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In Pilotta arriva Gola Gola: ennesima banale mortifera provocazione al complesso monumentale di Parma, divenuto cimitero degli eventi culturali. La bulimia da cibo ubriaca la città
Cena allo CSAC da “Caduta degli dei” di Visconti, in versione volgare, priva dell’eleganza del grande regista. Qui è la caduta di una città nel ridicolo suicidario, in nome della gastronomia UNESCO.
La gastronomia UNESCO tra golosi, ipocriti e disastri parmigiani lasciati in eredità. Dalla cena di gala allo CSAC allo streetfood per il pueblo.
“Gola Gola” (la parodia della gastronomia) è un affronto spudorato alla qualità della vita, a una alimentazione del benessere e della salute, al rispetto dei luoghi monumentali come la Pilotta (abbandonata all’incuria e alla barbara predazione, anziché tutelarla. Sovrintendente arch. Giancarlo Borellini, per lei tutto bene?) Una manifestazione che non educa certo a “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”, non incide sulla consapevolezza e responsabilità. Non aiuta ai comportamenti virtuosi contro le malattie del pianeta (diabete 392 milioni di persone) e di altre malattie degenerative croniche o incurabili, derivanti proprio da sbagliati consumi alimentari di cui Gola Gola ci ha dato un vasto “menù gastronomico” di scelta.
In Emilia il primato italiano del colesterolo e del tumore al colon. E non costituisce neppure un esempio contro il pubblicizzato spreco alimentare. Responsabilità più industriale e della distribuzione che del consumatore.
Cosa rimarrà dopo questa ennesima dose di droga da evento? La depressione. La disperazione delle persone senza lavoro… senza welfare, con scuole e università scadenti, un apparato pubblico da ripensare e ricostruire nelle mani di “scorribande delinquenti di ogni risma” (cito Cantone– Anac), a Parma pure di incapaci, venduti, disposti a tutto, che si celano nella dichiarazioni di una vantata trasparenza non praticata.
Qui tutto tace e si silenzia fino al collasso (tipico dei sistemi oligarchici che non si modificano, ma appunto collassano, come argomenta nei suoi studi e pubblicazioni il prof. Gilberto Seravalli), in un clima di catastrofe incombente, nella bulimia da cibo, nello sfarzo e nella ipocrisia. Nessuno che abbia commentato Report della Gabanelli [LINK]. Nemmeno, pur sollecitato da una domanda, Luca Mercalli [LINK], intervenuto alla Feltrinelli per presentare il libro Eating Planet della BCF&N (Barilla Center for Food & Nutrition). Il pericolo dei super batteri resistenti agli antibiotici degli allevamenti intensivi, di cui la filiera alimentare di derivazione animale di Parma non può farne a meno. Si va oltre ogni senso di ragione e religione. Totalmente insensibili alla sofferenza animale inferta da un sistema economico criminale, condannato anche da molte eccellenze culturali e da quasi tutte le principali religioni.
Papa Francesco in Laudato si’: “il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”;
Gli Esseni: “chi uccide, uccide se stesso, e chi si nutre della carne degli animali uccisi, mangia il corpo della morte”.
Ebraismo: “nell’ambito dell’allevamento industriale gli animali sono ridotti allo stato di cose o di macchine, e quindi considerano il vegetarismo, se non il veganesimo una prescrizione etica ineludibile”;
Maometto: “per chi ha pietà [anche] verso un semplice passero, Allah si mostrerà misericordioso il giorno del giudizio”.
Il pastore anglicano Primatt: “un uomo non detiene il diritto naturale di maltrattare o torturare gli animali che si cammini su due gambe o a quattro zampe, con la testa eretta o rivolta verso terra, nudi o coperti di peli, con o senza coda e corna, con orecchie lunghe o corte, che si ragli come un asino, si parli come un uomo, si canti come un uccello o si sia muti come un pesce, non è legittimo secondo natura che tali differenze diventino i presupposti della tirannia e dell’oppressione”.
Ovidio sosteneva che il consumo di carne alimenta la decadenza, nelle Metamorfosi: “Non contagiate i vostri corpi , o uomini, con pietanze sacrileghe! Ci sono i cereali, i frutti che vi porgono con il loro peso i rami, e sulle viti grappoli d’uva turgidi…. La terra generosa vi fornisce ogni ricchezza, vi dona banchetti senza bisogno di uccisioni e di sangue… Ah che delitto enorme alimentare visceri con visceri ed ingrassare un corpo introducendovi ingordamente un altro corpo, vivere della morte di un altro”,
Plutarco fu vegetariano in Del mangiare carne scrive: “deplorando la perdita di sensibilità che si accompagna al nutrirsi di carne animale… Per un pezzo di carne priviamo un essere vivente della luce, del sole e del corso della sua esistenza per cui esso è nato ed è stato generato”.
