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La Follia del progetto stadio Tardini non deve essere permessa, non s’ha mai da fare!
La Follia del progetto stadio Tardini non deve essere permessa, non s’ha mai da fare!
Il PUG (piano urbanistico generale) di Parma, lo Stadio Tardini e Parco Ferrari, area Cittadella
Perché continuare a blindare e bloccare la città la domenica per partite di calcio anche per i decenni futuri? Non è più sopportabile questo menefreghismo amministrativo prono a Kyle Krause e ai suoi desiderata senza tener conto del benessere dei cittadini. Parma non è una prateria in cui costruire quel che vuoi!! Dove stanno le politiche di sicurezza? Ma la misura non è mai colma. Ora vogliono costringere i cittadini in questa prigione per sempre (90 anni)! Inoltre obbligano di fatto tutti i residenti a subire un enorme cantiere per 2 anni, vedere deprezzare il valore degli immobili privati che insistono in quell’area da cui iniziano già da ora a traslocare in altri quartieri della città. Ma l’americano se ne frega di tutto questo; più di 8000 firme di parmigiani contrari non gli bastano e neppure all’insipiente, venduta, Amministrazione del Sindaco Michele Guerra.
Costruire uno stadio nuovo in “zona mercati” sembra la soluzione più logica e di minor impatto sociale e ambientale, con visione futura per lo sviluppo si spera, del Parma calcio, un brand conosciuto nel mondo…ma non solo, anche per altre manifestazioni.
Contro la realizzazione di questa cosiddetta riqualificazione dello stadio Tardini è già presente una petizione di 8241 firme contraria a questo progetto. Unitamente a numerosi ricorsi al TAR. Già sono presenti sentenze con 3 gradi di giudizio del TAR anni 1992/1998 che decretarono l’illegittimità dell’impianto odierno: ne consegue l’inammissibilità ad una demolizione e ricostruzione.
Tre le principali organizzazioni auto costituite contrarie a questo infausto progetto:
Parma Città Pubblica APS, Manifattura Urbana, Comitato Tardini Sostenibile; unitamente a numerose altre. Ma chi sono invece i sostenitori locali, anche occulti, di questo assurdo progetto oltre la nuova proprietà americana del Parma Calcio? Vorremmo conoscere le loro facce!! Devono essere rese pubbliche, perché loro saranno i responsabili del grave danno urbanistico e sociale. Per questo chiediamo le immediate dimissioni del Sindaco Michele Guerra, dell’assessore Marco Bosi e del responsabile della Conferenza dei servizi ing. Michele Gadaleta (che ha dato il via libera alla conferenza dei servizi preliminare nonostante i pareri, di diversi uffici, gravemente negativi).
Pietro Barilla non avrebbe permesso questo scempio nella sua amata città. Perché tacciono, colpevolmente, molte voci culturali di Parma?
Tutti i partiti di qualsiasi colore e i responsabili delle istituzioni nazionali devono essere coinvolti e informati. Ministro Sangiuliano, Onorevole Vittorio Sgarbi, presidente Mattarella, Presidente Meloni, segretaria del PD Schlein, Stefano Bonaccini, Matteo Renzi, Matteo Salvini cosa aspettate a intervenire di imperio? Venite a Parma per capire cosa intendono fare della città! Questo progetto non s’ha da fare, mai! Possibile che il Prefetto (Antonio Lucio Garufi) e le sedi dei partiti locali non vi abbiano informato?
Il vergognoso rifacimento dello stadio Tardini con una convenzione tra Comune di Parma e il Parma calcio [doc.PDF] che annulla tutte le 11 prescrizioni approvate con delibera di Giunta [doc.PDF], non può divenire il riferimento del PUG di Parma. Un cantiere da 138 milioni devastante per la qualità di vita dei residenti, per la durata di 2 anni; un parcheggio sotterraneo in area in parte vincolata. Un’area storica completamente stravolta; la scuola Pezzani-Puccini inabitabile per la durata del cantiere. Costretta a traslocare.
