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Memoria per il Sostituto Procuratore della Procura di Parma dottoressa Paola Dal Monte
Si cerca attraverso querele intimidatorie di mettere il bavaglio alla stampa e nascondere la verità.
Alla attenzione del Sostituto Procuratore della Procura di Parma dottoressa Paola Dal Monte.
Grazie per il colloquio e per l’attenzione (in senso ironico, mai avuto o concesso né un colloquio, né attenzione).
Sono a trasmetterle la memoria da lei richiesta partendo dalle frasi del capo di imputazione. Sarebbe stato utile se alle frasi oggetto di presunta diffamazione fosse stato fatto riferimento anche allo specifico articolo. Mettere insieme tante frasi estrapolandole dal loro contesto di prosa non mi sembra utile per capire anzi, penso sia fuorviante. A volte le frasi vengono pure tagliate fuori dal loro paragrafo, perdendo il significato oppure assemblate insieme ad altre di diversi articoli o di un altro paragrafo come se fosse un unico testo ad usum delphini, costruendo, in questo modo, altro dal mio testo originale, cambiandone quindi il significato, cercando solo frasi ad effetto. Sembra quasi vi sia un apriori.
Con grande pazienza e tempo, ho cercato le frasi nei singoli articoli (non sapendo quali fossero) e ho trascritto fedelmente, tutto il paragrafo in cui si rileva la frase incriminata, ed è già un taglio enorme del contesto, lasciando il testo delle frasi oggetto del capo di imputazione in neretto. Nove erano i punti del capo di imputazione, sei gli articoli. Tra parentesi tonde le mie note e/o il completamento del testo relativo alle frasi estrapolate dall’articolo; il documento-art. allegato con i link in quell’articolo correlati), in quelle quadre i titoli degli articoli:
Primo punto:
Dall’articolo: [ “Love story infinita tra Gazzetta di Parma e Orchestra Teatro Regio” ] [LINK] (Doc.01; Doc.01 bis; Doc.01ter)
“Nel Dal 1999 compare in scena, grazie all’intuito del talent scout Rubiconi, direttore del Teatro Regio, il nostro prof. Sergio Pellegrini. La sua invenzione è di costituire associazioni onlus… (la più nota è Parma Opera Ensemble, ma se ne possono citare altre: Terre Verdiane, Etneiro Oriente e Occidente) attraverso cui reperire fondi pubblici per remunerarsi, gestirsi in modo personale il fatturato (in gergo mi pare si chiami elusione fiscale) e dare una parvenza organizzativa alla fantomatica Orchestra a chiamata del Teatro Regio. Ed eccolo, dieci anni dopo, il nostro clarinettista “tosto” che ottiene una pagina intera di giornale il giorno stesso del concerto. A Milano avrebbe avuto forse lo spazio di un necrologio”. Vi immaginate il Teatro alla Scala che appalta ad un’associazione no profit o a una srl la propria orchestra così come se fosse un servizio pulizie?”
(in cosa mi sono sbagliato? Voi siete forse al corrente che alla Scala di Milano vi sia una orchestra srl o una onlus? Per la parte storica, invece, bisognerebbe leggere la memoria di Fabio Torrembini, ex musicista dalle origini dell’orchestra. Inserisco comunque alla fine di questa mia memoria alcune note tra cui una sintesi della storia dell’OTR).
Lo stesso articolo [ “Love story infinita tra Gazzetta di Parma e Orchestra Teatro Regio” ] [LINK]; (Doc.01bis) [LINK]; un’altra frase incriminata:
Una intervista, quella a Pellegrini, autocelebrativa, senza dibattito, che non svela nulla, sull’orma di altre già pubblicate con domande quasi inserite in un testo già scritto… quasi messe dopo… opera di Maghenzani il fantasma dell’opera? L’uomo dietro le quinte… ma non troppo. L’amministratore della società che più volte, in qualità di consigliere provinciale (conflitto di interessi?) reclamava fondi pubblici per il Regio. E sì, perché come fa a campare se non arrivano i finanziamenti? Caro Pellegrini la sua affermazione “il complesso non ha mai ricevuto finanziamenti diretti di denaro pubblico” è quanto mai infelice, lei di finanziamenti pubblici ne riceve da sempre, eccome, e ci specula pure, ovviamente via Regio che firma il borderau… Senza il Regio lei andrebbe a suonare il clarinetto sotto i portici! [LINK](Doc.01ter)
(mi si può accusare forse di aver sbagliato luogo. A casa sua anziché sotto i portici. Mi pare evidente la battuta sarcastica e preveggente. La ritenete offensiva? La satira, come saprete, non può essere né dolce, né tenera con chi gestisce la cosa pubblica. E Pellegrini era remunerato con risorse pubbliche, da una Fondazione a capitale pubblico. E di cosa mi si accusa quindi? Di preveggenza! Pellegrini stesso alla fine della sua querela ammette di essere disoccupato da quando non vende più i suoi servizi al Regio. La scarsità dello strumentista Pellegrini è nota nell’ambiente musicale, così come la sua prepotenza per cui la mia può essere sì una feroce battuta satirica, ma tale resta, nell’ambito del diritto di cronaca. Se Pellegrini dimostrasse il contrario il mio pensiero cadrebbe nel vuoto. Così come se scrivessi, ad esempio, che Muti è un Maestro scarso. Che credibilità avrebbe se non in senso ironico?