Induisti: la carne degli animali è come la carne dei nostri stessi figli…. C’è forse bisogno di dire che queste creature sane e innocenti sono fatte per l’amore della vita? Eppure vengono cacciate per essere uccise da miserabili peccatori che vivono nelle macellerie”.
Buddisti: la carne è il nutrimento delle bestie feroci: cibarsene è sbagliato… Si uccidono gli animali per il profitto; si scambiano beni contro carne. Uno uccide, l’altra acquista, ma entrambi sono in errore.
Voltaire: “Esiste forse qualcosa di più abominevole che nutrirsi continuamente di cadaveri?”
Shopenhauer: “la compassione per gli animali è talmente legata alla bontà da poter affermare con fiducia che chi è crudele con gli animali non può essere un uomo buono”;
Tolstoj e tutta la sua famiglia erano completamente vegetariani.
L’elemento comune tra uomo e animale che maggiormente colpisce è la capacità in entrambi di percepire la sofferenza. Si vive nell’ignoranza di ciò che infliggiamo agli animali e si è come vittime di una sorta di schizofrenia morale che induce a prendersi una gran cura degli animali da compagnia senza che ciò impedisca di affondare il coltello e la forchetta nella carne dei maiali, dei vitelli, mandati al mattatoio a milioni, i quali sono altrettanto coscienti, sensibili al dolore e intelligenti dei cani e dei gatti.
La città con Gola Gola mi ricorda le città tedesche ai tempi del Terzo Rich dove la vita era piena di sfarzo e divertimento, i gerarchi si concedevano il lusso più sfrenato, il cibo migliore, mentre ai confini, nei campi di concentramento, camuffati, morivano per fame e si gassavano gli ebrei… e si faceva finta di non sapere. E non vedere. Anche qui con Gola Gola si fa finta di niente. Anche qui abbiamo il nostro dottor Giovanni Ballarini (ospite di Gola Gola con il cuoco Spigaroli nella celebrazione del culatello). Ballarini è stato il riferimento sanitario veterinario scientifico dei nuovi lager per animali. Forse non ne ha contrastato a sufficienza il loro sviluppo nonostante si dichiarasse contrario: “Animali e pascoli perduti” (Calderini, Bologna 1979) e “L’animale tecnologico” (Calderini, Bologna 1983 e 1986). (vedi intervista).
Ora tutti gli organizzatori e sponsor paghino il ripristino di tutta l’area verde monumentale della Pilotta con il relativo sistema idrico di irrigazione e i percorsi delle acque come da progetto Botta. (con 100/150.000 euro ve la cavate per il verde, diverso l’importo per le aree danneggiate in pietra almeno 200/300.000 euro). Non si può lasciare il centro città in queste pietose condizioni come si mostra ora, dopo il vostro baccanale suicidario, fuori da ogni precauzione sulle indicazioni sanitarie dell’OMS, ambientali, grazie anche “all’incommensurabile esercizio artistico” di Pistoletto, che ha ritenuto di usare il verde monumentale come discarica per la “rigenerazione”. Che i diversi organizzatori con i loro sponsor si prendano carico dei costi per ripristinare tutta l’area verde monumentale, il rifacimento dei piazzali e dei marciapiedi devastati. Non è giusto che lo sostenga il cittadino. Terminati i lavori, il Comune si affretti a emettere una ordinanza su ciò che è possibile fare in quell’area, che non è un’area fieristica, né mercatale e transito di automezzi pesanti, né un parco giochi, né un luogo per lo streetfood, né sede per bivaccamenti o bistrot lignei estivi per grigliate.
Dalla cena di Gala allo CSAC ai baccanali streetfood in Pilotta e in Piazza Garibaldi, Gola Gola, dopo tre giorni interminabili, per chi ha a cuore il patrimonio pubblico della città, è finalmente finito, lasciando depressione, rifiuti (LINK) e diseducazione collettiva. Non si può continuare ad essere ipocriti di fronte a una realtà che non è quella proposta in questa ubriacatura di cibo e alcool, fuori da ogni consapevole e responsabile cultura alimentare, ambientale, sanitaria e sociale, di benessere animale. I maltrattamenti e le crudeltà inflitti agli animali restano, spesso, ignorati, tollerati, se non addirittura approvati. Si è accertato che nei contesti urbani la maggior parte dei bambini di cinque anni non sa da dove proviene la carne che mangia. E i bambini provano sempre empatia spontanea verso gli animali.