Il Parco Ferrari con lo storico stadio Ennio Tardini costituisce un complesso ideale per iniziative sportive dilettantistiche e per un centro polisportivo pubblico utilizzabile anche dalla scuola Renzo Pezzani che ora non ha palestra. Si era proposto per la gestione del centro, il presidente Ezio Ficarelli della società sportiva Astra in cordata con altre associazioni.
L’area storica Cittadella, Tardini, Parco Ferrari deve essere preservata da nuovi insediamenti costruttivi. Abbiamo una storia da difendere e proteggere che è il vero valore delle nostre città italiane; non ci si deve lasciar illudere da progetti futuristici funzionali solo a una speculazione edilizia (il soggetto incaricato per la realizzazione parrebbe essere l’impresa edile Colombo di Milano). Lo stadio può essere realizzato con tutti i servizi necessari a un moderno impianto sportivo in “zona mercati” dove non ci sarebbero più i disagi, né per il periodo costruttivo, né per tutta la città paralizzata durante le partite di calcio o altre manifestazioni. Penso che questo suggerimento già noto, ma ignorato dalla amministrazione, potrebbe essere oggetto di un referendum popolare proposto alla città di Parma. È già presente comunque una petizione di 8241 firme contraria a questo progetto. E’ la città che deve decidere non i burocrati venduti!.. perché non stanno facendo gli interessi dei cittadini e di fronte a questo scempio è la città che deve scegliere, come e dove realizzare lo stadio, nelo rispetto di tutti i residenti e non solo dei tifosi.
Lo stadio del Parma Calcio che ha già i campi di allenamento nel centro a Collecchiello, potrebbe essere costruito in “zona mercati” con tutti i benefici di sicurezza, trasporti, aree di parcheggio, arrivo tifoserie con treno, ecc, senza bloccare mezza città durante le partite di calcio con insopportabile disagio a tutti i residenti imprigionati in casa, (pure la squadra potrebbe trasferirsi via treno da Collecchiello allo stadio). Perché distruggere e stravolgere un’importante area del centro storico di Parma, quando ci sarebbe la possibilità di fare lo stadio in altra zona molto più funzionale e con visione futura? Se l’americano Krause ha le risorse per distruggere e ricostruire lo storico Tardini, le ha pure per costruire un nuovo stadio in zona mercati. Per altro senza nuova consumazione di suolo.
Lo stadio Tardini originariamente era nella periferia della città, paragonabile all’attuale “area mercati”. Vorrei quindi portare un esempio storico. Quando si costruirono le industrie di Parma, insistevano nella prima periferia, divenuta negli anni aree residenziali, con il loro sviluppo, si portarono fuori dalle originarie sedi storiche.
Barilla da barriera Repubblica si spostò a Pedrignano; Luciani e Manzini a sud della città; la Boschi Luigi &Figli da via Trento andò a Fontanellato e a Felegara. E fu scelta giusta per il loro stesso futuro.

Lo stadio parmense è stato costruito per volere di Ennio Tardini, avvocato e presidente del Parma all’inizio degli anni 1920. A lui venne intitolato l’impianto alla fine dei lavori di costruzione, iniziati con la posa della prima pietra il 31 dicembre 1922 . Di proprietà comunale, gestito in convenzione dal Parma Calcio 1913, [doc.PDF] il Tardini, che vanta una capienza di 22.352 posti, è oggi uno degli stadi più antichi e più affascinanti d’Italia. E vorrebbero stravolgerlo per l’americano del Parma Calcio. Insieme a tutto il contesto storico e un’area residenziale. Una operazione senza senso!! Di cui potremo solo pentirci nel futuro, come è sempre capitato stravolgendo opere, aree o edifici storici. Il delicato equilibrio di una città nel suo contesto non può essere oggetto di predazione affaristica. E questa fatta passare come riqualificazione dello Stadio Tardini la è!
Ora il nuovo PUG di Parma trova il suo baricentro sul rifacimento dello stadio Tardini. Che stravolgerebbe completamente tutta l’area storica residenziale (Cittadella) della città che da anni ha sopportato l’invasione di tifosi e il blocco o le deviazioni della mobilità pubblica e privata durante le partite di calcio, oltre al problema sicurezza di cui il corposo impiego, nelle manifestazioni sportive, di numerose forze dell’ordine ne rivela la pericolosità.