In quali altre orchestre Pellegrini, oltre la sua, ha mai suonato? Avete sentito qualche collega musicista o qualcuno del Conservatorio?
Le associazioni che sono state costituite, si sa quali agevolazioni comportano e quali funzioni hanno le associazioni onlus quando mascherano, come in questo caso, una pura attività commerciale e professionale. Chi o che cosa hanno mai sostenuto, se non loro stessi, con i proventi della loro attività? Perché non è stata costituita ad esempio una cooperativa? – testimonianza del musicista Fabio Torrembini–
Che avessero ottenuto una mezza pagina della Gazzetta di Parma, c’è l’evidenza- fotocopia articolo di giornale- Che a Milano avrebbero ottenuto un necrologio è altresì vero, non avrebbero ottenuto di più.. Ma rimane una mia battuta, in retorica si definisce iperbole. Mi sarebbe vietato? Dimostri Pellegrini il contrario).
Secondo punto
Dall’articolo [“I norcini verdiani”] [LINK] (DOC.02)
(Come si può chiedere il riconoscimento di Ente lirico senza masse artistiche stabili, senza coro, senza orchestra e continuando ad eludere il contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale artistico? E questo lui “il fantasma dell’opera” lo sa!)
Certo Maghenzani (ex radio popolare) con l’amico Sergio Pellegrini (tradizioni storiche PC e Rifondazione) preferiscono l’orchestra a chiamata, senza concorsi, bilanci sommari e un uso disinvolto del marchio concesso, non si sa a quale titolo, prima alle loro associazioni, ora alla srl.
Come lei sa Maghenzani, c’erano le condizioni per dar vita a Parma a un Ente Lirico, unendo la Fondazione Toscanini con la sede del Teatro Regio. Ma lei e il suo amico come avreste campato in questi anni? (Sappiamo che vi siete sottomessi al lavoro sporco richiesto da chi tira le fila… Una schiera numerosa e un filone che prosegue da tempo questo degli opportunisti della sinistra, molto sensibili al tornaconto personale).
(Non è così? Quando mai facevano audizioni? Quale il documento che li autorizza a usare il nome del Teatro Regio di Parma nella loro srl? Se conosceste la Convenzione, sapreste che in quel documento non c’è alcuna autorizzazione se non per ragioni artistiche concordate ogniqualvolta con la Fondazione, non certo per la costituzione di una srl; le pare poi normale traferire la Convenzione da una associazione a una srl? Trovo poi molto interessante la vostra censura e il taglia e cuci, da manuale, come infilare un pigiama a un putto per coprire la sua nudità).
Terzo punto
Dall’articolo [“La novità del Festival Verdi 2012 di Parma è stata l’arrivo di Fontana e Arcà”] [LINK] (Doc.03)
“Le polemiche sulla OTR di Pellegrini e Maghenzani a cui è stato diffidato l’uso del nome “Orchestra del Teatro Regio” [LINK] (Doc.03 bis) e richiesto il rilascio del locale in uso, sono ormai destinate a divenire poca cosa rispetto all’ energica rotta impressa dalla nuova governance che non può certo accettare o soggiacere alle pratiche gestionali e artistiche dei Pellegrini fathers adottate in questi anni, né prestare il fianco a polemiche strumentali che nulla hanno a che vedere con il bene del Teatro”. A testimonianza del taglio di qualità che si vuol dare alla nuova ensemble, oganizzata secondo il CCNL e non con il caporalato musicale, (al progetto per la selezione e formazione della “nuova 0rchestra” ha dato la propria disponibilità a collaborare con il direttore artistico Paolo Arcà, anche il noto violoncellista di Parma Enrico Bronzi professore al Mozarteum Salzburg. Non solo, ma compatibilmente con i suoi impegni già assunti si è dichiarato disponibile a esserne parte).
