Pereira è scappato da Firenze un attimo prima di essere cacciato. Ma Nardella…

Maggio Musicale
Pietro Acquafredda
A Firenze, c’era una volta Chiarot e Luisi, che erano tanto sicuri, il primo più del secondo, della loro posizione al Maggio, che quando Nardella – sempre lui – prospetta la possibilità – spalleggiato da Nastasi – ancora lui – che il teatro venga commissariato, se non addirittura affidato nelle mani dell’ex ‘grande & grosso ‘direttore generale dello Spettacolo, cioè Salvo Nastasi, succede il patatrac. Si dimette Chiarot, si dimette Luisi e Nardella a Nastasi – fratelli gemelli, N%N – aprono le porte a Alexander Pereria, fresco di Scala, ma in uscita anzitempo.
Le cose sembrano andare a gonfie vele, Pereira si disfa di Pierangelo Conte che migra a Genova, e veleggia da solo nelle acque al Maggio, non immaginando neppure lontanamente che quelle acque anche questa volta – accade così da alcuni decenni con sovrintendenti e commissari che cambiano come i nostri governi – sono insidiose.
A rovinare la navigazione due consiglieri di FdI i quali rimproverano al sovrintendente di aver usato, per usi personali, i soldi del Teatro – in tutto una cinquantina di migliaia di Euro. Interviene la magistratura che apre una inchiesta, Pereria si difende e forse tira anche i soldi dalla tasca per versarli nelle casse del teatro, ma ormai la frittata è fatta. Ed è – diciamolo fuori dai denti- una vergogna!
Nardella subito al fianco dei giudici chiede a Pereira di dimettersi.
Anche perchè nello stesso giorno in cui Pereira con una lunga lettera dà le dimissioni ( in essa mai un accenno a quell’uso impropio dei soldi pubblici, perchè?) viene fuori una nuova i mpotazioen molto più gran de di quella già nota. E cioè Pereira avrebbe usato circa 8 milioni dei 35 che lo Stato gli aveva concesso per ripianare il debito pregresso del teatro – una cinquantina di milioni – per pagare gli stipendi ai dipendenti, perchè, si legge oggi sui giornali, da settembre le casse del teatro sono vuote. E questa seconda accusa è più grave della precedente.
Solo che viene spontanea una domanda: Nardella che ci faceva mentre Pereira usava quei soldi, impropriamente, per pagare gli stipendi? Non è Nardella presidente del teatro? Può non essere al corrente di una difficoltà di cassa che metteva a rischio il pagamento degli stipendi dei dipendenti.
E’ facile avere responsabilità comune in certi atti e poi scaricarla tutta sugli altri?
Le dimissioni subito onde scongiurare il commissariamento del teatro verso cui il Ministro era orientato. Per la successione a Pereira, se Fuortes deciderà di non schiodare dalla Rai, si fa il nome della Meo, appena via dal Teatro Regio di Parma. 28 febbraio 2023
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