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Primarie PD in tutta Italia, hanno scelto Elly Schlein 

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Elly Shlein
Elly Shlein

Lo avevo detto ad amici che Elly avrebbe vinto. Loro non erano convinti. Sostenevo, invece, che era il vento nuovo necessario al partito di sinistra. Per troppo tempo il PD ha puntato solo al consenso per governare, dimenticando le esigenze dei cittadini in difficoltà, cercando di prendere più voti possibili al centro. Così facendo per anni è arrivato a snaturare la mission del PD. Bonaccini è un governista, già impegnato a governare la Regione Emilia Romagna ed è bene lo faccia nel miglior modo possibile. In particolare migliori la sanità pubblica; l’ospedale di Parma è da anni in declino e inadeguato alla città. Difficilmente avrebbe potuto fare il Presidente di Regione, tenendo incontri e viaggi in tutta Italia come Segretario del partito. Presidente della Regione E.R. e Segretario del PD sono due incarichi non compatibili da svolgere al meglio. L’uno avrebbe penalizzato l’altro. La Shlein in questo si è dimostrata da subito molto corretta. Si è dimessa da Vicepresidente della regione E.R. per correre alla Presidenza del partito, sapendo che l’avrebbe impegnata in tutta Italia. I politici con duplice incarico non sono graditi ai cittadini e dovrebbe essere vietato sempre per legge e non solo in alcuni casi. LB

E’ stata una domenica il 26 febbraio che ricorderemo a lungo e che la politica italiana cercherà sul calendario repubblicano. Un milione e 300 mila elettori, che per un giorno intero si sono messi in fila davanti ai 5.500 gazebo delle primarie in tutta Italia, hanno scelto Elly Schlein come nuova segretaria del Pd. Una prima volta nella storia della sinistra italiana, che non aveva mai visto una donna alla guida del principale partito che la rappresenta. Nella notte di una vittoria spinta dal voto del centro-nord e delle grandi città, le prime parole di Schlein sono state per indicare la rotta che intende dare alla sua segreteria: “Il Pd sarà il partito dei diritti, che si batterà contro le disuguaglianze e per il salario minimo. Saremo un problema per Meloni. Terremo insieme il partito ma senza rinunciare a una chiara direzione di cambiamento”. Lo sconfitto, Stefano Bonaccini, dato per favorito alla vigilia del voto perché vincitore nel voto espresso dai circoli, ha riconosciuto la vittoria della sua sfidante quando lo scrutinio aveva raggiunto l’80 per cento. “Mi metto a disposizione di Elly. Ha saputo interpretare meglio di me la voglia di cambiamento e innovazione. A lei, ora, la responsabilità di indicarci la strada”.

I prossimi giorni e settimane aiuteranno a definire meglio il senso di una giornata che cambia la storia del Pd e del centro-sinistra, come ha sottolineato anche Achille Occhetto, il “visionario” che liquidò il Pci per transitarlo nella dimensione matura del Partito democratico (“Finalmente è arrivata aria nuova. Ora dovremo coniugare utopia e pragmatismo”). Ma – come scrive Carmelo Lopapa nel suo commento – l’elezione di Schlein è innanzitutto il lampo nel buio in cui la sinistra era stata precipitata dalla sconfitta elettorale di 5 mesi fa. Il voto delle primarie e il suo esito dimostrano che l’opposizione è viva, che un’alternativa è possibile e che esiste una domanda di politica e di cambiamento importante e impetuosa di una parte di Italia cui il nuovo Pd di Schlein avrà ora il dovere di dare risposte. E che a farlo sarà una giovane donna non ancora nata quando Nilde Iotti diventava presidente della Camera e che ha fatto dei diritti la sua bandiera identitaria dà la misura – lo scrive Chiara Valerio – della portata della rottura del soffitto di cristallo che aveva sin qui assicurato la guida della sinistra italiana a una classe dirigente di soli uomini.

Comincia dunque una nuova fase della politica italiana, un anno zero – come scrive Stefano Cappellini – le cui prime sfide saranno l’unità del partito e le sue alleanze. E, con loro, la difesa dei valori dell’antifascismo su cui è nata la nostra Costituzione. Quell’antifascismo – scrive Ezio Mauro nel suo editoriale – oggi ritenuto patrimonio da liquidare da una destra che tenta la scommessa dell’inversione culturale su una storia che si è sempre rifiutata di giudicare fino in fondo.

È stata tuttavia non solo la domenica del nuovo Pd. Nel mare in tempesta di Crotone è naufragata una barca partita da Smirne, sulle coste turche, provocando una delle più gravi stragi di migranti avvenute sulle nostre coste. Una strage di donne e bambini, al momento senza nome, chiusi in bare bianche sistemate nel palazzetto dello sport di Crotone – come ci raccontano i nostri inviati Alessia Candito e Dario Del Porto – e le cui dimensioni non sono purtroppo ancora definitive. Con 59 corpi recuperati e ancora decine di dispersi.

Curzio Maltese

Ed è stata anche una domenica di lutto per noi a Repubblica, dove piangiamo Curzio Maltese, scomparso a 64 anni, talento giornalistico puro e compagno di avventura in una stagione decisiva della storia del nostro giornale, come ricorda Ezio Mauro in uno dei titoli del nostro fogliettone. Fogliettone dove troverete anche l’analisi di Boeri e Perotti sul superbonus, “overdose di edilizia” da cui – scrivono – è necessario uscire e il reportage di Tonia Matrobuoni dalla Moldavia, dove un oligarca filorusso sponsorizzato da Forza Italia sogna di dare l’assalto al Paese. 27 febbraio 2023

Maurizio Molinari

Fonte: repubblica.it

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