(Perché censurate ciò che dà senso compiuto al mio testo? Non è funzionale a Pellegrini? Siete voi al corrente che l’OTR adottasse forse il CCNL? O mi sbaglio io? Cosa ho detto che non corrisponde a verità? Si poteva pensare che Fontana dall’alto del suo ex trono scaligero, giunto a Parma, si prestasse a operazioni di reclutamento musicale con il caporalato praticato da Pellegrini? Che lasciasse occupare il Regio da una srl di cui non condivideva la mission, né le modalità di gestione e neppure l’identità con il Teatro Regio? Scelta poi che non fu di Fontana, ma di Pizzarotti in qualità di Presidente della Fondazione Regio. Una delle poche cose giuste del suo primo mandato amministrativo)
Quarto punto
Dall’articolo [“Teatro Regio Orgoglio Parmigiano”] [LINK] (DOC.04)
(La scelta di campo da parte della nuova governance è stata fatta e non saranno certo le offese e le urla a cambiare le scelte del nuovo corso: una collaborazione strutturata con la Toscanini, orchestra ICO, e la costituzione di una propria nuova orchestra di eccellenze musicali (in collaborazione con il Conservatorio Boito e la Fondazione Toscanini, attraverso l’ingaggio di prime parti di chiara fama ,come ENRICO BRONZI), la selezione dei musicisti attraverso audizioni con bando pubblico, le remunerazioni secondo il CCNL e non con il caporalato musicale applicato da Maghenzani e Pellegrini. Senza entrare nel merito musicale, non si poteva continuare su quella linea di irregolarità portate a sistema. Sarebbe come sostenere il pomodoro raccolto a Rosarno con il caporalato della ‘Ndrangheta…
(L’accanimento poi contro la nuova gestione del Teatro, insediata solo dal 1 ottobre 2012, da parte dei Pellegriner Fathers è quanto di più anacronistico, visto che il credito è maturato con la precedente gestione [LINK] (Doc. 04bis). E sul credito vantato forse sarebbe bene d’ora in poi si rivolgessero a Equitalia che ha provveduto a intimarne la rivendicazione di una parte (circa 100.000 euro) per cartelle non pagate relative a contributi e imposte. Verificate!! [LINK] (Doc. 04 ter)
Mentre sul nome ”Orchestra del Teatro Regio srl” adottato nella ragione sociale non vi è documento che ne consenta l’utilizzo. L’urlo di Maghenzani nel rivendicarne il diritto, non legittima la proprietà. Rimane un urlo di rabbia per la perdita del privilegio).
(Con la nomina di Fontana e Arcà e la preziosa opera di Ferrari, delegato del Sindaco, si è costituita la nuova governance del teatro.
Prima ancora degli aspetti artistici c’era da sistemare l’aspetto amministrativo, finanziario, organizzativo, statutario… di legalità. Insomma prima di correre devi preparare la macchina in tutte le sue componenti. E se la compagine orchestrale di Pellegrini e Maghenzani si basava sulla connivenza politica e di alcuni dominus di centri di potere, ora la “sagra dell’usurpazione” è finita!
Non c’è più spazio per i proci nei meandri del Regio.
Visto che non è certo l’amore per il teatro e la musica a contraddistinguere certi nostri Neanderthal parmigiani, quali do ut des si celano dietro queste insostenibili posizioni?
(Anche qui una bella opera di taglia e cuci ad usum delphini. Che il reddito personale lo ottenessero attraverso il “reclutamento musicale disinvolto”-caporalato- si evince dal Verbale n1 del CDA del Regio datato 31gennaio 2012 in cui il Commissario Ciclosi fa la storia dei costi crescenti per singolo musicista. Recuperate con la GDF i verbali del CDA di quell’epoca vi sarebbe molto utile per capire “l’aria che tirava”.
Che il rapporto tra la Fondazione e i Pellegriner si basasse sulla connivenza politica lo dice poi Gianfranco Carra nel Verbale n3 del CDA del Regio del 4 aprile 2012 al punto 6 dell’OdG [LINK](Doc. 04 quater) in risposta a Ciclosi: “Il Presidente rappresenta l’opportunità ad evitare dubbi e incertezze che la metodologia adottata per il rinnovo della Convenzione stipulata dal Teatro Regio con la Orchestra Teatro Regio srl sia attentamente riesaminata alla luce sulla normativa dei contratti”. L’allora Segretario Generale, Gianfranco Carra, sostiene nel verbale che il “percorso amministrativo del complesso orchestrale ha portato a dare soluzioni tecniche a decisioni politiche a suo tempo prese. Concorda con il Presidente, ritenendo che sia giunto il momento, di approfondire alcuni aspetti giuridici del rapporto che lega il Teatro Regio alla società che gestisce l’orchestra, con particolare riferimento ai contratti con i musicisti”.
Continua il verbale: “Condividendo l’analisi del Presidente e preso atto dell’intervento del Segretario generale, il Consiglio , all’unanimità Delibera di affrontare la problematica relativa all’orchestra e alla Convenzione stipulata, adottando quelle soluzioni procedurali che consentano di mettere in sicurezza le scelte del Consiglio nel rispetto della trasparenza delle norme”.
(Visto che il nostro Pellegrini sosteneva il loro minor costo per il Regio, utilizzando la loro orchestra anziché la Toscanini, pagando gli orchestrali a cottimo e senza garanzie da lavoro, come raccontano molti orchestrali e nella dichiarazione dello stesso Pellegrini: “Non c’è stipendio fisso, sei pagato solo quando lavori… ed è per questo che abbiamo una marcia in più” [LINK]. (DOC.04 quinquies). Era come paragonare la raccolta del pomodoro fatta in modo regolare anziché con mezzi “disinvolti” come si faceva a Rosarno. In OTR, la remunerazione era spesso in nero e in parte fatta passare come rimborso spese. Il significato della mia frase è quello. Come Pellegrini sia riuscito a strappare la convenzione a Ubaldi e a Carra questo riguarda anche l’influenza di Rubiconi, di Lucia Mora e per certi versi anche di Michele Pertusi-vice presidente a quel tempo dell’associazione POE).
