La vita sulla morte
,Quando i cuori si intrecciano da giovani
e nel tempo rimangono innamorati.
Nella timidezza nell’affrontare le prime volte l’ignoto, l’altro sesso, le possibili reazioni, i rifiuti… le invenzioni nei corteggiamenti, gli azzardi, i tentennamenti nei movimenti… il bacio.
L’innamoramento: uno stato di grazia che non muore.
E’ un presente continuo senza sosta,
sei come in un’auto in continua accelerazione… arriva la passione e non riesci più a farne a meno…
temi solo che tutto finisca, come spesso accade.
Ma le emozioni, i sentimenti, i profumi, le musiche, le stagioni, le situazioni, restano sempre. Valeva sempre la pena viverle. Nell’aria salmastra, nell’aria tersa tra la neve, di fronte al fuoco di un camino… o di una vecchia stufa di ghisa, tra i verdi parchi senza orizzonti.
Ti rubano invece la vita con il dovere di un lavoro spesso mal remunerato e senza soddisfazione.
Riducono gli innamorati della vita a killer seriali, stupratori, o suicidari.
Non c’è più il fanciullo spensierato, non solo nel pensiero del cuore…
E’ possibile vivere fuori dall’amore?
Forse sì… ma si vive male.
L’attesa della gioia rende l’animo gentile e paziente. Poi… il silenzio dell’eterno dopo tanto rumore terreno.
Ho visto con i miei occhi, quando hanno estumulato mio padre o riesumato mia madre sradicando pure brutalmente anche l’acero rosso che avevo piantato e che da 30 anni era cresciuto sulla sua tomba. Questo il rispetto della burocrazia per la vita e per i morti, che ne sarà di tutte le nostre fatiche terrene.
Come vorrei esserlo dentro di me ancora quel fanciullo spensierato che indossava la vita da innamorato in ogni momento, prima che arrivasse il buio della ragione e ascoltare i protagonisti dei giorni del Britannia ora, “con quale coscienza” al Governo, provo sgomento.
Le foto incorniciate sparse sui mobili di casa mi riportano al passato e sfiorandole è come rivivessi quei momenti della fanciullezza ora sperduta. (Parma, 19/04/2021)
Luigi Boschi