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Theo Jansen: Kinetic Sculptures

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‘Animali da spiaggia – Theo Jansen’

I confini tra arte e ingegneria esistono solo nelle nostre mentiTheo Jansen

Theo Jansen -Scheveningen-L’Aja, 14 marzo 1948- è un artista olandese attivo soprattutto nel campo della scultura cinetica, con creazioni che si pongono al confine tra la creazione artistica e la progettazione ingegneristica.

Le sue più celebri creazioni, le Strandbeesten (animali da spiaggia), sono infatti grandi strutture mobili costruite connettendo e articolando sottili tubi gialli in PVC, in uso in elettrotecnica per la canalizzazione dei cablaggi di impianti elettrici, tenuti assieme da nastro adesivo, elastici, e fascette serrafili.

A questi materiali si aggiunge l’impiego di bottiglie riciclate di polietilene, bastoni di legno e persino pallet.

Simili nell’aspetto a grossi insetti, o a scheletri animali, le sue creature sono in grado di camminare sulle spiagge olandesi sfruttando l’energia del vento: nel tempo, hanno acquisito anche forme di omeostasi, con la capacità di immagazzinare l’energia eolica in bottiglie, sotto forma di aria compressa, per garantirsi l’autonomia in assenza di vento, ma anche con l’implementazione di rudimentali abilità percettive nei confronti dell’ambiente esterno, attraverso sensori realizzati con gli stessi materiali, modificando il proprio comportamento in base a tali percezioni.

Le sue opere, animate e deambulanti, sono una fusione tra creazione artistica e invenzione ingegneristica.

Attualmente Jansen si propone di collocare mandrie di sue sculture sulle spiagge olandesi: abbandonate a se stesse, in grado di muoversi da sole, esse potrebbero così condurre la propria esistenza autonoma come colonie animali, muovendosi grazie al vento del quale si nutrono letteralmente.

Per far questo, risulta decisiva la capacità di comprimere aria in bottiglie di plastica, in modo da garantirsi il movimento in assenza di vento.

Cruciale è inoltre la capacità delle creature di sopravvivere ad alcune circostanze avverse e potenzialmente esiziali per la loro sopravvivenza, come il rischio di inoltrarsi in mare aperto, finendo sommerse o travolte dall’acqua, o come il rischio di cadere in balia di un forte vento: attraverso sensori unicamente meccanici e pneumatici, Jansen ha implementato la capacità di avvertire la presenza di acqua ai propri piedi, o della sabbia asciutta delle dune, stimoli ai quali le creature sanno reagire con un arresto del movimento e un avvio in direzione contraria, o la capacità di percepire la presenza di vento forte, al quale rispondere incardinandosi al terreno, grazie a un perno percosso da un martello azionato da un pistone.

Le creature, inoltre, sono ora dotate di un contapassi, un piccolo cervello pneumatico che memorizza il numero dei passi in una configurazione binaria, ed è in grado di fornire alla scultura «una sorta di immaginazione del semplice mondo degli animali da spiaggia» i cui confini si estendono nella sabbia umida tra le dune costiere e il bagnasciuga.

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