Quinto punto (Doc. Offline)
è un articolo che ho messo offline fin da subito, si basava sull’uscita dei soci dalla Fondazione Regio al cambio del sovrintendente Meli. Nulla a che fare con Pellegrini e la sua orchestra. Questa la url http://luigiboschi.it/node/43175 potete verificare anche voi che non è leggibile, e non è online. (inoltre qui il taglia e incolla vi è riuscito molto male, frasi prese qua e là ad effetto senza leggere il testo, perdendo completamente il senso e non capendo nemmeno voi il vero significato. Infatti Pellegrini non c’entra niente perché il riferimento era sull’uscita dei membri del CDA, rappresentanti dei soci della Fondazione Regio. E non mi risulta che Pellegrini fosse tra i rappresentanti dei soci Fondatori).
Sesto Punto
Nell’articolo [“La nave del nuovo Regio di Fontana e Arcà è salpata”] [LINK] (DOC.05)
(Ma quel che mi premeva dire invece ai lettori dei miei articoli, è che le mie riflessioni pubblicate sul socialblog a proposito della gestione del Teatro parmigiano, per ora cesseranno, come mi sembra giusto sia). Non interverrò più neppure sulla ormai nauseante vicenda dell’OTR di Pellegrini e Maghenzani falsata da una stampa che non ha voluto dire la verità e si è prestata a mistificazioni, contribuendo al formarsi di opinioni su informazioni non vere. (L’OTR srl, è bene rimarcarlo, non è mai stata l’orchestra del Teatro Regio come si è cercato invece di far passare e l’omonimia dei nomi ha contribuito non poco all’ambiguità nell’immaginario popolare).
(tutto vero, basta conoscere i fatti, di cosa volete accusarmi, di scrivere cose scomode e vere?)
Settimo punto
Articolo[“Fontana, la rosolata porchetta scaligera, un boccone prelibato a Parma”] [LINK] (Doc.06); Lettera [LINK] (doc 06 bis)
Fontana, la rosolata porchetta scaligera (ma potrebbe ben figurare anche nel carrello dei bolliti misti), un boccone prelibato per l’UPI (Unione Parmense Industriali).
Gravi, inaccettabili interferenze di Giuliano Molossi sull’amministratore esecutivo del Regio Carlo Fontana, in provincia ridotto a un lacché di Molossi. Il Regio a una consorteria di intrecci di interessi privati. Prima c’erano i ladri, ora un ex orgoglioso craxiano! Carlo preferisci le monetine o le lenticchie?
(anche qui un taglia e cuci ad usum delphini. Cosa c’entra Pellegrini se parlo di Fontana e della Fondazione Regio?)
Ottavo punto
Dall’articolo [“Fontana la rosolata porchetta scaligera, un boccone prelibato a Parma”] [LINK] (DOC.06); [LINK] (Doc 07 lettera di Carlo Fontana sulla Gazzetta di Parma); (Doc.08 articolo Gazzetta di Parma)
Io che ho sempre operato, come è noto, per liberare il Regio dalla banda bassotti Meli-Carra &C e dai Pellegriner, (oltre che a sostenerne l’arrivo di Fontana, mentre Molossi con la sua redazione non perdeva occasione per infangarlo, poi dargli il benvenuto con l’affettuosa locandina, [LINK] (Doc 07 bis) sostenere Meli e l’OTR fino all’ultimo vergognoso articolo del 10/02/2013 sulla gestione del contenzioso tra Fondazione e OTR).[LINK] (Doc. 08)
(anche qui o si legge l’articolo o non si possono estrapolare frasi di un articolo scritto per vicende in cui è coinvolta un’altra persona e riferirle a Pellegrini. Articolo in cui l’OTR è trattata in modo marginale, addirittura poi inserite in un capo di imputazione. Bisognerebbe poi conoscere un po’ di dati economici di quei tempi, come ad esempio che il Capitale fondativo fu eroso a -1.900.000 euro con 11.000.000 di debiti, magari anche qualche relazione del collegio dei revisori e di Aiello, consulente per il teatro di Ciclosi, aver letto il piano di risanamento elaborato dal Maestro Luigi Ferrari e proposto da Fontana).
Nono Punto
Dall’articolo [“Il verme e la formica”] [LINK](DOC.09)
Il bambino ferito, trasfigurando i versi, è la nuova orchestra Filarmonica del Teatro Regio, rea di aver sostituito attraverso un bando pubblico di audizioni l’OTR (orchestra del Teatro Regio srl – meglio nota come i Pellegriner), gestita da una banda di usurpatori iscritti all’UPI (Unione parmense degli Industriali) che si sono arricchiti con il caporalato musicale e una convenzione irregolare [LINK] (Doc 09 bis) secondo la norma sugli appalti pubblici (Decreto legislativo 163/2006).