A fianco dello stadio, poi, insiste il plesso scolastico Renzo Pezzani. Perché si dovrebbe abbattere? Forse che il business val bene una scuola di quartiere?
Siamo in fase di lettura e studio del PUG Parma 2050, sul quale si stanno svolgendo incontri di presentazione nei quartieri e di chiarimento al DUC, e sul quale possono essere prodotte osservazioni entro il 14 dicembre. Non si continui a prendere in giro i cittadini con il finto percorso partecipativo e, totalmente ignorati nella pianificazione del futuro della città! Sindaco Guerra , assessore Bosi e Alinovi dovreste vergognarvi.
Riteniamo quindi indispensabile portare a conoscenza in anticipo la cittadinanza di quanto sta emergendo dall’analisi della documentazione: una certa “vision” avrà infatti un impatto molto grave sul futuro di Parma dal punto di vista urbanistico, ambientale e sociale. La tanto decantata “rigenerazione urbana” pare stia infatti trasformandosi, nell’accezione scelta e nelle azioni previste della nostra Amministrazione, in una specie di incubo da rifuggire, anziché in una opportunità da cogliere per migliorare la qualità di vita delle persone.
Nell’ottica di una città ormai votata a trasformazioni che contemplano come prioritarie la mercificazione totale degli spazi urbani nonché l’apparenza e l’attrattività per il visitatore occasionale, più del vero interesse pubblico e del benessere e della qualità di vita di chi la abita e la vive ogni giorno. Sono infatti previsti interventi che saranno pesantemente impattanti specie in prossimità delle aree verdi e delle zone residenziali.
È il caso del quartiere Cittadella, destinatario di una folle pianificazione urbanistica e funzionale. Vogliamo intervenire sul progetto di riqualificazione che interessa l’area del parco storico, oltre a porre l’attenzione su quanto è previsto per l’area del Parco Ferrari e dello Stadio Tardini. A prescindere dalla “ristrutturazione” dell’impianto sportivo, destinato come ben sappiamo a diventare un enorme polo multifunzionale in netto contrasto con la vocazione residenziale del quartiere e con la vita ed i bisogni reali dell’intera città, ci si rende conto leggendo il PUG che è proprio al servizio di questa gigantesca nuova infrastruttura che si prevedono tutti gli altri interventi “rigenerativi” per questo quartiere. Dimenticandosi però che, in verità, il quartiere così com’è – proprio per il suo consolidato uso residenziale – funziona egregiamente, continuando a garantire ai suoi abitanti una davvero buona qualità di vita. Il suo attuale vero punto debole è dato dalla presenza dello stadio, alle esigenze del quale, invece, oggi il PUG si inchina, celebrando una serie di idee guida.
Partiamo dall’idea di addensamento per le aree perimetrali dello stadio Ennio Tardini vale lo stesso principio adottato per quelle del parco Ferrari ovvero “la possibilità di addensamento o sostituzione urbana con l’obiettivo di consentire interventi di trasformazione a fronte di una diretta correlazione con interventi di qualificazione dello spazio pubblico e la possibilità di inserire nuove funzioni soprattutto al piano terra in relazione alla futura “riqualificazione” dello stadio. Tali processi di addensamento e/o sostituzione urbana dovranno essere svolti in modo prioritario favorendo interventi di demolizione e ricostruzione con la possibilità di restringimento delle impronte degli edifici in modo tale da permettere il recupero di suolo e rafforzare i collegamenti e le connessioni con l’intorno facilitando l’accessibilità e l’attraversabilità dell’area”. A fronte di una possibile rigenerazione dello stadio con l’inserimento di mix funzionali, da polo sportivo integrato a “infrastruttura sociale”, o meglio “Parco Sociale” di nuovo tipo capace di cambiarne i rapporti non solo con l’immediato intorno ma con tutta la città, la “logica rigenerativa” viene trasferita anche al perimetro costruito soprattutto in corrispondenza della connessione con il parco Ferrari. Per conseguire questo “geniale obiettivo”, viene consentito agli edifici più bassi di uniformarsi agli edifici più alti esistenti o aumentarne l’altezza in modo da riconfigurare e uniformare il tessuto edilizio a ridosso degli spazi di riferimento senza appesantire, non si sa proprio come, le infrastrutture e sottoservizi esistenti.