La rinascita di Parma non passa da qui, da Gola Gola, anzi, ne favorisce la decadenza. Passa, invece, attraverso la ricostruzione della città pubblica iniziando ad avere cura dei suoi monumenti, dei luoghi, dei servizi. Il patrimonio pubblico da valorizzare senza queste volgari banalizzazioni da sottocultura. Una bulimia da cibo della vergogna nell’attuale contesto storico, con il Mediterraneo divenuto cimitero di disperati senza cibo, i poveri che crescono in Italia (13% della popolazione, oltre 7 milioni di persone, il Paese UE con più poveri); 2,2 miliardi di poveri nel mondo. Una disuguaglianza non più sostenibile. Questo è l’esempio di come l’occidente si abbuffa di cibo e nel mondo 795 milioni di persone soffrono la fame. E’ questa la sostenibilità alimentare argomentata in Eating Planet? Perché si trasforma il centro della città da Piazza Garibaldi, al Regio, alla Pilotta in una baraccopoli fieristica con grande spregio ai nostri monumenti? Usati i valori storici come quinte del vostro marketing. E’ questo l’esempio da trasmettere ai giovani? Il centro città è l’area culturale per eccellenza, per essere conservata, non devastata. Non può essere stuprato in questo modo.
Dopo Cibus 2016 e le numerosissime iniziative gastronomiche per le vie di Parma durante l’anno, si sentiva proprio la necessità di volgarizzare la città con questa esagerazione e ripetitività da cibo e alcool? Un altro esempio per la salute collettiva, contro l’obesità, l’alcolismo, il diabete? L’uso poi di droghe ne è solo la conseguenza. Cibo, alcool e droghe una trilogia ottimale per la perdita di ogni facoltà critica e germinazione di violenza. Nello sfregio dei valori storici della città. Un progetto per il turismo da infradito, che piace tanto a Cristiano Casa e a Enzo Malanca. La città avrebbe bisogno di ben altri progetti e visioni… E’ forse questa la Parma di “Io cisto”? Io avrei preferenza di no!
Mi sovviene cosa scrisse Dante dei golosi peccatori per incontinenza nel mangiare e nel bere, è uno dei sette vizi capitali (superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria), ed era considerato colpa più grave della lussuria, perché annota il Boccaccio, “la gola è la cagione della lussuria e non e converso”.
I golosi Dante li riteneva degni di un girone infernale, terzo cerchio del VI canto, in cui li condannava a terra, faccia in giù a mordere il fango puzzolente, tormentati da una pioggia incessante.
“io sono al terzo cerchio, de la piova
etterna, maladetta, fredda e greve;
regola e qualità mai l’è nova.
Grandine grossa, acqua tinta e neve
per l’aere tenebroso si riversa;
pute la terra che questo riceve.
Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e l’ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spiriti ed iscoia ed isquatra.
Urlar li fa la pioggia come cani;
de l’un de’lati fanno a l’altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani.
Mi chiedevo, mentre fotografavo, se quella moltidudine di persone si rendesse conto di quanta sofferenza stavano mangiando, di quanto alcool cancerogeno stavano bevendo… del valore storico che stavano imbrattando…
Se tutto questo era il loro divertimento è un divertimento che ha un prezzo altissimo, come individui e come collettività, forse per molti, inconsapevole. Ora Dallatana e Balestrieri, con i loro sponsor dopo l’organizzazione del baccanale suicidario, ripristinino i luoghi storici devastati e rendano pubblici sul sito internet della manifestazione i dati economici del budget, delle voci di costo e della composizione di partecipazione economica da parte degli enti pubblici.
Considerrazione finale: vogliamo paragonare questa nullità invasiva di Gola Gola con The Floating Piers di Christo sul lago d’Iseo? Una vera operazione internazionale tra le 10 al mondo da visitare secondo la celebre guida Lonely Planet. Casa, Malanca e Andrei prendete appunti di cosa riescono a fare gli artisti.[LINK] Solo gli artisti producono queste situazioni.
