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L’ASINO DI TOSCANI
La comunicazione di Toscani, pur essendo una provocazione funzionale all’impresa da cui è pagato, non è mai stata del tutto servile. E’ forse uno dei pochi che è riuscito in questa impresa. Toscani produce effetti collaterali attraverso l’uso di eventi provocatori, per promuovere il brand. C’è chi si è ripiegato, in varie forme, all’opera celebrativa di impresa o di prodotto: i più noti Sanna, Testa, Pirella, Erberto Carboni (riuscendo, però, spesso, in operazioni che rimarranno nella storia del design e della comunicazione). Chi, invece, pur volendo nell’esercizio di creatività indipendente, non c’è riuscito perché il contesto glielo ha impedito. La censura in questa città risale all’epoca del Ducato!! Non amano il contraddittorio. L’emarginazione, se non sei dei loro, è una pratica che li diverte e la esercitano in tutte le forme.
A Parma gli asini non volano ma sono in piazza, da sempre! Pronti a ragliare per il potente di turno. Toscani, volutamente, celebra lo scontato. Una sindrome, sembra, della società al colesterolo, di cui siamo tra i primi produttori… e che la burocrazia dell’Authority certifica.
L’esercizio estetizzante e marketese, sia nel linguaggio che nelle forme, del “Festival dell’architettura”, si rivela quando andiamo a vivere nell’inferno urbanistico progettato dai professionisti dell’architettura, voluto dagli amministratori pubblici, realizzato dalla speculazione immobiliare affaristica. Lo vediamo a Parma, che non è delle peggiori, cosa si è stati capaci di produrre. Andiamo a vedere gli interventi dei nostri architetti!! Teatro Due, Palacassa, Eurotorri, urbanizzazione Paradigna, il muro universitario.
Quartieri periferici mal collegati (il trasporto pubblico è voluto inefficiente), senza vera vita, dove la socializzazione avviene nel supermarket. I parchi verdi considerati un complemento, ridotti a serragli: i 13 mq procapite di Parma sono un indice di qualità rispetto ad altre città!! dovuto però al torrente che l’attraversa da sud a nord). I bambini? Invitati a sgranchirsi coi videogiochi.
La tangenziale prima coi semafori, poi, passa di qui, che di lì non si può! Piazzale della Pace, il prato più caro d’Italia: per decidere di seminarlo si sono spesi miliardi… per anni! L’alta voracità (TAV) che attraversa il centro città a nord.
Se piove due giorni le strade sono allagate e le fognature rigurgitano; al terzo si mobilita la protezione civile.
Il Po il fiume più bello e importante d’Italia ridotto a canale fognario, Milano non ha i soldi per i depuratori!! Appena si può si estrae sabbia per la cementificazione o liquame (che sostituisce l’acqua da anni) per i nostri campi, che ritroviamo poi nei nostri cibi. E il suolo continua la sua marcia di impoverimento e di desertificazione.
Si spendono soldi pubblici per far andare su bici elettriche le persone: va bene per gli anziani, ma quando vedo un giovane o uno di mezza età, che non sia impedito, su una bici elettrica a Parma… che non è Los Angeles, beh, quello per me è il simbolo dell’impotenza fisica e mentale.
Il Teatro Regio, sì, anche lui fa parte delle architetture delle conoscenze usurpate, occupato da un Sovrintendente autorizzato, dagli apparati pubblici tutti concordi, via Proczynski, il noto agente artistico, a esportare da sempre denaro pubblico a Montecarlo!! E così pure il suo collega della Toscanini! Un binomio (Meli -Baratta) che gestì per anni la musica di Parma, con ragli d’asini ovunque.
Ma d’altra parte anche i monasteri, luoghi di culto e del bene comune, sono oggi occupati e impiegati nelle forme del consumismo affaristico. Toscani, propone questa sua installazione artistica provocatoria (quanto ci è costata?), di cui si è consapevoli, ma che l’ignoranza del conformismo deve avere da firma nota per la goduta sadomaso. La cultura celebrativa del già noto è un oppio di cui questa città non può farne a meno.
Saluti da Parma. (Parma 23 settembre 2005)
Luigi Boschi