Per indorare la pillola a chi proprio non aderisce spontaneamente a questa “fantastica prospettiva”, ci si esibisce in brillanti esercizi di greenwashing e si condisce il tutto con promesse di non ben identificati mix funzionali e sociali, comprese unità abitative a prezzi accessibili, depavimentazione e/o deimpermeabilizzazione di parcheggi e aree similari “al fine di migliorare l’accessibilità alle aree verdi per uno stile di vita più sostenibile e l’inclusione sociale”, processi di qualificazione degli elementi vegetazionali, l’implementazione di spazi attrezzati anche temporanei, la microeconomia di quartiere (come non si sapesse che gli esercizi commerciali della zona si troveranno spazzati via dal nuovo stadio centro commerciale); ad esempio per la Farmacia Tardini è stato valutato un affitto (senza avere concordato nulla) pari a 33.200 euro anno e dovrebbe traslocare dalla sua storica sede in piazzale Risorgimento, 1/C a fianco della entrata principale dell’attuale stadio;
È stato promesso un sistema di riciclo, raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana per usi irrigui… Come se non si potesse fare senza queste speculazioni immobiliari.
Ed ecco infatti, proprio al fine di riqualificare l’area e migliorare la qualità di vita del quartiere e della sua nuova densità abitativa che si legge: “Si potrà considerare, eventualmente, la rilocazione della scuola tra l’area dello stadio con il parco Ferrari in modo da promuovere una connessione diretta tra i due ambiti”;
altra ipotesi considera la possibilità di lasciarla ma aprendo dei passaggi tali da rendere più accessibili le due aree.”
Dove sono finite le promesse reiterate dell’Amministrazione a salvaguardia della scuola e della sua collocazione centrale ed insostituibile nel cuore del quartiere? Per quale recondita ragione questa affermazione non è stata cancellata nel PUG 2050? Forse le promesse dell’amministrazione sono solo un vacuum da avanspettacolo? E le linee guida contenute nella mozione consiliare [DOC.PDF] faranno la stessa fine della carta igienica?
La scuola – le scuole nel nostro caso d’infanzia, primaria e secondaria – di quartiere sono alla base della “visione” di città dei 15’, città sostenibile, città delle relazioni infra generazionale.
Sono presidi del corpo sociale, collettori di relazione e scambio dei cittadini. Spostarle è molto più che un atto di edilizia pubblica (a proposito, perché il pubblico deve stanziare i fondi per una eventuale nuova scuola per agevolare un’iniziativa privata?). È uno stravolgimento/impoverimento del ‘corpo’ materiale e immateriale di quel quartiere, che scardina i migliori valori di affezione identitaria ai luoghi, quelli capaci di generare i processi di attaccamento e cura della sua comunità.
D’altra parte, dovevamo aspettarcelo: si legge infatti nel PUG che il modello adottato per le aree perimetrali del Parco Ferrari è lo stesso, già rivelatosi ampiamente fallimentare e problematico, adottato per il parco ex-Eridania per speculare sui dintorni del parco e di collegarlo ad un centro commerciale, con problemi di sicurezza, l’abbandono del parco e le difficoltà economiche degli esercizi commerciali dell’ex Barilla center (ora Galleria)… non mi sembrano proprio un modello da imitare.
E allora una considerazione sorge spontanea: errare è umano, perseverare diabolico. E ci pare che la nostra Amministrazione ricada in pieno in questa seconda opzione. Una perseveranza cieca ed incapace di sganciarsi da logiche che hanno già ampiamente dimostrato di essere fallimentari e di peggiorare in modo molto consistente la qualità di vita dei cittadini. Un’Amministrazione con ignoranza ambientale e sociale preoccupante, tipica di chi non sa leggere il presente e programmare il futuro nell’esclusivo interesse pubblico e per il solo benessere dei parmigiani, ancora accondiscendente verso i peggiori appetiti di chi vuole approfittarne per i suoi profitti privati.