(o si scrivono verità o banalità e ovvietà, come vede ho scelto la strada più semplice. Qualcuno può dire il contrario? E’ cosa nota. Basta informarsi cosa è successo in quegli anni al Regio; è sufficiente leggere le carte ufficiali dei verbali del CDA, interrogare qualche musicista- produco la lettera di uno di loro [LINK] (Doc 9 ter A) pubblicata su parma.repubblica.it [LINK] (Doc 09 ter B), la protesta del musicista Emanuele Buzi [LINK] (Doc 09 quater), inserisco tra le note anche la legge 163/2006).
Dottoressa Dal Monte, penso che se facesse un approfondimento delle indagini, avrebbe tutti i documenti necessari per il “non luogo a procedere”. In questa memoria non posso andare oltre. Non posso produrre ora tutti i documenti in mio possesso. Quando scrivo sono sempre molto documentato, mi creda e penso di averglielo dimostrato. Se poi mi vuole portare a processo per la mia libertà di opinione e di satira, questa è altra cosa. Che Pellegrini con tutto quel che ha fatto per dieci anni, abbia il coraggio di querelarmi e di chiedere il sequestro del blog, dà la dimensione e la credibilità di questa persona.
Per finire a dimostrazione del sistema dei centri di potere che sostenevano l’OTR di Pellegrini e Maghenzani, la Gazzetta di Parma alla prima uscita della “nuova orchestra” La Filarmonica del Teatro Regio di Parma” nel “Ballo in maschera” del 12/01/2013 in sostituzione della OTR, usciva con un titolo che non corrispondeva ai contenuti del testo, facendo ricadere alla orchestra la scarsa direzione in quell’opera del Maestro Massimo Zanetti [LINK] (Doc 09 quinquies). Alcuni direttori furono anche minacciati, furono mandati tra i loggionisti persone a buare. Tutte le scorrettezze possibili furono usate, per tentare di rientrare al Teatro Regio. ma nessuno ne volle più sapere. E questo per chi dice di amare il teatro e la musica è imperdonabile. [LINK] (Doc 09 quinquies).
In attesa di conoscere le vostre decisioni in merito la saluto cordialmente.
Luigi Boschi
PS: C’è un detto che dice:
“Se qualcuno pensasse mai di scrivere la verità, regalategli un cavallo che sappia correre molto veloce affinché possa mettersi in salvo”.
Se non fosse per il “servizio sanitario nazionale”, spesso bistrattato, di cui per malattia e età necessito, da questo Paese me ne andrei di corsa. (Parma, 29/11/2015)
NOTE
– Come nasce l’OTR
L’orchestra del Regio nasce sulla scia dei rapporti sempre più tesi fra Comune di Parma e Orchestra Toscanini (di cui il Comune di Parma è tra i soci fondatori insieme ad altri e alla Regione Emilia Romana) gestita da Baratta alla fine degli anni ‘90. Si arrivò allo scontro tra Ubaldi e Baratta. Il progetto di costituire un ensemble di musicisti con il nome del teatro Regio al fine di creare una nuova compagine fu opera di un gruppo di musicisti, in certi casi anche autorevoli, di politici e di addetti ai lavori da tempo in rotta di collisione con l’andazzo gestionale della Fondazione Toscanini di Gianni Baratta. Sostituito da Maurizio Roi che con Luigi Ferrari e l’aiuto della Regione ha riportato l’Orchestra in equilibrio economico finanziario. Ed ora è la più importante ICO italiana con sede a Parma.
Nelle intenzioni di Flavio Maccagnoni (vice presidente dell’OSER negli anni ‘80 e ‘90), ad esempio, la nuova orchestra avrebbe dovuto costituirsi in cooperativa in modo trasparente (come il coro del Regio) e associarsi alla Confcooperative. Ma si è preferito per avidità la forma associazionistica onlus. Sono da ricordare le polemiche di allora tra politici locali (Lucia Mora o Luigi Giuseppe Villani) contro Baratta, le loro interrogazioni in Consiglio Comunale e Regionale.
Alla legittima domanda sul perché il Regio non dovesse avere una sua orchestra, la risposta è che purtroppo, senza un importante contributo economico pubblico annuale non è sostenibile. Una orchestra prima ancora di essere un’impresa è un patrimonio pubblico.
Nel caso dell’OTR la prevaricazione degli interessi economici personali, gli intrecci politici e l’assenza di un riferimento autorevole alla direzione artistica musicale, ha portato alla creazione di una delle più umilianti esperienze di precariato/caporalato musicale in Italia. A cosa è dovuta la mutazione genetica dell’OTR che ha originato una simile mostruosità, visto poi il marchio in uso di un prestigioso teatro di tradizione nelle mani di una s.r.l.? Anche questa è un’altra opera di Parma cantiere.
Molti aspetti li potete trovare anche nel mio libro: “La musica del buco” di cui avete copia agli atti gentilmente acquistata e prodotta da Sergio Pellegrini.
