Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche, tu appari al mondo nell’atto dell’offerta.
Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava e fa saltare il figlio dal fondo della terra.
Fui deserto come un tunnel. Da me fuggirono gli uccelli,
e in me la notte forzava la sua invasione poderosa.
Per sopravvivere ti forgia come un’arma,
come freccia del mio arco, pietra della mia fionda.
Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah, le coppe del seno! Ah, gli occhi d’assenza!
Ah, le rose del pube! Ah, la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mia strada indecisa!
Oscuri alvei da cui nasce l’eterna sete,
e la fatica nasce, e l’infinito dolore.
Pablo Neruda
"Poesie"
SOKRATES n°6 – 15 Maggio 1996