Il business val bene la vita di una molteplice comunità negativamente coinvolta? Andrebbero tutti cacciati a pedate i responsabili di questo scempio pianificato (tutti citati con nome e cognome all’inizio dell’articolo). Sono indegni di essere i rappresentanti della città medaglia d’oro al valore militare insignita il 9 settembre 1947 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Anche la Minoranza del Consiglio Comunale si svegli dal torpore del nulla facere.
Alcune valutazioni del progetto definitivo che è all’analisi della conferenza servizi, senza entrare nel dettaglio ma che sono significative per capire con chi abbiamo a che fare:
- Progetto definitivo uguale al progetto preliminare nonostante tutte le osservazioni della precedente conferenza servizi e dell’Advisor del Comune;
- Nessun recepimento delle undici prescrizioni del Consiglio Comunale ove tra l’altro è stato richiesto un significativo abbassamento dei 90 anni di concessione e il mantenimento e riuso dell’attuale tribuna Petitot;
- Costruzione di parte del parcheggio interrato e di parte dei fabbricati commerciali, su area vincolata dal Ministero;
- Abnorme aumento dell’altezza della tribuna Petitot che passa dagli attuali 17,85 mt. a 26,38 con incremento di 8.53 mt;
- Inserimento di spazi direzionali a vario titolo per circa 20000 mq. e che in modo strumentale indicano in circa 3.000mq. e che possono accorpare e distribuire come meglio credono (vedi proposta di convenzione) in barba ai piccoli negozi di vicinato e a funzioni sociali. Il mercato comanda, è stato detto ben chiaro in convenzione [DOC. PDF];
- Conformazione perimetrale con uno stretto corridoio costante di 10mt. e anche meno tra il muro di confine e la parete verticale dello stadio che serve per lo sfollamento delle persone e i mezzi di soccorso (ci sarà una valutazione in merito da parte degli organi di sicurezza, ma la geometria, obbligata dalla ubicazione sbagliata, è già un controsenso). Addirittura viene richiesta deroga ai Vigili del Fuoco, per i percorsi di uscita delle tribune perché non c’è abbastanza spazio, data la vicinanza con i confini;
- Urbanistica totalmente ignorata con mancato rispetto alle N.T.A. (Norme Tecniche di Attuazione). Il proponente ha progettato senza alcuna regola se non quella a lui conveniente;
- Calpestati tutti gli indirizzi del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) in materia di ambiente (rumore e aria) e viabilità che indicava che lo stadio dovesse essere decentrato;
- Nessuna rispondenza alle quantità minime di dotazioni di sosta in prossimità dell’impianto;
- L’intera area dello stadio si configura come Rete ecologica urbana – Verde Nel progetto definitivo vengono totalmente ignorate tutte le funzioni e i fini indicati nel PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento) per queste aree.
Per arrivare alle considerazioni economiche che meritano una citazione a parte:
- Il Piano Economico-Finanziario (PEF) del progetto preliminare era stato bocciato dall’Advisor esterno incaricato dal Comune (“Iniziativa Cube Srl” costata 40.000 euro). Nonostante questo, il RUP (responsabile della conferenza dei servizi Michele Gadaleta) aveva demandato la soluzione delle problematiche finanziarie al progetto definitivo e alla sua asseverazione[PDF];
- Il PEF del progetto definitivo ricalca esattamente il precedente, e i valori di redditività – già definiti dall’Advisor irrealistici – vengono addirittura incrementati, e in modo del tutto arbitrario. Il PEF del preliminare era stato bocciato dal consulente esterno del Comune: questo lo sarebbe dunque a maggior ragione [PDF].
- La (famosa) asseverazione, effettuata da una società terza chiamata dal proponente, nel suo documento di Asseverazione, dopo una breve valutazione dei conti, si affretta però a dichiarare che tutti i dati presenti nel piano sono “ipotesi di funzionamento” che possono anche non verificarsi. Con questa NON ASSEVERAZIONE il Comune cede gratuitamente al proponente il nostro bene per 90 anni (per sempre).