-Lettera pubblicata da parma.repubblica.it [LINK]
LETTERA DEL MUSICISTA [LINK] (Doc.08)
Siamo un gruppo di musicisti, soci e non, che in epoche e momenti diversi hanno collaborato e collaboravano tutt’ora con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma, investendo anche noi, come tanti altri, speranze e progetti sulla realtà che ora è stata allontanata dal teatro.
Alla luce di quanto è accaduto desideriamo chiarire il nostro punto di vista sulla questione Orchestra del Teatro Regio S. r. l..
E’ nostra volontà esprimere un libero parere anche per contestare le tante cose che si stanno dicendo e scrivendo in questo giorni, cose che purtroppo non sono totalmente esatte e quindi vogliamo far sentire la nostra voce.
Vorremmo far sì che si la città conosca anche l’altra parte della medaglia, quello che noi professori sentiamo urgentemente di voler far sapere, visto che a questo punto non ci sentiamo rappresentati che da noi stessi.
Abbiamo suonato tanti anni in questo gruppo: un bel gruppo, dal punto di vista musicale ed umano, che sembrava viaggiare verso una sorta di stabilità e di reale identificazione lavorativa col teatro. Questa identificazione non è mai avvenuta, nè tanto meno la stabilità (anche se in passato ce n’era persino la volontà di Roma!) ed il bel clima con cui era partita l’Orchestra del Regio, nata da una felice opportunità politica, ma esistente già sotto altro nome, quello di un’associazione, è venuto meno.
La situazione contrattuale, programmatica e progettuale doveva essere provvisoria. La sua conseguenza naturale doveva essere la stabilizzazione o perlomeno un ingresso deciso nel teatro o DEL teatro nella società e dunque una gestione lungimirante e a lungo termine, ma così non è mai stato. Abbiamo sperato in tanti in contratti lunghi e “regolari” che permettessero di ricevere i sussidi per la disoccupazione. Queste cose non sono mai arrivate. In più si è rovinato il clima umano. Nonostante gli articoli su giornali, i proclami e le interviste di questi giorni, la realtà non è stata più quella di prima.
La società che è nata col nome Orchestra del Teatro Regio di Parma S. r. l. è stata una società per modo di dire, o per meglio dire, solo giuridica. Non sono mai stati ascoltati i pareri dei soci. Non ci sono mai stati utili da dividere. Hanno comandato solo una o due persone. Nessuna possibilità di replica o di divergenza di pensiero. Non si è mai capito nulla della gestione dei soldi che il Teatro Regio dava alla Società per le attività dell’orchestra. Una vera trasparenza, tanto invocata da tutti ultimamente, non c’è mai stata.
Se è vero che i miei capi avevano una convenzione per 180 euro a orchestrale (o giù di lì) perché si percepivano 67 euro netti e con contributi pagati solo su 45 euro? Quanto prendevano veramente le prime parti? Quanto costava l’ufficio? Abbiamo accettato e firmato per anni contratti inadeguati in nome di un ideale, nella speranza che le cose cambiassero oppure contratti che prevedevano paghe forfettarie per periodi superiori ai 10 giorni.
Io insieme a tanti altri ci siamo stufati di lavorare a certe condizioni, anche umane. Senza prospettive. Se non minacciati palesemente comunque praticamente obbligati a rifiutare impegni di lavoro da altre parti nella zona di Parma, pena l’esclusione dalla produzione successiva, o la retrocessione di leggìo in orchestra. Ma come si può vivere a Parma con poco più di 600 euro al mese, e nemmeno pagati subito? Le paghe non sono mai state puntuali né chiare. Siamo stati ghettizzati in nome di un ideale che è crollato molto presto.
Siamo stati impossibilitati ad esprimere un parere liberamente sui contratti, sulla gestione artistica, sulle chiamate, sui rapporti con il Teatro e con le istituzioni. C’era un Comitato Artistico, ma era anche quello una farsa. Alcuni illustri musicisti, poi anche vincitori di concorsi in altri Enti, sono stati allontanati per puri motivi personali od economici ed in seguito fintamente giustificati con la scarsa qualità degli stessi. Nemmeno dopo esser diventati Soci e dopo aver investito i nostri soldi nella società abbiamo avuto voce in capitolo. Nessuno di noi veniva ascoltato, nessuno di noi aveva garanzie sulle chiamate o sulla puntualità dei pagamenti.
La colpa era sempre del teatro e della politica. Ma forse sono stati proprio queste due entità a voltare la faccia alla Società e all’Orchestra.
Teatro e politica spesso bersaglio di lettere decise dal presidente della S. r. l. senza mai consultare i Soci. Aggressioni spesso gratuite e senza volontà costruttive o di mediazione. Solo arroganti manifestazioni di potere apparentemente saldo. Nessuno è stato obbligato ad iscriversi ad alcun sindacato. Se qualcuno l’ha fatto non l’ha fatto certo sotto costrizione, nè gli è stato promesso nulla, né dai Sindacati stessi (a parte le forme ovvie di tutela generica) né dalla Fondazione Toscanini complice, a detta dei vertici della S. r. l., di quello che è stato in modo curioso definito “ratto”.
