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Riflessione sul Vangelo di Don Umberto Cocconi:Il mondo è il “campo di Dio”, il luogo in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini.

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Don Umberto Cocconi

Gesù espose alle folle una parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: «Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?». Ed egli rispose loro: «Un nemico ha fatto questo!». E i servi gli dissero: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?». «No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio»» (Vangelo secondo Matteo).
Il mondo è il “campo di Dio”, il luogo in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini. Lui ha seminato il buon seme: prima di tutto infatti vi è la sua buona iniziativa. L’amore di Dio sempre ci precede, e non può essere vinto da nessun male! Inoltre, la bontà del “campo” si vede dal fatto che la zizzania non è in grado di bloccare la crescita del buon seme. Il “nemico” agisce di notte, “mentre tutti dormono” perché un campo, al contrario di un gregge, non lo si veglia. È curioso: il maligno va di notte a seminare la zizzania, nel buio, nella confusione, lui va dove non c’è luce per seminare “discordia”. Questo nemico agisce di nascosto, con il preciso obiettivo di rovinare il raccolto e lo fa con un’azione identica al proprietario del terreno, cioè semina, ma questa volta viene seminata la zizzania: un ideale di vita falso, un modo di essere tossico e contaminante. Questa scoperta sorprende e rattrista il contadino. Anche papa Francesco ricorda che il demonio è uno “zizzaniatore”, «colui che cerca sempre di dividere le persone, le famiglie, le nazioni e i popoli». Questo nemico è astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; solo Dio, alla fine, potrà farlo. “Mettere zizzania” è un modo di dire comune quando si vuole indicare l’azione di chi cerca di dividere, separare o gettare fango su altri. Il male che c’è nel mondo non proviene da Dio, ma dal suo nemico, il Maligno. A un certo punto della nostra esistenza anche noi scopriamo la presenza del male: chi lo ha introdotto in noi e intorno a noi? Perché non ce ne siamo accorti? È un’esperienza dolorosa, che richiede un discernimento su di noi e sulla nostra vita: abbiamo accolto la parola di Dio, l’abbiamo meditata e custodita, abbiamo anche tentato di realizzarla, ma ecco apparire il male come opera delle nostre mani. Per i servi diventa necessario separare i buoni dai cattivi. La parabola però ci racconta la contrapposizione tra l’impazienza dei servi e la paziente attesa del proprietario del campo, che naturalmente rappresenta Dio. «Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi», ammonisce papa Francesco. Il Signore, invece, sa aspettare. Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che possano germogliare e portare frutto. Il padrone è speranzoso, è certo che il male non ha né la prima né l’ultima parola. Da parte del padrone occorre pazienza, e da parte del grano buono un esercizio di mitezza, accettando accanto a sé la presenza di piante cattive. Certo verrà l’ora della mietitura, del Giudizio – come Gesù chiarisce meglio nella spiegazione della parabola richiestagli dai discepoli – e allora vi sarà la separazione. Una pazienza, quella che Gesù insegna, che non è abdicazione, ma intensità di amore, è l’unico atteggiamento che permette di saldare insieme la verità e la carità. Il bene e il male, i santi e i peccatori crescono insieme, in un groviglio che non è facile sciogliere. «In ogni cosa che accade ci sono il bene e il male mescolati; se tu rimani curioso sai scovare l’aspetto positivo nascosto e lo puoi usare come punto di partenza per un nuovo inizio» (Alex Zanardi). L’intransigenza, il cercare la purezza a tutti i costi, la rigidità di volere una comunità composta tutta di “giusti” è pericolosa, perché i confini tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia a volte non sono così netti.
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