La Bozza di Convenzione è illeggibile, per fare alcuni esempi:
- Cessione gratuita dell’area con tutto il costruito al proponente;
- Mutare destinazione d’uso dei locali e loro accorpamento come meglio si crede;
- Esonero pagamento tasse locali (passo carraio, rifiuti ecc.ecc.);
- Esonero costi di urbanizzazione;
- Esonero imposte comunali;
- Tutta la gestione esterna degli eventi sportivi, dai trasporti a tutto il resto, a carico del Comune;
- Possibilità di cessione del complesso a terzi.
E mi fermo qui….
Un’ultima considerazione, ma che dovrebbe essere la prima:
Il progetto attuale nell’area Tardini è stato giudicato ILLEGITTIMO da tre sentenze anni 92/98: TAR – CONSIGLIO DI STATO- CASSAZIONE.
Solo per questo motivo un’Amministrazione non può portare avanti un progetto di demolizione e ricostruzione. Si deve limitare a piccole opere di mantenimento di quello esistente, oppure deve prevedere lo spostamento.
Tutte le motivazioni delle sentenze sono: ordine pubblico; sicurezza; urbanistica; difesa dei cittadini che a vario titolo sono coinvolti dagli eventi, ambiente … esattamente le motivazioni che anche oggi determinano la non conformità del nuovo progetto.
Valutazione Progetto definitivo stadio Tardini
Riporto la valutazione fatta da parte del gruppo tecnico del Comitato Tardini Sostenibile e da diversi collaboratori esterni sul progetto definitivo del Parma Calcio, già in Conferenza dei servizi.
A due anni dal progetto preliminare possiamo dire con certezza che, come avevamo previsto, nulla nel definitivo è cambiato. Stessa impostazione costruttiva del manufatto all’interno dell’area perimetrata (totale demolizione e ricostruzione) e delle sue nuove funzioni commerciali private e per eventi (un centinaio, fra grandi e piccoli, oltre le partite di calcio), che a medio e lungo termine impatteranno sulle (già fragili) attività economiche circostanti, provocando anche un progressivo squilibrio nei rapporti con il centro storico. Medesima la richiesta di concessione gratuita per 90 anni.
Si conferma l’abbattimento degli ultimi alberi presenti e lo scavo di circa mc. 60.000 di terreno per la realizzazione del parcheggio, parte del quale in area vincolata, e degli altri volumi interrati. Sono rimaste identiche le pericolose criticità del Piano economico finanziario, asseverato in modo assai dubbio; irrisolte le pesanti ricadute sul contesto urbano, demandando il problema all’Ente pubblico, e ignorate le gravi ripercussioni sulla qualità della vita complessiva della città dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Le uniche variazioni che emergono dalle tavole di progetto sono, parrebbe impossibile, addirittura peggiorative. L’area disponibile viene completamente saturata di manufatti che presentano:
- l’aumento complessivo di volumetria, con un generale avvicinamento ai confini e alle abitazioni limitrofe e il restringimento del corridoio perimetrale;
- l’aumento dell’altezza della tribuna ovest di m. 8.53, incombente sugli edifici e incompatibile col disegno urbano e storico del contesto;
- inserimento di nuovi fabbricati commerciali, parte dei quali su area sottoposta a vincolo di tutela ministeriale, nel progetto totalmente ignorato.
Nel dettaglio, nel Progetto definitivo del Parma Calcio si evidenziano i seguenti numerosi punti rimasti irrisolti.
- A) Rispondenza alle prescrizioni della Conferenza dei servizi del Progetto preliminare
Urbanistica
Nessun adeguamento alle osservazioni degli uffici urbanistica del Comune di Parma circa i
parametri urbanistici e alle N.T.A. (norme tecniche di attuazione);
Nessuna rispondenza agli obiettivi e agli indirizzi del PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale);
Nessuna rispondenza alle quantità minime di dotazioni di sosta in prossimità dell’impianto e alle normative in materia di parcheggi per impianti sportivi: N.T.A. – CONI – NORME MINISTERIALI;
Nessuna soluzione strutturale ai problemi di viabilità delle aree adiacenti all’impianto e che si ripercuotono a un vasto quadrante della città, fino alle tangenziali. Il carico urbanistico del nuovo impianto sportivo grava pesantemente sulla qualità della vita dell’intera cittadinanza, con conseguenze rilevanti anche in termini economici, configurandosi come insormontabile pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di rigenerazione e riconversione ambientale che la città intende perseguire.