A mio modo di vedere in questi anni sono stati ben altri i “ratti” compiuti.
A parte l’Orchestra del Centenario, nel 2001, che si era formata con regolari audizioni, spazzata via da polemiche e da pressioni politiche che hanno portato al Regio l’orchestra del “Parma Opera Ensemble”. La cosa più grave è che ci hanno derubato delle prospettive. Degli interessi del lavoratore . Di aspirare a lavorare in condizioni migliori con contratti migliori e con garanzie. Sono queste le cose di cui i Sindacati si occupano. I sindacati non hanno certo esultato per i pochi, anzi pochissimi, che in quell’orchestra hanno perso una certa quantità di lavoro (impossibile però basare il proprio guadagno annuale solo su quello che si percepiva al Regio da orchestrale di fila).
Pochi, perché in tanti nell’orchestra hanno ulteriori incarichi in Conservatori o nelle scuole di vario grado. Alcuni musicisti che suonano “stabilmente” al Regio sono anche stabili in altre orchestre italiane. Non ci sono affatto 50 famiglie sul lastrico, quindi. Sono ben pochi gli orchestrali residenti a Parma, che magari hanno pure famiglia e che si ritrovano, soprattutto per una gestione completamente sbagliata dell’orchestra, senza QUEL lavoro.
Ma non parliamo di stipendi. Gli stipendi sono un’altra cosa. E anche di questa condizione la colpa è della direzione dell’orchestra: più di un professore in questi anni ha subito minacce o esclusioni, o (cito testualmente!) punizioni se fosse andato a suonare in compagini della zona che si ritenevano concorrenti. E non ci si riferiva solo alla Toscanini. C’era chi, delegato dai nostri capi, andava a seguire i concerti degli altri gruppi per formare una sorta di “lista nera” di musicisti, che essendo più che validi, e per questo motivo chiamati fortunatamente anche altrove, venivano automaticamente esclusi delle produzioni successive.
Crediamo che bisognerebbe fare un’analisi obiettiva di ciò che è accaduto tenendo conto che ciò che è successo era nell’aria da tempo. Non si può pensare di aggredire per mesi con lettere, comunicati, manifestazioni la politica e andare contro un’orchestra stabile che comunque in quel teatro in passato ci ha già lavorato e che, a differenza della nostra S. r. l., non ha MAI parlato male dell’orchestra che lavorava al Regio, senza pensare alle possibili conseguenze.
Crediamo che fosse solo la gestione il problema, non certo le risorse umane. Una gestione che ha tenuto nascosto per molti mesi un grave buco di bilancio ai soci e che aveva perso l’agibilità per esibirsi in pubblico proprio per colpa di questa insolvenza. Una gestione che in fretta e furia, di nascosto a tutti, ha creato una nuova società “immacolata” nella speranza di veder rinnovata automaticamente la convenzione, stretta però con la vecchia S. r. l. e che ha permesso per un certo numero di mesi la convivenza di: “Orchestra del Teatro Regio S. r. l.” e “Nuova Orchestra del Teatro Regio S. r. l.”.
Non è così che si gestisce una società. Non è così che si gestisce un gruppo artistico. Non è così che si dà futuro ad un’orchestra ed ai suoi lavoratori. Oltre ad esserci seri problemi economici penso proprio ci siano stati anche seri problemi di moralità.
Preferiamo d’ora in poi magari lavorare meno, ma lavorare meglio.
Questo sarà il nostro unico slogan d’ora in poi.
(03 agosto 2012)
-LA PROTESTA DEL MUSICISTA BUZI CONTRO SERGIO PELLEGRINI [LINK] (Doc.09 quater)
Lettera inviata al direttore della Gazzetta di Parma dal musicista Emanuele Buzi che pubblichiamo integralmente.
Gentilissimo Direttore,
mi permetto di scriverLe questa lettera per denunciare un accaduto che non rende onore al prestigio di cui gode lo storico Teatro Regio di Parma, ma soprattutto per tener fede ad una promessa fatta qualche giorno fa ad un “amico”…
Mi chiamo Emanuele Buzi e sono un mandolinista di Roma. Mi è spesso capitato di lavorare per importanti enti lirici e sinfonici in occasione di allestimenti che prevedano passi solistici per il mio strumento. E’ il caso dell’Otello di Giuseppe Verdi, presentato recentemente dal Teatro Regio di Parma, che contiene, nel secondo atto, un intervento di mandolini e chitarre.
Sicuramente saprà che il Teatro Regio non possiede un’orchestra stabile ma si affida a ad una società a responsabilità limitata, l’ “Orchestra Teatro Regio di Parma s.r.l.” di cui è amministratore unico e legale rappresentante il Sig. Sergio Pellegrini.
Di solito ciò avviene quando si assume una ditta per le pulizie, non un’orchestra.
Avendo lavorato con enti quali la Fenice di Venezia, la Scala di Milano, la Fondazione Toscanini, posso dire con certezza, che questo rappresenta un unicum in Italia.
