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Elezioni a Parma, Scarpa: “Pizzarotti fenomeno mediatico. Ora torni la buona politica”

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Paolo Scarpa

Intervista al candidato sindaco del centrosinistra

di FRANCESCO NANI

“Il sogno lanciato da Pizzarotti si è infranto in una mediocre realtà amministrativa. Pensa a se stesso come personaggio da piazzare sul mercato della politica. Il grande consenso mediatico che il sindaco di Parma si è guadagnato lo misureremo a giugno nel voto locale: ho la convinzione che i parmigiani abbiano una certa delusione nei confronti di questa Amministrazione comunale. Vedremo chi avrà più numeri nelle urne”.

Paolo Scarpa è l’outsider che domenica scorsa ha vinto le primarie del centrosinistra sbaragliando il candidato ufficiale del Pd Dario Costi. Viene dalla società civile, non ha incarichi di partito e per evitare conflitti di interesse si è dimesso, ben prima del 5 marzo, anche dalla presidenza dell’associazione culturale Il Borgo.

E’ anche il primo candidato sindaco parmigiano dello schieramento dopo tre tentativi di politici arrivati dalla provincia. “Spero che questi elementi rimarchino il significato della novità” in una sfida che si prospetta importante anche in ottica nazionale al cospetto dell’ex grillino in cerca del secondo mandato in veste civica sostenuto da Effetto Parma.

“Civico è un aggettivo da cui voglio liberarmi: la nostra è una operazione profondamente politica. Pizzarotti è il civico sulla piazza, non io. Vogliamo fare in modo che Parma torni a essere un laboratorio di innovazione, dando concretezza a un patto tra la città, le persone, i movimenti e la buona politica, tutti uniti in una idea di futuro. Non è una operazione contro il Pd o contro i partiti, tutt’altro: l’obiettivo è coinvolgere la base elettorale del partito Democratico che è ancora maggioritaria. Per questo abbiamo chiesto primarie aperte. E’ una scommessa e per vincerla dobbiamo superare i personalismi che – anche sul piano nazionale da Renzi a D’Alema – stanno uccidendo il progetto politico iniziale del Pd”.

E a proposito del rapporto con i dem, Scarpa sottolinea di aver ricevuto alle primarie il sostegno di importanti esponenti come il segretario cittadino Lorenzo Lavagetto, il capogruppo Nicola Dall’Olio, il deputato Giuseppe Romanini mentre la sera a festeggiare in piazzale Picelli si è vista anche l’assessore regionale Simona Caselli.

“Il sindaco uscente è stato indubbiamente coraggioso in alcune scelte e ha saputo legittimarsi verso alcuni poteri forti locali ma Parma in questi cinque anni ha compiuto passi indietro significativi e la gente lo ha percepito. Adesso serve un salto di qualità. L’icona di questo sogno infranto è il termovalorizzatore, non possiamo dimenticarlo. La promessa elettorale, cinque anni fa, era chiara e Pizzarotti sapeva di non poterla realizzare: ora l’impianto  brucia i rifiuti di Parma, quelli di Reggio Emilia e magari, domani, brucerà anche quelli di Napoli”.

Scarpa individua nell’astensionismo il terreno su cui spendersi: “Dopo aver vinto le primarie da non favoriti ma con un margine netto, la mia preoccupazione è ricucire nel Pd ma soprattutto recuperare coloro che dalla politica si sono allontanati. Alle primarie ha votato in maniera entusiastica la parte di città che vive in centro, che legge e si informa.
Così – ragiona Scarpa – nel seggio del Parma centro si sono formate code, mentre nei quartieri popolari, San Leonardo e Pablo ad esempio, dove la fragilità sociale è più forte, si è confermata una forte insofferenza verso la politica. E noi dobbiamo intercettare quelle persone, che sono poi la vera base sociale della sinistra. I temi dell’agenda devo essere le graduatorie delle case popolari, le rette degli asili, la sicurezza, altrimenti il rischio è una guerra tra nuovi italiani, pensionati e chi sta più in basso nella scala sociale”.

Al Pablo vivono 20mila persone e hanno votato in 300. Probabile che una maggiore affluenza sarebbe stata possibile incrementando il numero dei seggi, ridotto a uno solo, nei pressi dell’Efsa, nel grande e dispersivo quartiere.

A Parma, nel ricco Nord, ci sono 11mila poveri secondo i dati della Caritas ma sono attivi anche 12mila volontari, quasi uno ogni 10 persone adulte: “Una grande forza che non viene messa in rete con il Comune assente nel ruolo di regista”. Scarpa individua un’altra mancanza della gestione uscente: “La partecipazione, assieme all’inceneritore, rappresenta il grande fallimento dell’attuale Giunta comunale: l’astensionismo, in occasione del voto per i nuovi organismi rappresentativi dei quartieri, ha raggiunto il 98%

“Ora hanno scoperto – dopo aver tartassato famiglie e commercianti – milioni di euro da mettere a disposizione per il futuro. Mi chiedo con quale credibilità, è solo una operazione elettorale. Il simbolo è la fontana di barriera Repubblica: spenta per quattro anni e adesso, sotto elezioni, riaccesa. Spero che i parmigiani non saranno così ingenui”.

Nel 2012, ricorda Scarpa, scrissi che Pizzarotti aveva di fronte due strade: “Fare una politica libera in mezzo alla gente o chiudersi nella sua bolla mediatica e parlare solo con i poteri forti, rischiando di perdere il contatto con la città. Si è verificata questa seconda ipotesi: si è dedicato alla sua immagine e ha saputo legittimarsi verso alcuni centri di potere. Non hanno rubato? E’ condizione necessaria ma non sufficiente per governare”.

I poteri forti. “Ubaldi mi disse che i poteri forti non esistono più, esistono gli interessi. A Parma ci sono, per fortuna, grandi imprese che hanno dei valori forti e il territorio deve essere sempre più attrattivo anche per chi investe. Tuttavia, ogni volta che il sistema degli industriali ha voluto influenzare la vita politica cittadina ha commesso degli errori. Credo a un sano rapporto di confronto tra politica, impresa, cittadini ma la politica deve essere indipendente dagli interessi particolari e agire secondo il mandato democratico che le viene conferito. Penso in particolare al settore immobiliare e dei servizi: hanno specifici interessi e devono essere i più attenti a non interferire”.

Riprendere in mano, dunque, una visione innovativa e “compiere un salto di qualità perché ci sono dei fenomeni di appiattimento e degrado che devono per forza avere un cambio di passo”.

Cambio di passo che non riguarda solo l’ambito locale: “Parma ha un deficit di rappresentanza politica nazionale spaventoso: l’ultimo ministro della Repubblica – a parte Lunardi, la cui esperienza voglio volutamente dimenticare – è stato Fabio Fabbri nel Governo Ciampi…”.

Scarpa è convinto che nella crisi globale la ripartenza debba avvenire proprio dalle città: “La capacità innovativa del nostro progetto è parlare a tutti, i limiti netti sono di carattere etico e valoriale: con la Lega mai, con CasaPound mai, con chi ha rubato mai. Voglio una città europea, moderna, che funzioni e questo dipende fortemente dall’impegno di un sindaco; ruolo che dopo la fine delle Province deve avere una visione sempre più strategica, capace di coinvolgere un territorio più vasto e muoversi al di là delle strette competenze amministrative. Penso a sicurezza,  legalità, sanità, scuola. Sono temi su cui un primo cittadino, come rappresentante di una comunità, deve incidere. Cosa che Pizzarotti non ha fatto”. 

Fonte Link parma.repubblica.it 

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