Ambiente e Sicurezza
La relazione acustica evidenzia il superamento dei parametri acustici durante tutti gli eventi, considerati quindi come “oggetto di deroga”. Il nuovo impianto, inserito fra edifici residenziali, dovrà perciò derogare i limiti di zona. Situazione non conforme per un impianto di nuova realizzazione;
La relazione idraulica di ricarica degli acquiferi non analizza l’inserimento di strutture interrate per circa 12000 mq., che in pieno centro città alterano situazioni già compromesse dalla siccità. Sono verosimilmente prevedibili quindi nuovi cedimenti per i fabbricati limitrofi e l’aumento dell’aridità del terreno delle aree esterne all’impianto, con pesanti conseguenze sulla salute e la stabilità del verde profondo delle abitazioni private perimetrali;
L’intera area dello stadio si configura come Rete ecologica urbana – Verde Pubblico. Nel progetto definitivo vengono totalmente ignorate tutte le funzioni e i fini indicati nel PSC per queste aree;
Percorso ambientale totalmente ignorato. Tutti gli elaborati sono privi di ogni rispondenza alle matrici di sostenibilità;
Isola di calore: in pieno centro città viene creata una grande isola di calore, con mega impianti interni che rilasciano gas serra in atmosfera e con circa 10000 metri quadrati di pareti metalliche che contribuiscono all’incremento della temperatura;
Il perimetro di massima sicurezza, che è quello stretto corridoio tra le alte pareti in metallo del nuovo progetto e il muro di cinta perimetrale, in cui si riversa il pubblico in caso di pericolo, è anche l’unica strada percorribile dai mezzi di soccorso. Situazione non conforme alle norme di sicurezza;
Piano economico-finanziario e asseverazione
- Il piano economico-finanziario (PEF) del progetto preliminare era stato bocciato dall’Advisor esterno incaricato dal Comune. Nonostante questo, il RUP (Michele Gadaleta) responsabile della conferenza dei servizi, aveva demandato la soluzione delle problematiche finanziarie al progetto definitivo e alla sua asseverazione;
- Il PEF del progetto definitivo ricalca esattamente il precedente, e i valori di redditività – già definiti dall’advisor irrealistici – vengono addirittura incrementati, e in modo del tutto arbitrario. Il PEF del preliminare era stato bocciato dal consulente esterno del Comune: questo lo sarebbe dunque a maggior ragione;
- La (famosa) asseverazione, effettuata da una società terza chiamata dal proponente, nel suo documento di Asseverazione, dopo una breve valutazione dei conti, si affretta però a dichiarare che tutti i dati presenti nel piano sono “ipotesi di funzionamento” che possono anche non verificarsi. Con questa NON ASSEVERAZIONE il Comune cede gratuitamente al proponente il nostro bene per 90 anni (per sempre);
- B) Rispondenza alle indicazioni del “percorso partecipato”
Il “percorso partecipato” promosso dal Comune – sebbene non predisposto in forma regolamentare alle norme – ha indicato nella quasi totalità degli interventi dei partecipanti la volontà di procedere solo col recupero dell’impianto attuale, operando esclusivamente migliorie strutturali e prestazionali dell’esistente. Se la scelta, invece, fosse stata quella della demolizione con ricostruzione, e dell’incremento di nuove funzioni, gli interventi hanno sottolineato l’esigenza di delocalizzare l’impianto e di recuperare quello esistente per sport dilettantistici;
Il progetto definitivo presentato non ha tenuto conto di nessuna delle indicazioni maggioritarie dei cittadini di Parma.
- C) Rispondenza alle richieste della petizione popolare e alle prescrizioni contenute nella successiva delibera di Giunta.
