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EDITORIA MULTIMEDIALE PER IL TERRITORIO
PREMESSA
Le città costituiscono dei sistemi complessi, che dovrebbero funzionare non tanto per tenere in vita degli apparati burocratici ma per qualificare e dare una capacità espressiva e economica al vivere sociale, offrendo al cittadino l’opportunità di essere propositivo e non soltanto assistito. Occorre un impegno volto a innalzare il livello di vita partecipativa dei singoli e dei gruppi; che questi trovino degli strumenti per farsi facilmente co-responsabili della gestione della cosa pubblica e diventino, in certo senso, attori della qualificazione dello spazio urbano.
Oggi, le strutture pubbliche stentano a seguire i ritmi dell’accelerazione tecnologica: la gestione informatica dell’informazione sta prepotentemente soppiantando quella "fisicamente" legata alla "pratica". Spesso il burocrate di oggi, per sua forma mentis , non riesce a sostenere la contemporaneità dell’informazione; al massimo, ne gestisce la quotidianità.
Indubbiamente viviamo un passaggio epocale, paragonabile forse a quello che ha trasformato la civiltà orale in civiltà della scrittura. Una ragnatela, meno futuribile di quel che si pensi, intessuta di reti Internet, CD-ROM e televisioni interattive, potrebbe – e sottolineamo il condizionale – svolgere un ruolo chiave di facilitazione della interattività collettiva.
Alla luce di quanto detto, in che modo è possibile, oggi, conoscere e intervenire attivamente, ad esempio, sullo sviluppo strategico del territorio? Manca una strumentazione agile e moderna.
PROPOSTA
Sarebbe auspicabile la messa a punto di una letteratura scientifica e sistematica sul territorio. Oltre a un ripensamento della letteratura turistica (che esprima nuovi modi di "raccontare" i luoghi), pensiamo a una editoria multimediale sui piani regolatori delle città e dei principali comuni d’Italia, realizzata su CD-VIDEO e CD-ROM per essere agilmente consultata negli studi professionali, nelle Università e negli Enti Pubblici.
Sarebbe così disponibile una mappatura "in evoluzione" del nostro territorio, in base alla quale ideare progetti sistematici.
Questa modalità di lettura e mappatura del territorio può essere estesa, a nostro parere, al patrimonio storico-artistico del paese, focalizzando le eventuali sottocategorie su musei, su siti archeologici, su edifici e monumenti ecc.
Con un "colpo d’occhio" più generalmente culturale si potrebbero mappare le università e i centri di ricerca da un lato, i poli di produzione industriale dall’altro, corredati da dati qualitativi e quantitativi, le zone a vocazione turistica, le grandi opere e le infrastrutture.
Il piano regolatore di un territorio, d’altra parte, non lo si improvvisa una volta ogni vent’anni ma lo si realizza ogni giorno, soprattutto se si vogliono rendere le citta’ vivibili, di modo che siano effettivamente "abitate" e non soltanto "percorse da zombies": riduzione dell’uomo generata dall’iperconsumismo utile solo al mantenimento del politico.
In questo preciso momento il riavvio di opere pubbliche genererebbe principalmente l’utilizzo di manovalanze mentre lo sviluppo progettuale di tale progetto consentirebbe l’utilizzo di menti e saperi di giovani in tutto il territorio italiano. Si potrebbero infatti costituire in una prima fase dei centri pilota nei vari comuni per sviluppare e definire il modello operativo. Una volta realizzata la metodologia ed il sistema virtuale utilizzato si potrebbe distribuire in tutti i comuni ai responsabili dei piani regolatori ed agli assessori all’urbanistica il modello multimediale da compilare e realizzare. Tutto materiale già presente nei vari comuni o nei vari studi professionali. Nell’arco di un paio d’anni si potrebbe avere una qualificata mappatura del territorio italiano su cui poter operare sia come organi di governo – centrale e periferico – sia da parte di professionisti. Sarebbe il materiale di base su cui inserire le creatività e le idee emergenti. Si privilegerebbe, per una volta, il sapere e non solo il manovalare imbruttito dai tavoli truccati.
Si darebbe spazio ad attività rivolte principalmente alle fasce giovanili più vicine alle logiche virtuali che si troverebbero impegnate in un progetto di rilevazione e crescita del loro territorio e si innescherebbe una modalità di trasparenza e di miglior comprensione delle scelte urbanistiche popolari ed impopolari. Se lo sviluppo delle economie è verso l’immateriale ciò non può essere disatteso da chi governa.
Dottor Antonio Di Pietro,
Le invio una mia riflessione per realizzare una produzione multimediale in CD-ROM dei piani regolatori italiani che ritengo strategica per un governo che desideri conoscere ed avere la mappatura dello sviluppo delle città italiane.
Mi piacerebbe tradurre tale idea in un progetto reale e Le allego, quindi, questa breve considerazione che mi auguro Lei voglia cogliere comunque come spunto creativo per un’Italia che desidera adottare strumenti attuali ed in linea con le accelerate dei bit di cui non possiamo più fare a meno e troppo spesso vediamo una generazione che pensa di vivere solamente con gli atomi; queste sono le persone che amano il controllo ed è facilmente intuibile che l’atomo è più governabile di un mondo di bit.
Penso che uno strumento di questo tipo possa essere fondamentale per un Ministero dei Lavori Pubblici che voglia conoscere la pianificazione strategica del territorio – troppo spesso determinata dal pensiero burocratese – e, forse, quelle brutali speculazioni o attività di tavoli truccati che da sempre invadono il mondo del lavoro e delle opere pubbliche potrebbero anche diminuire.
Si potrebbe inoltre avere, con questo strumento, una maggiore capacità di intervento nelle modifiche da apportare in funzione dei rapidi cambiamenti in atto e un migliore coordinamento tra territori limitrofi governati da diversi piani regolatori.
Una volta digitalizzato il territorio sarebbe molto più facile effettuare simulazioni in virtuale delle future opere e dei nuovi progetti, prima di passare alla fase di realizzazione, considerando maggiormente l’impatto ambientale ed evitando i noti disastri della cementificazione italiana.
In un mondo di bit c’è ridondanza di atomi e pochi pensieri.
Grato per l’attenzione che vorrà riservarmi. (Parma, 01 luglio 1996)
Luigi Boschi