Contattato da questa società, mi è stato chiesto di partecipare all’allestimento. Sarei dovuto essere a Parma dal 23 di Marzo, primo giorno di prove per noi “artisti di palcoscenico”, al 15 Aprile data dell’ultima rappresentazione. Ci sono stati esclusivamente accordi verbali, in riferimento soprattutto al compenso pattuito e non poche incomprensioni, da entrambe le parti, sulla presenza o meno di un rimborso spese e su altri fattori.
Fatto sta che dopo essermi presentato il giorno 23 in Teatro e dopo aver compilato un foglio con le mie generalità ho aspettato pazientemente di poter visionare il contratto di lavoro, che mi è stato presentato, solo dopo esplicita richiesta, il giorno 28 Marzo dopo ben 5 giorni di prove, svolte, da parte mia, in maniera impeccabile per quanto riguarda professionalità e puntualità.
Scopro quindi, con mia grande sorpresa, che il contratto non è un normale contratto nazionale di lavoro, come mi è sempre capitato di trovare in tutti i più importanti teatri italiani, ma è un contratto di collaborazione a progetto in campo artistico, che non prevede alcun rimborso spese di viaggio e soggiorno (ricordo che io sono venuto da Roma), assicurazione, giornate di malattia ecc., con un compenso (se netto o lordo, il contratto e alquanto oscuro) di 67 euro per prestazione giornaliera.
A questo punto ho avuto un sussulto. Per prestazione giornaliera si intende giornata lavorativa.
Ciò significa non avrei percepito alcun compenso per le date in cui non erano previste recite (e sono tante considerando le 5 recite in 15 giorni).
Dei 24 giorni che avrei passato a Parma, con le conseguenti spese non indifferenti di viaggio, vitto e alloggio, ricevevo un compenso più che esiguo, a copertura dei soli 11 giorni lavorativi.
Ho chiesto immediatamente al Sig. Pellegrini, che svolgendo anche il ruolo di 2° clarinetto all’interno dell’Orchestra, dovrebbe capire maggiormente i problemi di noi musicisti, se fosse possibile prevedere, nel mio caso, un rimborso, almeno a copertura di parte delle spese da me sostenute. Dopo aver ricevuto un secco rifiuto da parte di Pellegrini e aver riscontrato anche da parte della sua collaboratrice alla segreteria la scarsa disponibilità a “venirsi incontro”, mi sono riservato di pensare almeno una giornata se firmare o meno il contratto.
Il giorno dopo, 29 Marzo, giorno della prova generale prevista per le ore 17.00, ricevo alle 14.00 una telefonata da parte della collaboratrice di Pellegrini:
per il mio comportamento offensivo nei suoi confronti, le minacce di non presentarmi alla prova generale (quando mi ha chiamato la signorina mi trovavo sull’autobus proprio per recarmi in Teatro), il mancato rispetto di confermare telefonicamente la mia presenza alla suddetta prova (non mi è stata mai chiesta nessuna conferma) e la contestazione degli accordi pattuiti telefonicamente, ero stato PROTESTATO PER MOTIVI PROFESSIONALI E DISCIPLINARI.
Con le stesse motivazioni erano state protestate anche due mie colleghe, anche loro mandoliniste, colpevoli esclusivamente di aver sostenuto,
educatamente, le mie ragioni nella conversazione della sera prima.
Presentatomi comunque in Teatro sono stato aggredito verbalmente, sempre assieme alle mie colleghe, dal Sig. Pellegrini con frasi che non si addicono certo ad un musicista del Teatro Regio:
“fuori dai co….ni, andate a ca….re voi e la vostra insegnantucola del ca….o, fate tanto i fenomeni e adesso vedete di non smuovere troppo le acque…”
Quel giorno ho promesso a Pellegrini che lo avrei fatto, avrei smosso le acque.
Oltre ad essermi rivolto ad un legale per richiedere un congruo risarcimento per i danni arrecati alla mia immagine professionale, Le scrivo un dettagliato resoconto perché si sappia in che stato riversa oggi la dignità personale dei musicisti del Teatro Regio di Parma, costretti a lavorare per 70 euro al giorno, con un contratto che non li tutela affatto, e per un “padrone” quale è Pellegrini che si permette di reclutare i musicisti senza concorsi o audizioni pubbliche e con contratti stagionali, licenziare, protestare ed insultare le persone a suo piacimento.
La invito in più a leggere l’articolo ” pellegrini musicali ” del bravissimo Luigi Boschi, per farsi un’idea sul personaggio…Lo troverà facilmente
online.
Distinti Saluti
Emanuele Buzi
Emanuele Buzi
Via Guido da Verona 160
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Tel/Fax 065011846
Cell.3284617187
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Data: Parma, 30/11/2015 (aggiornato il 24/09/2018)
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vergognoso scandaloso….non ci sono parole….Pellegrini ne fa di cotte e di crude che tu scrivi e si rivolta come un aspide perche’ tu dici quello che ha fatto…..una vergogna una indecenza alla liberta’ di raccontare il fatti documentati. Raffaele
Una vergogna, un insulto alla libertá di
Stampa e di opinione. Raffaele