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PARMA CITTA’ DELLA MUSICA
Alcune riflessioni
-Parma città della musica è una identità da coltivare per certi versi e da inventare per altri. Nelle sue diverse dimensioni, la musica, costituisce un’anima riconosciuta nel mondo. Parma capitale della musica (meglio città della musica, per evitare l’autocelebrazione) dovrebbe divenire una fondazione che guarda sia alla musica classica che a quella moderna e contemporanea. Se Parma vuole essere incontro di questa cultura musicale non può trascurare i diversi aspetti di un arte musicale che da sempre, almeno in parte, la connotano.
-Ritengo debba essere ricucito lo strappo con l’Orchestra Toscanini e rivisto il rapporto con la Fondazione. Forse bisognerebbe ricercare un modo di convivenza sinergico artistico ed economico tra le due orchestre e le due Fondazioni (Toscanini e Regio).
Non è più sostenibile la precarietà che viene praticata e proposta come garanzia di qualità.
-Bisognerebbe cercare di programmare i vari generi musicali in tutte le stagioni dell’anno e non suddividerli secondo schemi e criteri stagionali: l’opera e i concerti in inverno, musica moderna e contemporanea in estate. Forse varrebbe la pena tentare anche l’opera all’aperto in estate.
-Vorrei far presente un interessante progetto che da tempo mi è stato proposto da un amico musicista. Riguarda la musica barocca. Solo negli ultimi anni abbiamo assistito in Italia ad una proliferazione di piccoli complessi in grado di imporsi all’attenzione del pubblico a livello internazionale sulla spinta di una ‘ventata filologica’ che ha avuto origine in Olanda, fin dai primi anni ’60. Allo stato attuale, però, non esiste una vera orchestra barocca italiana (50–60 elementi) che possa efficacemente affrontare il melodramma settecentesco, le grandi sinfonie, gli oratori sacri e le cantate con coro e strumenti. I fondi Arcus potevano essere diretti anche verso questo progetto straordinario e innovativo. È da rilevare, parimenti, nel nostro paese l’assenza di scuole/accademie stabili di musica barocca.
Sarebbe forse opportuno colmare al più presto questa lacuna (vista la nostra straordinaria tradizione), creando anche da noi un "polo" importate in linea con le numerose e prestigiose istituzioni del settore presenti in Germania, Francia, Olanda, Inghilterra e, addirittura, Giappone.
-Un altro aspetto che mi preme sottolineare è tentare di aprirsi e dare un respiro Europeo a questo progetto musicale di Parma: perché non tentare un’orchestra di giovani talenti internazionali (negli anni ’80 l’orchestra giovanile Toscanini fu un’esperienza artistica di assoluto rilievo in questo senso!). Invitare giovani orchestre straniere. Cercare e favorire scambi culturali tra i nostri giovani e gruppi di musicisti locali con altri Paesi. La terra di Verdi e di Toscanini deve aprirsi verso quei territori europei a vocazione musicale e nello stesso tempo ospitare i loro talenti, i loro gruppi. Ho ragione di credere che esiste un importante fondo comunitario (FSE) preposto al finanziamento di progetti interculturali fra paesi membri. Si potrebbero presentare progetti in tal senso, ad esempio tra Teatro Regio e Teatro di Lisbona o Bonn o Praga.
-Si dovrebbe inoltre rivolgere una maggiore attenzione alla musica nei confronti dei giovani durante il loro periodo educativo in tutte le varie scuole, portandoli a Teatro per i concerti e le opere, riservando loro e alle scuole condizioni particolari.
Parma deve poter diventare sinonimo di cultura musicale, ma di tutti i generi e coltivarne l’anima. (Parma, 10/06/2007)
Luigi Boschi