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“CAVALPIST” di Luigi Boschi

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di Luigi Boschi
 
Libro SAGGISTICA 298 pagine
Copertina Morbida – Formato 15×23 – bianco e nero
euro 12
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INTRODUZIONE

No, non pensavo che la gente fosse così morbosa di carne. E’ stata una sorpresa… non credevo fossero capaci di tale violenza verso chi prospetta un altro pensiero. Non credevo fossero così ciechi alle ragioni. Incapaci di mettersi in discussione. Vedere quel che genera la salma del loro piatto. Avrei preferito risposte del tipo: “posso capire le motivazioni dei vegani, ma non rinuncio al mio piacere di gola, alla mia scelta alimentare”. No! Han cercato di far passare i vegani da fanatici e la sanguinaria e necrofila filiera delle carni come qualcosa di naturale, delle tradizioni e necessaria all’uomo. La scelta vegan non può essere banalizzata dai luoghi comuni di menti obnubilate dalla ripetizione industriale di quel che anticamente era un rito sacrificale.

Isaac B. Singer: “…per gli animali Treblinka dura in eterno”.

Ma ciò che mi ha maggiormente fatto specie è stato soprattutto lo scherno nei confronti del sacrificio animale. La violenza attraverso l’ilarità e la comicità, divenute gergo popolare: tutti sappiamo la capacità che hanno queste forme retoriche di entrare nelle menti e divenire coscienza.

Non c’è più rispetto alcuno per la vita animale, ma solo utilizzo delle loro carni, dei loro derivati.

Anna Maria Manzoni: “Gli animali sono quegli altri a cui abbiamo tolto la possibilità di stare su questa terra esprimendo la loro natura, i loro bisogni e desideri, per asservirli alle nostre esigenze e ai nostri piaceri”.

E’ così che le mucche campano solo due anni, i vitelli subiscono violenza fin dalla nascita, i maialini vengono castrati vivi da piccoli, i pulcini maschi macinati vivi, mentre alle femmine viene tagliato il becco e messe a impazzire in gabbie o a terra, i cavalli bastonati, maltrattati e trasportati da ogni paese per essere macellati… Una filiera industriale tutta meccanizzata in cui le vite degli animali sono componenti di una spietata mortifera catena, una atrocità dal concepimento. Una crudeltà istituzionalizzata. Solo una drammatica rivelazione può risvegliare queste coscienze.

Gino Ditadi: “La vita geme sotto il peso della moltiplicazione del dolore che l’uomo procura all’uomo e agli animali…
La storia può essere liberata dal dominio violento per sviluppare, all’insegna della conciliazione, la piena ricchezza delle sue forme più alte, al di là del bisogno e dell’angoscia. Abbiamo bisogno di una storia dalla quale promani il profumo del grano, del sole, dell’aria pulita, della Terra madre di tutti i viventi. Siamo ad un passo dalla possibilità di esaltare la vita e, contemporaneamente, dal condurla all’agonia. L’uscita dalla storia-mattatoio è possibile…Bisogna affermare il biocentrismo come categoria fondativa; sostituire il dominio con la responsabilità; affermare la diversità come valore; ascoltare l’oceano della vita.”

Ringrazio Gabriele Balestrazzi responsabile di “gazzettadiparma.it” che ha avuto il coraggio, in una città fortemente caratterizzata da una economia di derivazione animale, di aprire sul giornale online di Parma un forum su questo tema del “Caval Pist” a seguito della proposta di legge della onorevole Frassinetti sulla “tutela degli equini“, che inevitabilmente si è trasformato in uno scontro culturale, tra carnivori-onnivori, vegani e vegetariani.

Questa seconda stesura del libro successiva a quella fatta a caldo nell’immediatezza della discussione è arricchita da diversi contributi. I contenuti dei forum e della proposta di legge sono stati completati con lettere, articoli, riflessioni che lasciano la possibilità di una meditazione approfondita e argomentata. Questa rilevazione spontanea del pensiero parmigiano è testimonianza meritevole, credo, di attenzione per conoscere meglio e più a fondo l’humus culturale, sociale, economico di una città, tra le prime nel benessere, alle soglie del cambiamento che stiamo vivendo… la sua sensibilità nei confronti della vita animale. E Parma può essere senz’altro metafora di altre.

Luigi Boschi

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