Il monito del Prefetto Garufi: a Parma e non in Sicilia il più grande quartiere mai sequestrato alla criminalità

Prefetto di Parma
Ben diversa dalle dichiarazioni dell’ex Prefetto Paolo Scarpis: “le infiltrazioni della mafia a Parma, sono sparate di Roberto Saviano, aggiunse che non vi fossero indagini in corso”. LB
A Palazzo Giordani l’incontro sulla legalità con gli studenti e Giuseppe Ayala, che si schiera senza mezzi termini a favore del regime del 41 bis
Un folto e attento pubblico di studenti ha accolto venerdì mattina a Palazzo Giordani l’ex magistrato Giuseppe Ayala, che ha presentato il suo ultimo libro Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati e occasioni perdute.
Oltre ai ragazzi, delle classi 4 e 5 G del liceo scientifico Ulivi e 4 E e 4 F dell’istituto tecnico economico Bodoni, erano presenti all’iniziativa Andrea Massari, presidente della Provincia e di Upi- Unione Province italiane Emilia-Romagna, Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Francesco De Vanna assessore a Lavori pubblici, legalità e sicurezza del Comune di Parma, il prefetto di Parma Antonio Lucio Garufi, Maurizio Bocedi dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Parma, il colonnello Pasqualino Toscani comandante provinciale dei carabinieri, moderatore dell’incontro il direttore di Radio Bruno Pierluigi Senatore.
L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto legalità di Upi Emilia-Romagna e Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna rivolto ai giovani.
“Nella vita vi troverete di fronte a molte scelte tra cose giuste e sbagliate, col vostro bagaglio culturale e morale – ha detto Massari rivolto agli studenti –. Se allora saprete decidere spontaneamente da che parte stare, stamattina qui avremo fatto una cosa buona”.
Il Prefetto Garufi ha invitato i ragazzi a “tenere alta la fiammella della curiosità perché le cose non accadono mai per caso” e ha ricordato che il più grande quartiere mai sequestrato alla mafia non è in Sicilia, ma è vicino a noi, a 8 km da Parma, a Sorbolo.
Il riferimento è all’operazione contro la ‘ndrangheta avvenuta nel 2015 quando una quarantina di appartamenti del valore di circa venti milioni di euro furono messi sotto sequestro. Nel corso degli anni una parte degli immbili è entrata nella disposinibilità dello Stato e del Comune che li ha assegnati a categorie bisognose.
Anche la presidente Petitti, collegata in videoconferenza, ha invitato i giovani a non girare mai la testa da un’altra parte di fronte a un sopruso e ha ricordato l’ìmpegno della Regione per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva. “Ayala riflette su una stagione che si estende fino agli anni più recenti e ci svela che Cosa Nostra, anche se ha rinunciato al tritolo, non è morta. Anzi, lontano dai riflettori ha ritrovato il proprio habitat naturale mimetizzandosi in un’area grigia protetta da silenzi e omissioni”.

L’assessore De Vanna ha invitato i presenti alla lettura del testo di Ayala, che mette al centro le “relazioni pericolose” tra mafia, poteri occulti e pezzi dello Stato.
Ayala ha rievocato da protagonista e testimone autorevole quarant’anni di storia italiana.
Rispondendo con estrema franchezza e pungente ironia alle numerose domande dei ragazzi e delle ragazze presenti, ha affermato che “la mafia non è stata sconfitta, ma le botte dallo Stato le ha prese”.
L’ex magistrato ha dichiarato inoltre che “la legislazione italiana antimafia è la più avanzata al mondo e la qualità delle nostre forze dell’ordine ce le invidiano tutti” e si è schierato senza mezzi termini a favore del regime del 41 bis, l’unico che può impedire ai mafiosi di gestire i propri “affari” e persino ordinare omicidi anche da dietro le sbarre, come dimostrò a suo tempo la vicenda del noto mafioso Gerlando Alberti, e ha sottolineato anche l’importanza delle intercettazioni telefoniche per le indagini di mafia.
A proposito della finalità rieducativa del carcere, sancita dalla Costituzione, ha sostenuto che il caso non ricorre per i mafiosi, perché “chi non si pente e collabora, rimane mafioso per sempre”. 03 MARZO 2023
Fonte Link: parma.repubblica.it