Nel purgatorio della mutazione
Il groviglio inestricabile dei doppi vincoli che si sono determinati ormai irreversibilmente non lascia nessuno spazio ad una previsione di pace, di sviluppo economico relativamente equilibrato, di sopravvivenza. All’ inizio degli anni Novanta cominciò ad apparire chiaro che la guerra civile planetaria stava emergendo come forma generale delle relazioni politiche e sociali, come altra faccia dell’omologazione. La guerra tra l’ impero americano ed il ribollente verminaio dei fascismi etnici, integralisti e nazionali, è già cominciata nel Golfo, nel Caucaso, nei Balcani, e di mese in mese vediamo nuove regioni del mondo divorate da questa ansia di sterminio. Qualche volta viene spontaneo chiedersi: ma come è possibile che gli uomini siano così ignoranti e così autolesionisti da ripercorrere la strada che li ha condotti all’ immenso carnaio della seconda guerra mondiale (quando ancora non esisteva la possibilità dell’ overkill nucleare)? Come è possibile che i leader politici siano così imbecilli da puntare le loro fortune su valori e progetti destinati unicamente ad accentuare fino all’esplosione conflitti pericolosissimi nei quali è in gioco la vita di interi popoli? Pare impossibile eppure è semplicemente così.
Ma per spiegarci quello che sta accadendo dobbiamo trasferirci nel sistema di produzione della mente collettiva, del sistema planetario delle attese, dell’ immaginazione e della cognizione collettiva. Il sistema che si è andato costituendo nel tardo Novecento è un sistema di produzione della cecità, un processo di crescita esponenziale dell ‘ignoranza, che dipende dalle caratteristiche della trasformazione infosferica. Di fronte alla mutazione l’ organismo cosciente reagisce con vivo panico, perché il mondo circostante diviene per lui inconoscibile, imprevedibile, pericoloso. Il panico si diffonde a due livelli, perché due sono i fattori della mutazione, due sono i piani del vissuto che la mutazione investe determinando portentosi processi di deterrito-rializzazione.
La mutazione deriva in primo luogo dall’ alterazione della dimensione mecchanica, dallo sviluppo delle tecnologie digitali e dal-la prolifera
zione delle protesi tecno comunicative nell’universo sociale. Ma deriva anche dalla girandola interculturale, dallo sradicamento che l’ omologazione produce nella psicologia collettiva, da quel processo planetario di contaminazione culturale che confonde codici e modi di vita tradizionali in ogni luogo del mondo, e particolarmente nell’ occidente bianco. […]
In una popolazione di neuroni, non c’è qualcuno che comanda sugli altri, eppure il cervello funziona. Il principio gerarchico è efficace in un sistema meccanico, sequenziale e decidibile. In un sistema in cui lo scambio di informazione non si svolge più sequenzialmente, ed è sovrapponibile ed aleatorio, ogni possibilità di governo tende a dissolversi. Nella cultura del nostro tempo convivono due immaginazioni relative al mondo futuro, due prospettive. Una prospettiva è venata di catastrofismo ecologista, di consapevolezza del diffondersi di processi degenerativi che coinvolgono l’ ecosfera naturale e l’ ecosfera mentale. La seconda prospettiva è venata da un ottimismo paradigmatico, dalla convinzione che la proliferazione dell’ innovazione tecnologica, pur avendo un effetto immediato di panico e di aggressione, finirà per creare le condizioni mentali e sociali per una navigazione felice nei flutti dell’ oceano neurotelematico. Il cyberpunk rappresenta una sintesi fra le due prospettive. La Senso/Rete Sim-Stim rappresenta il dispiegamento della mutazione lungo tutti i circuiti di innervazione della mente sociale. L’ esperienza può essere sintetizzata e teletrasmessa, inviata lungo i canali dell’ Infosfera. L’ esperienza non rimanda ad un soggetto identificante, rimanda al flusso percettivo e proiettivo che non si territorializza soggettivamente, ma trasmigra da una molecola senziente ad un’ altra. La sensibilità "cyber" registra la condizione di scivolamento della coscienza e la moltiplicazione di prospettive (Realtà Virtuali) che ne deriva. Ma in questo finale di millennio la mutazione non è vissuta felicemente; l’ apprendimento paradigmatico non si è ancora realizzato. L’ organismo cosciente si muove come se non sapesse riconoscere il suo ambiente. Ed effettivamente non lo riconosce. L’ orizzonte del futuro sembra tranciato. La sensibilità punk registra questo disagio del rapporto con l’ altro e con sé. Il punk è percezione di sé come altro, e del tempo come viaggio cieco in un universo che non ha futuro riconoscibile..
Franco Berardi (Bifo)
"Mutazione e cyberpunk"
SOKRATES n°7 – 22 Maggio 1996