(Parma, 09/06/2016-aggiornato il 15/06/2016)
Luigi Boschi
Gallery da Piazza Garibaldi al Regio, alla Pilotta
[bg|album/golagolacitta]
]
continuando…
[bg|album/golagoladue]
tra Spigaroli e Ballarini…
[bg|album/golagolatre]
Tra Verdi, gonfiabili, streetfood e carni alla griglia…
[bg|album/golagolacinque]
e non è finita…
[bg|album/golagolasei]
Ultima sera del baccanale… dal concerto in Piazza Garibaldi allo streetfood in Pilotta nel terzo Paradiso
[bg|album/golagolaultimo]
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Cari Paolo, Luigi e Marco avete visto il nuovo scempio inflitto da Ascom e da improvvidi e sciagurati pubblici Amministratori a piazza della Pace ed alla Pilotta, (quest’ultima dichiarata istituto di rilevante interesse nazionale) ? A confronto le famigerate ‘casette tirolesi’ del duo ubaldi-vignali erano come il Lunapark rispetto a Disneyland….un nonnulla…..
A deturpare il prato di piazza della PACE ed il complesso monumentale della Pilotta non bastavano, infatti, i bancali creativi dell’ opera d’arte del Pistoletto , i giochi di plastica e le adiacenti gradinate per gli spettacoli estivi con annessi box metallici……ora ascom e pentastellati- dopo la nomina a città del gusto Unesco- si sono inventati anche il festival Gola Gola dedicato a celebrare il dio cibo (per di più in epoca di Ramadan), con tanto di tendopoli e circo, senza risparmiare neppure il già negletto monumento a Verdi , coperto ora da un mostruoso enorme scivolo gonfiabile ad uso e consumo di ignari bambinelli destinati a crescere fra bruti ignoranti ed arroganti che meglio starebbero nel cerchio dei Golosi tenuti a guardia dallo demonio Cerbero, ‘fiera crudele e diversa’. La virtù e la conoscenza paiono, purtroppo, non illuminare più ‘il dolce mondo’ (prova ne è che nessuno si sia dato cura di insistere affinchè venga inserita nel patrimonio Unesco quella meraviglia del romanico che è piazza Duomo…..)
Ma il Sovrintendente arch. Borellini che fa ? dorme ??????
Vi prego di far pervenire un grido di dolore in alto loco perchè non si può più assistere in silenzio a questo scempio della cosa pubblica (scempio fra l’altro destinato ad incidere in entità non certo trascurabile anche sulll’erario che sarà ,a breve, chiamato a finanziare l’oneroso ripristino del manto erboso danneggiato dall’uso improprio cui è stato in modo scellerato destinato…).
Marina
Lo spettacolo in generale, come inversione concreta della vita,
è il movimento autonomo del non-vivente. Guy Debord
“Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e i giochi circensi” (Giovenale).
Eccoli!
Fermate il tutto: è un massacro, una cafonaggine, una banalità postmoderna che sembra non avere fine.
Certi che: “Tolti quattro anni (due volte due) al 1200 lo scultore Benedetto iniziò questa opera”,
siamo viceversa incerti sulla data d’inizio e di tramonto e sul nome dell’autore di questo depauperamento della città. È preoccupante non vederne la fine!
È uno spettacolo ignobile che Parma non merita. Siamo sicuri che queste nefandezze, partite da Piazza Garibaldi e dal Regio, non arriveranno, tramite la Pilotta, a sfiorare anche il Battistero? Antelami, quello veramente Benedetto, si agiterebbe nella tomba e molto probabilmente ci maledirebbe tutti.
Giuseppe De Filippo
Caro Luigi,
Caro Luigi,
Gregoraci e non “Gregoracci” la sciacquona di regime ritratta sul tuo
post, e se cerchi altri illustri testimonials vegetariani eccoti San
Girolamo, il traduttore della Bibbia in latino:
«Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne
ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di
secrezioni maleodoranti della carne degli animali […].
Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la
fine con l’inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la
carne degli animali.»
(Adversus Jovinanum, I, 30)
Però Nostro Signore, quand’era sulla terra, mangiò pesce alla brace e
agnello pasquale.
Insomma il problema resta aperto, anche se l’abuso di porco e derivati
non fa certo bene al cervello né alle arterie dei nostri conterranei.
Un caro saluto,
Carlo
Completamente d’accordo e il tutto sotto il naso della sovrintendenza. Claudio Cesari
Ottima osservazione. É stato il festival del cattivo gusto.
rocco gabriele