attrattiva), ma soprattutto quelli asfissianti sotto le tribune, disponibili esclusivamente ad una fruizione a pagamento, per l’acquisto e la ristorazione. E’ evidente che non si tratta di un regalo di Krause alla città, i cui cittadini sono pensati come clienti e a servizio di una operazione commerciale, come egli stesso ha pubblicamente dichiarato.

Le tante affermazioni del vicesindaco, spesso confuse, se non addirittura inesatte e fuorvianti possono essere confutate parola per parola, e ci riserviamo di farlo in sede opportuna. A tale proposito, nella certezza che Parma meriti soprattutto chiarezza e verità, il Comitato Tardini Sostenibile invita ufficialmente il vicesindaco ad un dibattito pubblico su questi argomenti.

L’aspetto che più ci preoccupa, e che ci preme segnalare ai cittadini, è il comportamento non opportuno del vicesindaco, confermato in modo vistoso in occasione della cena del Parma Calcio.

Cena del Parma Calcio

Alla serata organizzata dal Parma Calcio a favore di propri sponsor e partner il 12 dicembre scorso, accanto a Krause e alla presidente dell’UPI, sedeva il vicesindaco Marco Bosi.

Come atto di rispetto verso coloro che chiedono la terzietà del Comune e a garanzia dei diritti di tutti e per il necessario riserbo istituzionale, soprattutto in questa fase delicata del procedimento, sarebbe stato certamente più opportuno che il vicesindaco avesse declinato gentilmente l’invito. Una nota a commento delle considerazioni esternate da Krause a quella cena: queste hanno sicuramente il pregio di chiarirci la mentalità puramente imprenditoriale del nuovo proprietario della società locale, e gli obiettivi commerciali della sua nuova ‘casa’ in città.

NB: volendo, qui si potrebbe inserire il rimando al commento del dott. Mario Agnetti (vedi file in allegato)

Ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Parma Calcio

A seguito dell’esposto del Comitato Tardini Sostenibile all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), in merito al mancato possesso dei requisiti del Parma Calcio in qualità di proponente del progetto di demolizione e ricostruzione dello stadio, nel rispetto della legge e nell’ossequio dei criteri deontologici e dei principi etico-morali nello svolgimento del proprio incarico, la Segreteria Generale del Comune ha deciso di non apporre la propria firma alla delibera di Giunta sul pubblico interesse e di interrompere il procedimento, in attesa dei dovuti accertamenti di legge.

Sulla stampa il vicesindaco ci informa che il Parma Calcio 1913 srl, anziché attendere il fondamentale pronunciamento dell’ANAC, tenta di accorciare i tempi e di acquisire certezze, presentando un’istanza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il presupposto del ricorso al CdM è che si sia verificata una inerzia acclarata del Comune, intesa come pretestuosa lungaggine nello svolgimento della procedura di verifica e delibera della richiesta del proponente. In questo caso, invece, lo stop è dovuto alla necessità cogente, da parte della pubblica Amministrazione, di attendere il pronunciamento dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione circa la mancanza dei requisiti di idoneità tecnico-organizzativa ed economico-finanziara del proponente. Invocare il ricorso al CdM assume il significato di voler scavalcare ANAC, con la pretesa che il Consiglio dei Ministri autorizzi, in via preventiva, la prosecuzione di un iter che l’Autorità Anticorruzione potrebbe invalidare.

Contemporaneamente, la società Parma Calcio, incurante di qualsivoglia rigore nel riportare gli estremi della questione, continua nell’operazione a tutto campo di mistificazione dei fatti, dispiegando la propria possente artiglieria pesante di mezzi di comunicazione. Nell’intervista comparsa sul Corriere della Sera del 20 dicembre (e ripresa da numerosi altri media), infatti, il presidente Krause insiste sulla stessa narrazione fasulla, omettendo ogni riferimento all’ANAC e non facendo alcuna menzione della mancanza, nella proposta del loro progetto, dei requisiti necessari, circostanza madre delle obiezioni di legalità che hanno portato al ricorso e vera e unica ragione dell’interruzione del procedimento.

 “Scrivo a Draghi per fare grande il Parma”, ci dice; ma vorremmo informarlo che la grandezza di una squadra di calcio non dipende dalla forma dello stadio, ma dal suo comportamento sul campo di gioco.

A margine, vogliamo altresì rassicurarlo che la grandezza di Parma non si misura, né può essere aumentata, con il suo stadio commerciale, perché si fonda su ben altri riferimenti e valori civici, storici, culturali e artistici. Del resto, abbiamo fiducia nella correttezza del nostro Presidente del Consiglio: pensiamo che Draghi non potrà che suggerire di attendere serenamente il giudizio dell’ANAC. Senza forzature e senza sollevare indecorosi polveroni: perché la legge -da noi- deve fare il suo corso.  

La stessa Amministrazione, che non è stata fin qui per nulla inerte, avrebbe dovuto stigmatizzare l’iniziativa del Parma Calcio che, con il ricorso, oltre al tentativo di scalzare ANAC e non attenderne il giudizio, la chiama in causa sulla base di una condotta colpevolmente inerte.

Certi comportamenti del vicesindaco, sempre particolarmente remissivo nei confronti dei progetti del Parma Calcio, sembrano quasi voler sconfessare l’operato della stessa Istituzione che egli rappresenta e, nello specifico, togliere credito al comportamento della Segreteria Generale del Comune, garante della legalità e del rispetto delle regole, che ha svolto correttamente il proprio incarico.

Ci chiediamo, dunque, se non sarebbe opportuno che il vicesindaco Bosi e la Giunta non mantenessero un profilo adeguato, volto al vantaggio e al benessere della città, per non fomentare inutili e dannose tifoserie nella cittadinanza, privata da tempo della certezza della necessaria imparzialità dell’amministrazione comunale.

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