Dopo il “percorso partecipativo”, la petizione “Fermiamo il nuovo stadio Tardini”, sostenuta da 21 associazioni e comitati locali, ha raccolto 8241 firme di cittadini residenti a Parma. A seguito di questa imponente manifestazione popolare che chiedeva di rivalutare l’interesse pubblico dell’opera, la “nuova” delibera di Giunta ha formulato 11 prescrizioni a cui il progetto definitivo avrebbe dovuto attenersi.
Questo non accade: il progetto definitivo disattende la quasi totalità delle indicazioni di delibera. I punti di maggiore gravità:
- “una più organica integrazione nel contesto affinché l’architettura sia congruente con la cornice e possieda caratteri di sobrietà sia nei tratti distintivi dell’immagine complessiva dell’intervento che nella impostazione dell’impianto tipologico”. Ignorato: il manufatto è più voluminoso, alto, incongruente e impattante sul contesto urbano storico dell’area;
- “consistente e sostanziale riduzione della durata della concessione”. Ignorato: 90 anni erano e 90 sono restati;
- “spazi esterni attrezzati ed aperti al pubblico, con incremento dell’equipaggiamento vegetazionale”. Ignorato: vengono eliminati i tigli secolari e l’area tutta cementata e con una arena metallica, e saturata di nuovi fabbricati destinati al commercio, unica funzione “sociale” promossa;
- “sostenibilità economico-finanziaria della proposta, rifunzionalizzando gli elementi della costruzione che possano essere utilmente conservati, con conseguente riduzione del costo dell’investimento inziale” con particolare riguardo al mantenimento della Tribuna Petitot.Totalmente ignorato: l’intervento è di demolizione e ricostruzione, e i costi sono lievitati;
- garanzia delle più rigorose verifiche tecnico scientifiche circa la realizzazione di un eventualeparcheggio sotterraneo, al fine di evitare qualsivoglia interferenza negativa di tale opera”.
Ignorato: la rimozione di circa 12.000 mq di terra – fra parcheggio interrato e tutti i servizi sotterranei previsti – causerà serie alterazioni alla (esigua) acqua di falda, con gravi conseguenze sulla stabilità degli edifici della zona e sulla salute e stabilità del verde profondo limitrofo;
- “individuazione di strategie funzionali a ridurre l’impatto degli eventi sportivi sulle aree di transito cittadine, con gestione e controllo del flusso veicolare, residenziale e di tifoseria oltre che con regolamentazione della sosta per i mezzi di trasporto”. Irrisolto, perché irrisolvibile: il carico urbano e i costi ambientali e sociali sulla città vengono ignorati;
- D) Rispondenza al decreto di vincolo ministeriale di tutela del bene culturale della Soprintendenza di Parma, sostenuto nel successivo decreto decisorio del Ministero della Cultura Nessuna: il progetto definitivo non tiene conto nemmeno dell’esistenza del vincolo, occupandone le particelle spaziali di ‘vuoto architettonico’ a ridosso dell’ingresso monumentale con nuovi fabbricati fuori terra, eliminando il viale alberato e scavando il parcheggio interrato sotto il suo sedime;
- E) Non rispondenza alle sentenze dei 3 gradi di giudizio del TAR anni 1992/1998 decretarono l’illegittimità dell’impianto odierno: ne consegue l’inammissibilità ad una demolizione e ricostruzione. (Parma, 19/11/2023)
Luigi Boschi
Altro che follia, Parma, sta degenerando alla grande!! Maria
l’assessore Marco Bosi ha dichiarato a parma repubblica del 4 aprile23 https://parma.repubblica.it/cronaca/2023/04/04/news/nuovo_tardini_stadio_parma-394842311/ Bosi: “Grazie al Parma Calcio per il dialogo”; mentre il Vicesindaco Lorenzo Lavagetto, ha dichiarato: Lavagetto: “Ora un progetto in sintonia con la città”. Dopo queste dichiarazioni dovrebbero tutti dimettersi, prima di essere cacciati dai cittadini.LB
ma lo stadio è una vergogna! Non si possono bloccare dei quartieri per una partita. Prigionieri per sempre (90 anni). Tutte le principali città europee tendono a costruire gli stadi in zone lontane dai centri storici e noi puntiamo su uno stadio a due passi da via XXII Luglio. Io sarò sempre contrario. Michele