1977 LE STRADE OCCUPATE DAI SOGNI
"Dedicato a chi nel settantasette aveva vent’anni e adesso ne ha diciotto"
Andrea Pazienza
Diventa il fratello minore e degenerato di un sessantotto, che è, tutto sommato, un bravo ragazzo.
Ma nel settantasette c’era una generazione di giovani e di ragazze che sognavano, lottavano e cercavano di garantirsi un posto in una società estranea.
Questo progetto vuole ricordare quei ragazzi, quelli che ci hanno provato, quelli che si sono arresi, quelli che hanno sbagliato e quelli che, dal settantasette, non sono mai usciti.
Trent’anni fa era il 1977.
Letizia allora non era neppure nata, ma sente parlare di qualcosa che è successo allora, di qualcosa di non molto chiaro, di cui neppure i suoi genitori le hanno mai parlato. Legge le rievocazioni sui giornali, vede dei servizi alla televisione; e allora, in qualche modo, si appassiona alle vicende di quelle decine di migliaia di ragazzi della sua età, che magari abitavano nel suo condominio alla periferia di una città che era la stessa, ma che sembra distante anni luce. Letizia fa ricerche su internet, legge libri e guarda filmati e le viene voglia di dare voce a quei ragazzi dimenticati, seppelliti dalla cattiva coscienza del paese. Per questo si rivolge a Max, che il settantasette l’ha vissuto e ne conserva una memoria insieme nostalgica e severa, come di una cosa che si è contenti di avere vissuto, ma che oggi non si è più disposti a fare.
Max e Letizia si immergono così nelle parole, nelle emozioni, nelle rabbie e nelle speranze dei ragazzi del settantasette, conducendoci alla scoperta di un tempo così vicino a noi, eppure già dimenticato e seppellito sotto uno strato di pubblica indignazione, o, peggio, di consapevole indifferenza, da parte di chi ne ha avuto paura e l’ha ritenuto soltanto la porta d’accesso di migliaia di giovani al terrorismo.
Andrea Fenti
L’evento centrale
GIOVEDI 22 NOVEMBRE ore 21
Teatro Civile "SEI77OTTO"
Le strade occupate dai sogni
Una Autoproduzione Originale
Laboratorio Teatrale Arci Cremona
Soggetto: Andrea Fenti, Regia: Andrea Rossetti,
Partecipano: Letizia Bellini, Laura Bettoni, Elena Bianchi, Francesca Cavedo, Massimiliano Ciocca, Luca Daguati, Valerio Frigoli, Silvia Gagliardi, Fabio Guarneri, Michele Lanzi, Irina Mìletic, Claudia Noci, Margherita Piu, Bruna Riboni, Stefano Zurpa
Musiche: Gianluca Monti, Pianoforte Canzoni Fabio Mariotti, Chitarra Armonica e Voce
Luci Francesco Daniele Serina e Giampaolo Renzi
Si ringrazia per l’amichevole collaborazione la ditta "Giochi di Luce"
In Replica DOMENICA 9 DICEMBRE alle ore 21
Una messa in scena sul movimento del 1977 è un impegno arduo per chi è nato in quegli anni che i libri di storia patria definiscono "di piombo", ma non ha partecipato direttamente agli eventi poiché impegnato a muovere i primi passi dell’infanzia. Eppure tale sforzo diviene un impegno di riappropriazione di un tempo di cui non c’è ancora narrazione intergenerazionale. Trenta anni sono ancora pochi perché una fase storica possa essere compresa in almeno la maggioranza delle sue implicazioni, ma è sempre gratificante potersi annoverare tra i primi che hanno iniziato a compiere una ricerca su un terreno ancora poco frequentato. Quegli anni, quegli eventi, per la generazione che ha vissuto la giovinezza negli anni ottanta-novanta dello scorso secolo, sono spesso ignorati o percepiti confusamente, ma sempre legati allo spettro del terrorismo.
Questo spettacolo è il frutto di un incontro tra una sperimentazione drammaturgica che vuole presentare i contenuti più vicini al sentire dei giovani del 1977 ed una sperimentazione teatrale che si propone l’emersione di quella Italia con un taglio descrittivo/sociologico. Ne scaturisce così una proposta riccamente didascalica che non trascura di confrontarsi con i giovani di allora, con le loro istanze e speranze.
Siamo convinti che quel movimento ha contribuito a ridisegnare le sorti del modo di vivere degli italiani come oggi li vediamo nel quotidiano del loro lavoro, dei loro rapporti sociali, dei loro miti, delle loro fragilità. Consegnamo al pubblico il frutto di mesi di ricerche e confronti perché sia giudice di quanto proposto nella messa in scena ed al tempo stesso si senta stimolato a proseguire tale ricerca di riappropriazione di un così complesso periodo storico del nostro paese.
Andrea Rossetti